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Femminicidio di Lorena Quaranta: l'ergastolo per De Pace diventa definitivo in Cassazione
di Andrea Rifatto | ieri | CRONACA
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Lorena Quaranta e Antonio De Pace
Il caso è definitivamente chiuso: Antonio De Pace dovrà scontare la condanna all’ergastolo per aver ucciso la fidanzata Lorena Quaranta. Mancavano pochi minuti alle 20 quando la Quinta Sezione penale della Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso difensivo presentato dai legali dell’infermiere 34enne di Dasà (Vibo Valentia), gli avvocati Bruno Ganino e Salvatore Staino, confermando così la sentenza della Corte d’assise d’appello di Reggio Calabria del 28 novembre 2024, che aveva confermato la condanna all’ergastolo nel processo bis per il femminicidio del 31 marzo del 2020 a Furci Siculo. Procedimento che si era svolto a Reggio Calabria a seguito della decisione della Cassazione di annullare con rinvio, limitatamente all’applicabilità delle attenuanti generiche, la prima condanna all’ergastolo a causa del presunto stress da Covid, ritenuto poi infondato dai giudici. Nelle scorse ore la sostituta procuratrice generale della Cassazione, Simonetta Ciccarelli, aveva chiesto la conferma della condanna all’ergastolo per De Pace, evidenziando come lo stress da Covid dell’imputato, sul quale aveva puntato la difesa, non fosse sufficiente per concedere le attenuanti generiche e di conseguenza uno sconto di pena. “Si conclude così una vicenda giudiziaria travagliata che ci ha visti combattere nelle aule di giustizia per avere una giusta sentenza - commenta l’avvocato Cettina La Torre, che ha assistito il padre di Lorena Quaranta - una pena proporzionata ad un delitto efferato compiuto su una giovane donna, da parte di chi avrebbe dovuto amarla e proteggerla. Siamo consapevoli che nessuna sentenza può ridare Lorena ai suoi familiari e a tutti quelli che l'hanno conosciuta ed amata - ha aggiunto La Torre, presidente del Centro antiviolenza “Al tuo fianco” che ha sede proprio a Furci Siculo - ma una giusta sentenza certamente dà dignità al loro dolore”. Soddisfatto anche l'avvocato Giuseppe Barba, che assiste la famiglia Quaranta, ritenendo che la pena dell'ergastolo sia l'unica possibile e adeguata.