Mercoledì 08 Maggio 2024
Dal 2019 era costretto sotto minaccia a versare denaro, fin quando ha denunciato


Estorsione mafiosa ad un imprenditore jonico, due persone arrestate dai Carabinieri

di Redazione | 27/04/2024 | CRONACA

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I militari hanno subito avviato le indagini

Dal 2019 estorcevano denaro ad un imprenditore catanese residente a Sant'Alessio Siculo, che alla fine del 2023 ha deciso di denunciarli facendo scattare adesso le manette. I carabinieri della Compagnia di Taormina hanno infatti eseguito un’ordinanza di applicazione della misura cautelare in carcere, emessa dal Gip del Tribunale di Messina su richiesta della Procura della Repubblica, nei confronti di un 48enne e un 82enne di Aci Catena, quest’ultimo già condannato in via definitiva per il reato di associazione di tipo mafioso, ritenuti entrambi responsabili del reato di estorsione aggravata dal metodo mafioso e ristretti in carcere. L’operazione è il risultato di un’attività investigativa coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia della Procura di Messina e condotta dai Carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia di Taormina e delle Stazioni di Sant’Alessio Siculo e Roccella Valdemone. L’indagine è stata avviata lo scorso novembre, subito dopo la presentazione di una denuncia alla caserma dei Carabinieri di Sant’Alessio Siculo, da parte di un imprenditore che ha riferito di essere sotto estorsione. Gli accertamenti condotti hanno permesso di riscontrare quanto dichiarato dal denunciante e di raccogliere gravi indizi di colpevolezza nei confronti dei due arrestati in ordine ai reati loro contestati.  

Dall’indagine è emerso che gli indagati, dal 2019, hanno inizialmente costretto l’imprenditore, che in passato gestiva una catena di supermercati nella provincia etnea, a rifornirsi di carne presso un’azienda per la quale lavoravano come rappresentanti, in modo da potersi garantire provvigioni sicure. In un secondo momento, anche dopo la cessazione dell’attività imprenditoriale della vittima, il 48enne e l’82enne, evocando l’appartenenza di quest’ultimo al clan mafioso dei Laudani, hanno iniziato a pretendere delle somme di denaro contante, vantando il pagamento di un presunto debito, in realtà non giustificato. Come documentato dagli investigatori, i due indagati si sono recati più volte nell’abitazione della vittima, spesso in prossimità delle festività, per estorcerle somme di denaro, dietro la minaccia di un pericolo dell’incolumità dell’imprenditore e dei familiari o del danneggiamento dei loro beni, come la casa e l’automobile. In alcuni casi le consegne del denaro erano avvenute anche a Catania e, in una circostanza, la vittima è stata costretta addirittura a recapitare il denaro richiesto nell’abitazione di uno degli indagati, mentre era ristretto agli arresti domiciliari per reati analoghi. Nel corso dell’attività investigativa è emerso un interesse spasmodico degli indagati di riscuotere le somme ingiustamente pretese, anche attraverso diversi appostamenti e messaggi minatori, tanto che gli stessi avrebbero monitorato anche i profili social della moglie della vittima e avrebbero cercato di entrare in contatto con lei, al fine di indurla a convincere il marito a versare le somme richieste. 

I due arrestati hanno estorto complessivamente una somma di circa 6mila euro, oltre a quanto ricevuto dall’imprenditore come corrispettivo delle singole forniture di carne. Nei confronti dell’82enne è contestato anche il reato di falsa attestazione sull’identità, in quanto, per portare a termine il suo proposito criminoso, si è recato negli uffici del Comune dove abita l’imprenditore e fingendosi avvocato si è fatto consegnare un certificato di residenza della vittima, in modo da reperire l’esatto numero civico della sua dimora. Ultimate le formalità, i due sono stati ristretti in carcere, a disposizione dell’autorità giudiziaria.


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