Venerdì 13 Giugno 2025
Provvedimento ad un anno dai fatti contestati ai danni di un imprenditore alcantarino


Estorsione mafiosa a Francavilla, ordinanza in carcere per esponente del clan Brunetto

di Redazione | 10/06/2025 | CRONACA

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I fatti risalgono al 2024

È accusato di aver costretto un imprenditore di Francavilla di Sicilia ad accettare la permuta tra due autovetture, rifiutandosi però di pagare la cospicua differenza di valore tra i mezzi. Così, al termine delle indagini avviate un anno fa, i carabinieri della Compagnia di Taormina, su delega della Direzione Distrettuale Antimafia di Messina, hanno dato esecuzione ad un'ordinanza di applicazione della misura cautelare in carcere, emessa dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Messina, nei confronti di Alfio Patanè, 47enne di Fiumefreddo di Sicilia, noto esponente del clan Brunetto operativo nei territori di Giarre, Fiumefreddo e dintorni, accusato del reato di estorsione aggravata dal metodo mafioso. Il provvedimento cautelare, notificato nel carcere di Barcellona Pozzo di Gotto dove l'uomo si trova ristretto per altre cause, trae origine da un'attività investigativa avviata dai militari dell’Arma, sotto il coordinamento della Distrettuale Antimafia, sviluppata attraverso attività tecniche che hanno permesso di delineare la dinamica dei fatti, che risalgono al giugno 2024, e di raccogliere un grave compendio indiziario in ordine alla vicenda estorsiva connotata dal metodo mafioso, contestata in quanto Alfio Patanè avrebbe costretto un imprenditore francavillese ad accettare la permuta tra l'autovettura di proprietà dell'indagato e un veicolo di segmento più alto e pertanto avente un costo superiore a quello ceduto, rifiutandosi di pagare la cospicua differenza di valore. 

Metodo mafioso utilizzato secondo l’accusa da Patanè, figlio del defunto Sebastiano Patanè, a lungo ai vertici del clan Brunetto, anche per effetto della sua notoria e già giudiziariamente accertata appartenenza all’organizzazione mafiosa operante nel territorio di Giarre e conosciuta alla persona offesa. Il 47enne dallo scorso agosto si trova nella casa lavoro del carcere di Barcellona Pozzo di Gotto in seguito alla ripetuta inosservanza delle prescrizioni imposte, rilevata dal Tribunale di Sorveglianza di Catania che ha valutato la perdurante e rilevante accentuazione della pericolosità sociale dell’uomo e ha deciso di procedere alla sostituzione della misura non detentiva con la misura di sicurezza detentiva.


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