Giovedì 18 Aprile 2024
Quattro gli arrestati: due in carcere e due ai domiciliari. Peculato e corruzione i reati contestati


Discarica di Mazzarà, in manette il sindaco e i vertici di TirrenoAmbiente - VIDEO

08/09/2015 | CRONACA

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Nell’ambito di una indagine diretta dalla Procura della Repubblica di Barcellona Pozzo di Gotto, denomnata "Operazione Riciclo", i finanzieri del Nucleo di Polizia tributaria di Messina, nella mattinata odierna, hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip del Tribunale di Barcellona Pozzo di Gotto, dott. Danilo Maffa, per i reati di peculato e corruzione, nei confronti dell’attuale sindaco di Mazzarrà Sant’Andrea, Salvatore Bucolo, e di tre amministratori delegati pro-tempore della Tirrenoambiente Spa, incaricata della gestione di una della più importanti discariche della Sicilia, Giuseppino Innocenti, Giuseppe Antonioli e Lorenzo Piccioni, quest’ultimo già senatore della Repubblica, in carica fino al 14 marzo 2013 nella XVI legislatura e membro della Commissione parlamentare d’inchiesta sul ciclo dei rifiuti e sulle attività illecite ad esso connesse. La misura cautelare nei confronti di Innocenti e Bucolo prevede la detenzione in carcere, mentre Antonioli e Piccioni sono stati ristretti ai domiciliari.
Nel corso delle indagini è stato accertato che gli amministratori coinvolti hanno nel tempo omesso di trasferire delle somme di denato al Comune di Mazzarrà, facendo permanere illegittimamente nella disponibilità societaria più di due milioni ed ottocentomila euro, di cui circa un milione e cinquecentomila oggetto di un indebito accordo transattivo con il Comune. È stato, altresì, acclarato che, a partire dal marzo 2007, la Tirrenoambiente Spa ha illegittimamente rideterminato la tariffa per opere di mitigazione ambientale, riducendola di quasi il cinquanta per cento, mantenendo tale nuovo importo sino al novembre 2014, e causando così un danno patrimoniale al Comune di Mazzarrà Sant’Andrea di oltre dodici milioni e mezzo di euro, quali somme mai riscosse nei confronti degli altri Comuni conferitori. Per il ruolo svolto in merito al mancato recupero degli importi dovuti al Comune di Mazzarrà e per il relativo accordo transattivo, l’attuale sindaco Salvatore Bucolo, quale controprestazione per la commissione di atti contrari ai doveri del proprio ufficio, avrebbe ricevuto dagli amministratori pro-tempore della società somme di denaro in contanti pari a 33mila euro. Ciò mediante un abile sistema di tangenti che ha visto anche il raggiro da parte del primo cittadino dell’anziano parroco della Chiesa di Santa Maria delle Grazie. Le indagini effettuate, realizzate anche mediante accertamenti bancari, attività tecniche, perquisizioni domiciliari e sequestri presso le abitazioni degli indagati ed il Comune di Mazzarrà Sant’Andrea, hanno permesso anche di individuare condotte degli amministratori della società mista che hanno elargito sponsorizzazioni e contributi ad associazioni sportive e culturali, anche al fine ottenere la connivenza dei soggetti pubblici che avrebbero dovuto vigilare sulla corretta gestione della Tirrenoambiente Spa. Significativo delle modalità di gestione anche il contributo di oltre 700mila euro erogato ad una piccola società sportiva dilettantistica di Borgo Vercelli in Piemonte, a ben 1.300 km dal comune siciliano, di cui è stato rappresentante legale Innocenti. Nel corso delle indagini i finanzieri hanno altresì denunciato all’autorità giudiziaria altre 6 persone, tutti dipendenti pubblici o ex amministratori del Comune di Mazzarrà Sant’Andrea, per le ipotesi di abuso ed omissione di atti d’ufficio. Contestualmente all’esecuzione delle misure cautelari personali, i militari delle Fiamme Gialle stanno eseguendo i provvedimenti di sequestro preventivo, anche nella forma “per equivalente”, disposti dal giudice per le indagini preliminari, delle disponibilità finanziarie e dei beni mobili ed immobili degli arrestati e di un quinto soggetto, Antonio Crisafulli, altro amministratore delegato pro tempore della Tirrenoambiente Spa, anch’egli indagato per peculato e corruzione. Il valore complessivo dei sequestri ammonta ad 3.483.572 euro.


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