Sabato 27 Aprile 2024
Reato riqualificato per i due cugini siracusani arrestati nel 2018 dai Carabinieri


Bomba al Primigi Store di S. Teresa di Riva, pene ridotte in appello

di Redazione | 14/01/2020 | CRONACA

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La vetrina danneggiata dall'esplosione

Pene ridotte in appello per l'attentato dinamitardo del 5 febbraio 2018 al negozio di abbigliamento per bambini Primigi Store di S. Teresa di Riva. In primo grado, nel febbraio dello scorso anno, il Gup del Tribunale di Messina Monica Marino al termine del rito abbreviato aveva condannato a sei anni di reclusione i cugini Giuseppe Forte, 44 anni e Christian Maria Terranova, 29, entrambi di Siracusa, rispettivamente in qualità di mandante il primo e di esecutore materiale il secondo. Ieri, invece, il collegio d’appello presieduto dal giudice Alfredo Sicuro ha condannato entrambi a quattro anni di reclusione, con la riqualificazione del reato da devastazione provocata da incendio a danneggiamento provocato da incendio. Il sostituto procuratore generale Enza Napoli aveva chiesto la conferma della pena di primo grado. Forte e Terranova sono stati difesi dagli avvocati Salvatore Silvestro e Nunzio Rosso; parte civile nel processo si erano costituiti i titolari del negozio Primigi Store.

Forte e Terranova furono arrestati il 23 ottobre del 2018 al culmine delle indagini condotte dai carabinieri della Compagnia di Taormina e della Stazione di S. Teresa e rinchiusi in carcere in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip per i reati di devastazione, detenzione e porto di materiale esplosivo in concorso tra loro e con una terza persona che non venne identificata. Un provvedimento restrittivo che scaturì da una complessa attività di indagine avviata dalla Compagnia Carabinieri di Taormina, guidata dal capitano Arcangelo Maiello, con la collaborazione della Stazione santateresina comandata dal luogotenente Maurizio La Monica, i cui esiti permisero di comprovare come i due cugini siracusani la sera del 5 febbraio, intorno alle 22.30, fecero esplodere un ordigno rudimentale posto a ridosso della vetrina del Primigi Store, sul corso Regina Margherita al centro di S. Teresa. L’attività investigativa - attraverso la captazione di intercettazioni telefoniche ed ambientali - consentì di delineare il movente del delitto scaturito dal profondo rancore nutrito dal mandante nei confronti del proprietario dell’esercizio commerciale. Le investigazioni consentirono di appurare, attraverso la visione delle immagini riprese dal servizio di videosorveglianza di un’attività commerciale adiacente al negozio colpito dall’esplosione, che l’ordigno fosse stato collocato dai due. La deflagrazione, accompagnata da un assordante boato, oltre a disintegrare la vetrina dell'esercizio, danneggiò due automobili parcheggiate davanti, altre vetrine della zona, interessando anche le facciate dei palazzi circostanti che riportarono evidenti lesioni. Le intercettazioni telefoniche e ambientali permisero di ricostruire il movente, evidenziando che il mandante del delitto, titolare di negozi Primigi siti in provincia di Catania e Siracusa, covasse del rancore nei confronti del collega di S. Teresa, che fungeva anche da capo area per la Sicilia e la Calabria nonché dei vertici dell’azienda che gli aveva ridotto le forniture di merce a seguito delle sue insolvenze nei pagamenti delle precedenti forniture e temesse l’espansione commerciale della vittima che, con l’apertura di nuovi punti vendita, si era posto in aperta concorrenza con lui, cercando di estrometterlo dal mercato.


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