Mercoledì 24 Aprile 2024
Operazione dei Carabinieri in una clinica privata. All'uscita applausi di tanti cittadini


Arrestato a Palermo Matteo Messina Denaro: il boss della mafia era latitante da trent'anni

di Redazione | 16/01/2023 | CRONACA

1219 Lettori unici

Il boss mentre viene arrestato dai carabinieri

Il boss mafioso Matteo Messina Denaro è stato arrestato questa mattina a Palermo dopo 30 anni di latitanza. L'ultimo padrino è stato catturato dai carabinieri del Ros nella clinica privata “Maddalena. L’inchiesta che ha portato alla cattura del capomafia di Castelvetrano è stata coordinata dal procuratore di Palermo Maurizio De Lucia e dal procuratore aggiunto Paolo Guido. Matteo Messina Denaro si era recato nella struttura sanitaria per sottoporsi a terapie, come dichiarato dal comandante del Ros dei Carabinieri Pasquale Angelosanto, dopo l’arresto del boss compiuto dagli uomini del Raggruppamento operativo speciale assieme a quelli del Gis e dei comandi territoriali. Denaro si faceva chiamare Andrea Bonafede ed era in cura da un anno per un tumore al colon: alla vista dei carabinieri ha provato ad allontanarsi entrando in un bar della clinica, ma è stato bloccato e non ha opposto resistenza all'arresto, ammettendo di essere lui il superlatitante. "Come ti chiami?", gli hanno chiesto i carabinieri: "Sono Matteo Messina Denaro" ha risposto. Alle 9.35 il boss è stato caricato su un furgone nero dai militari e scortato da diverse gazzelle dei carabinieri portato via, fra gli applausi di tanti palermitani. Dopo l'arresto l'ultimo padrino è stato è stato trasferito nella caserma San Lorenzo e poi all'aeroporto di Boccadifalco per essere portato in una struttura carceraria di massima sicurezza.

Messina Denaro, 60 anni, era latitante dall’estate del 1993, quando in una lettera scritta alla fidanzata dell’epoca, Angela, dopo le stragi mafiose di Roma, Milano e Firenze, preannunciò l’inizio della sua vita da Primula Rossa: “Sentirai parlare di me - le scrisse, facendo intendere di essere a conoscenza che di lì a poco il suo nome sarebbe stato associato a gravi fatti di sangue - mi dipingeranno come un diavolo, ma sono tutte falsità”. Il capomafia trapanese è stato condannato all’ergastolo per decine di omicidi, tra i quali quello del piccolo Giuseppe Di Matteo, il figlio del pentito strangolato e sciolto nell’acido dopo quasi due anni di prigionia, per le stragi del ‘92, costate la vita ai giudici Falcone e Borsellino, e per gli attentati del ’93 a Milano, Firenze e Roma. Figlio del vecchio capomafia di Castelvetrano Ciccio, storico alleato dei corleonesi di Totò Riina, Matteo Messina Denaro era l’ultimo boss mafioso di "prima grandezza" ancora ricercato. Per il suo arresto, negli anni, sono stati impegnati centinaia di uomini delle forze dell’ordine. Oggi la cattura, che ha messo fine alla sua fuga decennale. Una latitanza record come quella dei suoi fedeli alleati Totò Riina, sfuggito alle manette per 23 anni, e Bernardo Provenzano, riuscito a evitare la galera per 38 anni.

“Oggi è un grande giorno per la Sicilia e per l'Italia intera, l'arresto di Matteo Messina Denaro è un colpo durissimo inflitto alla mafia. Tutti devono sapere che in questa Terra non ci possono essere spazi né di illegalità né d’impunità". Lo ha detto il presidente della Regione Siciliana Renato Schifani. “Esprimo a nome mio e della giunta - aggiunge il governatore siciliano - un sincero ringraziamento alle forze dell'ordine e alla magistratura  È la conferma che lo Stato c'è e che prima o poi tutti i mafiosi vengono assicurati alla giustizia. Oggi tutti i siciliani onesti devono festeggiare, da domani sarà opportuna una riflessione per capire come sia stato possibile che uno dei mafiosi più pericolosi sia rimasto in circolazione per più di trent’anni". 


COMMENTI

Non ci sono ancora commenti, puoi essere il primo.

Lascia il tuo commento

Dichiaro di aver preso visione dell'informativa privacy ai sensi del D.Lgs. n. 196/2003.