Venerdì 19 Aprile 2024
Revocato l'arresto effettuato dalla Guardia di Finanza. Disposta un'altra misura


Appalti e corruzione a Mojo Alcantara, lascia i domiciliari l’imprenditore di Santa Teresa

di Andrea Rifatto | 10/06/2022 | CRONACA

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Il Riesame ha disposto un'altra misura

Sono stati revocati gli arresti domiciliari all’imprenditore edile di Santa Teresa di Riva arrestato il 18 maggio dalla Guardia di Finanza nell’ambito dell’operazione sulle infiltrazioni mafiose e la gestione degli appalti nei comuni di Mojo Alcantara e Malvagna, che ha portato agli arresti sette persone, sei finite in carcere e una ai domiciliari. Tra questi Santo Rosario Ferraro, 53 anni, titolare della “Effe Costruzioni” di Santa Teresa, posto ai domiciliari perchè gravemente indiziato del reato di corruzione per un atto contrario ai doveri di ufficio insieme al sindaco di Mojo, Bruno Pennisi, e all’ex responsabile dell’Area Servizi Territoriali e Ambiente del Comune, Giacomo Pelleriti, oggi in pensione e non destinatario di misure cautelari. Dopo l’esecuzione dell’ordinanza di custodia cautelare, i legali di Ferraro, gli avvocati Giancarlo Padiglione e Felice Di Bartolo, hanno presentato istanza al Tribunale del Riesame e dopo l’udienza camerale il collegio composto da Maria Vermiglio (presidente) Alessia Smedile e Lettera Silipigni, ha accolto la richiesta revocando all’imprenditore la misura degli arresti domiciliari (aggravata dal divieto di comunicazione) sostituendola con quella del divieto di contrattare con la Pubblica Amministrazione per un anno. Il Riesame ha disposto dunque l’immediata liberazione di Ferraro, al quale ieri pomeriggio i carabinieri della Stazione di Santa Teresa hanno notificato il provvedimento.

La Procura della Repubblica di Messina contesta il reato corruttivo all’imprenditore santateresino, al sindaco e all’ex tecnico comunale in quanto Pennisi e Pelleriti, nel febbraio 2020, “ricevevano o comunque accettavano da Ferraro, responsabile della ditta Effe Costruzioni, la promessa di somme di denaro. Inoltre Pennisi riceveva altresì la promessa di altre utilità consistenti nell’acquisto da parte delle predette ditte di materiale edile dalla società Meccanocar della quale è agente di commercio, per compiere un atto contrario ai doveri d’ufficio consistente nella turbativa della procedura negoziata finalizzata all’affidamento dei lavori pubblici relativi al recupero e all’arredo del tessuto urbano di via Roma e di via Chiesa Madre e via Torre di Mojo Alcantara. In particolare i due pubblici ufficiali pilotavano il sorteggio delle ditte interessate alla realizzazione dei lavori, individuando su 308 soggetti che avevano manifestato interesse dieci ditte, tra cui la Effe Costruzioni di Ferraro Santo. Con l’aggravante di aver commesso il fatto consistente nella stipulazione di un contratto in cui è interessata l’amministrazione alla quale il publico ufficiale appartiene”.


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