Martedì 30 Aprile 2024
Convalidato l'arresto dei Cc e riconosciuto un solo reato rispetto ai quattro contestati


Agente investito a Roccalumera, il 43enne lascia il carcere e va agli arresti domiciliari

di Andrea Rifatto | 27/07/2023 | CRONACA

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Quel giorno era in coso la festa della Madonna del Carmelo

Lascia il carcere l’uomo arrestato domenica sera a Roccalumera con l'accusa di aver investito con l’autovettura un agente della Polizia locale. Ieri la giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Messina, Tiziana Leanza, ha convalidato l’arresto del 43enne, Fabio Villari, e disposto nei suoi confronti i domiciliari, con il divieto di comunicare con qualsiasi mezzo con persone diverse da quelle che abitano con lui, consentendogli così nel pomeriggio di uscire dalla casa circondariale di Messina Gazzi. L’uomo era stato arrestato dai carabinieri della Stazione di Roccalumera con le accuse di tentato omicidio, resistenza a pubblico ufficiale, lesioni personali e rifiuto d’indicazioni sulla propria identità personale, ma la convalida e i domiciliari sono stati disposti solo per il reato di  resistenza a pubblico ufficiale. La giudice, infatti, non ha ritenuto vi fossero gli estremi di reato per l’accusa di tentato omicidio, evidenziando che “il contatto tra l’autovettura e la persona offesa, sebbene appaia volontario e reiterato, non risulta - come peraltro dimostrato dalla natura e tipologia delle lesioni riportate - tale da cagionare un serio e concreto pericolo per l’incolumità dell’agente, essendo lo stesso stato investito a distanza ravvicinata dall’autovettura in ripartenza da ferma e senza evidenza di accelerazione”. Una condotta, quella assunta dal 43enne, che per il Tribunale integra piuttosto gli estremi del reato di lesioni personali aggravate, perseguibile con la querela sporta martedì dall’agente della Polizia locale, al quale dopo le visite all’ospedale di Taormina sono stati prescritti dai medici tre giorni di prognosi per le ferite riportate. Fabio Villari, difeso dall’avvocato Giuseppe Irrera, è stato ristretto ai domiciliari perchè secondo la gip Leanza “sussiste un concreto e grave pericolo di reiterazione dell’attività criminosa”, in quanto è “indicativa la sproporzione tra le motivazioni del gesto (l’elevazione di un verbale di contravvenzione per divieto di sosta) e l’azione delittuosa commessa (nei confronti, peraltro, di un pubblico ufficiale), poiché essa vale a dare contezza del fatto che l’indagato è soggetto incapace di porre freno ai propri impulsi di rabbia”. I domiciliari sono stati quindi ritenuta la misura cautelare più idonea perchè “se lasciato libero potrebbe fondatamente reiterare condotte analoghe a quelle in contestazione”.

Quella sera il 43enne roccalumerese si è presentato alla Stazione Carabinieri poco dopo l’accaduto, quando erano appena partite le sue ricerche in base alla targa del veicolo, e ha riferito di aver avuto poco prima un diverbio con un vigile urbano locale che gli aveva elevato una contravvenzione, dichiarando che il pubblico ufficiale, per impedirgli di allontanarsi, si era gettato sul cofano della sua autovettura mentre si stava mettendo in marcia. Diverse e coincidenti tra loro le versioni fornite dall’agente investito e dalla collega che era in servizio con lui, che hanno raccontato come Villari, quando si è reso conto di essere stato multato, ha reagito in maniera scomposta, stracciando il verbale, inveendo contro l’agente e rifiutandosi di fornire le proprie generalità, per poi allontanarsi investendolo per due volte consecutive mentre si trovava davanti l’autovettura per non farlo andare via, reiterando la richiesta di fornire i documenti. La ricostruzione dell’accaduto, svolta anche con le dichiarazioni rese da due testimoni oltre al ritrovamento del verbale di contestazione stracciato, ha così portato il Tribunale a contestare il reato di resistenza a pubblico ufficiale.

Più informazioni: agente investito  


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