Venerdì 19 Aprile 2024
Accusati di abuso d’ufficio e violazioni edilizie per irregolarità sul Piano casa


Abusi edilizi a S. Teresa: rinviati a giudizio due ex tecnici, un consigliere e altri 5

di Andrea Rifatto | 17/01/2018 | CRONACA

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Andranno tutti i processo gli otto imputati di S. Teresa di Riva accusati di abuso d’ufficio e violazioni alla normativa edilizia per costruzioni e ampliamenti di edifici in violazione al Piano casa, che consentiva un aumento del 25% della cubatura nel caso di ricostruzione in seguito a demolizione di abitazioni esistenti, purché le stesse risultassero ultimate al 31 dicembre 2009. Ieri mattina il giudice dell’udienza preliminare del Tribunale di Messina, Carmine De Rose, ha rinviato a giudizio due ex tecnici comunali, l’ingegnere Pietro Mifa e il geometra Francesco Cisto; gli architetti Carmelo Lenzo e Salvatore Massimo Trimarchi e quattro privati, tra cui l’attuale capogruppo di maggioranza consiliare Dario Miano e una familiare. Il Gup, dopo aver sentito gli indagati e i legali difensori, ha accolto la richiesta del pubblico ministero Antonella Fradà, che ha coordinato le indagini svolte dalla Polizia municipale di Messina, e ha decretato l’apertura del processo, che inizierà il 19 aprile dinanzi alla I Sezione penale del Tribunale Peloritano. Mifa e Cisto sono imputati per abuso d’ufficio perché nelle loro qualità di direttore dell’Area Territorio e Ambiente il primo (dal 2009 al 2012) e di tecnico responsabile il secondo (in servizio fino al 2015) hanno rilasciato una concessione edilizia nel dicembre 2011, sulla base di un progetto elaborato da Lenzo, in assenza dei requisiti della Legge regionale 6/2010 (Piano Casa), che ha previsto l’edificazione di un fabbricato a due elevazioni fuori terra per abitazione in via Vittorio Emanuele Orlando con un ampliamento della cubatura pari al 25,52%, firmando la concessione per la ristrutturazione e sopraelevazione in violazione del Piano Casa in quanto il fabbricato era originariamente un magazzino-deposito e non abitazione e non risultava in regola con il pagamento della tassa rifiuti al momento della presentazione dell’istanza.

A Cisto viene addebitato un altro caso, nella qualità di vicedirettore dell’Utc, per aver rilasciato nel dicembre 2010 una concessione edilizia a una società del capogruppo Miano (eletto alle Amministrative 2017) e di una familiare per la costruzione di due immobili a più elevazioni sul lungomare nel quartiere Barracca (9 appartamenti e 3 depositi per 1.501 mc) con progetto redatto da Trimarchi, comprensivi dell’incremento del 25%. Anche in questo caso, secondo l’Accusa, non vi erano i requisiti in quanto il fabbricato era prima un deposito e non era in regola con i pagamenti Tarsu e Ici alla richiesta di concessione. I due ex tecnici del Comune avrebbero dunque procurato intenzionalmente un ingiusto vantaggio ai proprietari. A Lenzo (all’epoca dei fatti anche presidente del Consiglio comunale) e Trimarchi, nella qualità di direttori dei lavori, a Miano e agli altri privati viene contestata la violazione del Dpr 380/2001 (Testo unico dell’Edilizia) per aver eseguito le opere con una concessione illegittima in quanto non sussistevano le condizioni per il rilascio. Lenzo e un cittadino devono rispondere dello stesso reato anche per lavori eseguiti in difformità o in assenza del titolo edilizio (realizzazione di una veranda chiusa con aumento della volumetria del fabbricato e della superficie utile abitativa per 11,38 mq, modificando l’originaria destinazione d’uso della superficie) o in assenza dello stesso (chiusura di un corpo scala con infissi in alluminio e vetrate con aumento della volumetria del fabbricato) e per l’utilizzo di un fabbricato in mancanza del certificato di collaudo. Gli otto sono difesi dagli avvocati Massimo Principato, Paolo Turiano, Antonino De Luca, Carmelo Iaria e Gianfilippo Brunetto. 


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