Giovedì 25 Aprile 2024
Due tecnici comunali e un imprenditore erano accusati di abuso d'ufficio e violazioni


Abusi edilizi a Forza d'Agrò, chiuso il processo con due assoluzioni e una prescrizione

di Andrea Rifatto | 20/03/2021 | CRONACA

2326 Lettori unici

Una vicenda iniziata parecchi anni fa

Si è chiuso con due assoluzioni e una prescrizione il processo di primo grado su presunti abusi edilizi commessi a Forza d’Agrò, per i quali erano imputati l’ex responsabile dell’Ufficio tecnico, l’ingegnere Pietro Mifa e l’attuale dirigente, l’architetto Sebastiano Stracuzzi, oltre all’imprenditore Giuseppe Carullo. Il collegio della Prima Sezione penale, presieduto dal giudice Claudia Misale, ha assolto Mifa e Stracuzzi dall’accusa di abuso d’ufficio perchè il fatto non è previsto dalla legge come reato, in seguito alla depenalizzazione introdotta di recente con la modifica dell’articolo 323 del Codice penale, mentre per Carullo, chiamato a rispondere di violazioni in materia edilizia, è stata pronunciata sentenza di non doversi procedere per prescrizione. L’accusa aveva chiesto per i due tecnici del Comune la condanna a un anno e quattro mesi di reclusione. Pietro Mifa e Sebastiano Stracuzzi sono stati difesi dall’avvocato Rosario Trimarchi, Carullo dall’avvocato Salvatore Gentile. La Procura aveva contestato ai funzionari del Comune di aver rilasciato tra il 2012 e il 2013 tre concessioni e autorizzazioni edilizie in violazione delle normative urbanistiche e del Programma di Fabbricazione, procurando intenzionalmente un ingiusto vantaggio patrimoniale ad alcuni cittadini. Dopo le indagini condotte dalla Sezione di polizia giudiziaria della Polizia municipale di Messina, avviate a seguito di due denunce, una anonima e un’altra presentata da Pietro Muscolino, il pubblico ministero Antonella Fradà aveva chiesto il rinvio a giudizio, disposto nell’ottobre 2017 dal Gup Tiziana Leanza. I tre capi di imputazione riguardavano un’autorizzazione edilizia concessa a Carullo per la realizzazione in piazza Cammareri, a servizio della pizzeria “Antichi Muri”, di una tettoia di circa 50 metri quadrati chiusa sui lati, una concessione edilizia in sanatoria rilasciata ai coniugi Domenico Lombardo e Giuseppina Gentile per realizzare un ristorante in un rustico in contrada Margi e un’autorizzazione edilizia concessa a Mario Gentile per il risanamento conservativo di un fabbricato in via Spitalio. Le indagini avevano evidenziato anche i rapporti di parentela tra la moglie di Carullo, cugina di secondo grado con l’architetto Stracuzzi e sorella dell’allora assessore Giuseppe Stracuzzi, mentre Giuseppina Gentile è cognata (sorella del marito) dell’allora presidente del Consiglio Melina Gentile, che è anche moglie di Mario Gentile.


COMMENTI

Non ci sono ancora commenti, puoi essere il primo.

Lascia il tuo commento

Dichiaro di aver preso visione dell'informativa privacy ai sensi del D.Lgs. n. 196/2003.