Via libera alla partecipata "Patrimonio Taormina": "Ecco perché serve alla città"
di Andrea Rifatto | 06/05/2025 | ATTUALITÀ
di Andrea Rifatto | 06/05/2025 | ATTUALITÀ
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Il sindaco De Luca e il presidente Composto
«Taormina può considerarsi una città metropolitana e ha esigenze che non si possono affrontare senza strumenti come le società partecipate». È la tesi del sindaco Cateno De Luca, illustrata in Consiglio comunale poco prima del via libera alla seconda azienda speciale, la “Patrimonio Taormina”, nata per gestione, dismissione e valorizzazione del patrimonio immobiliare con i voti favorevoli della maggioranza e quelli contrari dell’opposizione, ad eccezione della consigliera Maria Rita Sabato che si è astenuta dando fiducia alle parole del primo cittadino. Secondo l’esecutivo vi è un indubbio vantaggio economico nell’internalizzazione del servizio, perchè gestire ogni immobile e progettarne il recupero costerebbe almeno 10 milioni di euro con affidamenti esterni, mentre la partecipata in tre anni spenderebbe 1.950.000 euro, con ricavi stimati da 450.000 euro del 2025 a 800.000 euro nel 2027. L’azienda si avvarrà di proprio personale da assumere, con un costo che per i primi due anni sarà di 221.401 euro per cinque unità, poi dal 2027 salirà a 303.580 euro per sette unità, oltre ai costi per il distacco del personale comunale (due unità) per un totale annuo di 209.899 euro. Previsti Consiglio di amministrazione con tre membri di cui uno presidente (o amministratore unico), direttore generale e tre revisori dei conti. «La “Patrimonio Taormina” servirà non solo per mettere a reddito e valorizzare l’immenso patrimonio - ha detto De Luca - ma anche a definire una strategia di trasformazione urbanistica per invogliare chi vuole investire, garantendo una possibilità che vada oltre il pizzo legalizzato della burocrazia. Immaginiamo che la frazione Trappitello diventi come Dubai, con nuove strutture per convegni e fiere grazie alla trasformazione dei terreni». Per i consiglieri di minoranza Luca Manuli e Nunzio Corvaia «la cifra di 10 milioni di euro per affidare all’esterno il lavoro di censimento e valorizzazione degli immobili è enunciata senza alcun preventivo, analisi comparativa o documento di supporto - hanno contestato - ed è contraddittorio sostenere che, a fronte di una stima di 10 milioni, la nuova azienda speciale, che si fonderebbe sulle stesse competenze già presenti all'interno del Comune, possa svolgere il medesimo lavoro con un costo stimato di soli 2 milioni di euro. Si tratta di discrepanze che non possono essere ignorate e che testimoniano la fragilità tecnica delle scelte adottate. Inoltre - ha aggiunto Manuli - il sistema delle partecipate riproduce logiche di potere e di controllo ancora più radicate e difficili da combattere». Per Marcello Passalacqua «le finalità sono condivisibili ma non i metodi - ha detto in aula - va potenziata la macchina comunale con la centralizzazione del potere comunale negli uffici, è necessario assegnare maggiore potere agli assessori per gestire le situazioni, oltre che reintegrare e formare il personale». Il sindaco ha replicato affermando che le nomine politiche sono previste dalla legge e che basta anche un presidente o un direttore generale adeguato per cambiare in positivo un contesto: «Non ritengo onesto tirare a campare viste le potenzialità non espresse di Taormina - ha concluso De Luca - abbiamo una visione manageriale e attueremo una strategia di rete tra Comune e partecipate affinché il patrimonio comunale da punto di debolezza diventi punto di forza. Il Consiglio comunale potrà fare le proprie analisi in sede di approvazione dei bilanci e dei rendiconti». La Taormina Social City si occuperà invece della gestione diretta dei servizi sociali, di aiuto domestico, assistenza autonomia e comunicazione studenti disabili, educazione scolastica, asilo nido, casa di riposo “Carlo Zuccaro” e altre attività per i più deboli: la spesa attuale annua ammonta a 1.083.565 euro, di cui 608.156 euro esternalizzati, e il piano prevede un risparmio di 106.581 euro annui con maggiore qualità dei servizi, minor turnover del personale e trasparenza gestionale.