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Un pezzo di Sicilia su Rai Uno - FOTO e VIDEO
di Andrea Rifatto | 02/02/2014 | ATTUALITÀ
di Andrea Rifatto | 02/02/2014 | ATTUALITÀ
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Dopo la puntata di Linea Verde Orizzonti andata in onda l'11 gennaio scorso, dedicata a luoghi, prodotti e sapori tipici della costa orientale siciliana, la Sicilia torna protagonista sulle reti televisive nazionali. La puntata di Linea Verde andata in onda su Rai Uno domenica 2 febbraio, sotto la conduzione di Patrizio Roversi e Ingrid Muccitelli, ha fatto conoscere meglio uno spaccato di Sicilia nord orientale, tra Jonio e Tirreno: un territorio di grande rilevanza ambientale ed agricola. Il tour di Linea Verde ha avuto inizio a Nizza di Sicilia, dove le telecamere della trasmissione domenicale di Rai uno hanno ripreso vari momenti dell’attività quotidiana dell’Azienda Agricola Reitana, guidata da Attilio Interdonato (Presidente del Consorzio di Tutela del Limone Interdonato IGP), e testimoniato la passione con la quale vengono eseguite le tecniche agricole per la coltivazione del Limone Interdonato, particolare varietà nata dall'innesto ibrido tra limone ed arancio amaro, sperimentato nel 1875 dal colonnello Giovanni Interdonato, appassionato agrumicoltore, nel suo agrumeto in contrada Reitana ad Alì Terme. Il limone ha ottenuto l’IGP con la denominazione Limone Interdonato Messina Jonica. A Giammoro Linea Verde è andata a far visita in uno stabilimento dove dalla lavorazione delle arance si ottiene il succo che viene poi venduto in tutto il mondo. Le arance vengono lavorate con un processo a secco e insieme al succo, destinato al commercio alimentare, viene anche estratto l'iolio essenziale, utilizzato invece nei profumi, nei medicinali e nei dolci. Per rivedere l'intera puntata clicca qui VIDEO - Patrizio Roversi a Nizza di Sicilia alla scoperta del Limone Interdonato
Diversi i temi trattati: dalla redditività dell’oro siciliano, gli agrumi, alla fragilità del territorio e i dissesti idrogeologici che hanno segnato diverse zone del messinese, fino ad arrivare in un allevamento millenario di pecore e capre, dove si produce un formaggio di rara bontà: il “Maiorchino.
Ingrid Muccitelli è andata invece a Barcellona Pozzo di Gotto, nell'azienda agricola biodinamica "Salamita", dove viene praticata dal 1974 l'agricoltura biodinamica secondo i principi formulati dall'austriaco Rudolf Steiner. Agricoltura biodinamica ovvero non impiegare additivi chimici, come per le coltivaziooni biologiche: ma la diffferenza principale sta nell'utilizzare preparati biodinamici, come ad esempio il cornoletame, per far sì che la terra si alimenti delle proprie sostanze senza la necessità di metodi meccanici fissi di coltivazione. Sono 70 le aziende nel messinese che hanno adottato il metodo biodinamico, soprattuto per la coltivazione delle arance.
Con Federica Argentati, presidente del Distretto Agrumi di Sicilia, Patrizio Roversi ha discusso dei problemi del settore agrumicolo siciliano, ovvero una filiera troppo lunga, rapporti difficili con la grande distribuzione, problemi di logistica, aziende troppo piccole e una concorrenza estera feroce. La Sicilia è la principale produttrice di agrumi ma manca la giusta strategia che porti i produttori a fare squadra: bisogna puntare sulle particolari varietà che solo la nostra terra produce e allo stesso tempo è necessario un intervento delle istituzioni per far si che i prodotti siciliani vengano ancor più valorizzati.
A Patti la Muccitelli a mostrato al pubblico di Rai Uno il lavoro dell'azienda Caleca, che produce manufatti ceramici dalla lavorazione dell'argilla: materiale che un tempo veniva prelevato direttamente dalle cave del posto ma che adesso viene importato da altre regioni e dall'estero. La peculiarità dell'azienda Caleca è l'utilizzo di colori atossici per la decorazione dei prodotti, che li rende "biologici" e sicuri per l'utilizzo in cucina.
Da Messina Patrizio Roversi si è alzato in volo per raggiungere la piana di Milazzo, in compagnia del prof. Giovanni Randazzo, docente di geologia ambientale presso l'Università di Messina. La piana di Milazzo, che secondo la leggende un tempo era popolata dagli dei, è una piana di origine alluvionale caratterizzata da una fiorente agricoltura ma anche da un polo industriale creato negli anni '60 per incrementare lo sviluppo dell'isola. Non è mancato un accenno ai problemi di erosione della costa tirrenica, a cui si è cercato negli anni di porre rimedio tramite la posa di barriere flangiflutti e pennelli che però hanno solo spostato il problema senza risolverlo, creando un dissesto della costa. La soluzione più idonea, adottata a partire dal 2000, è secondo il prof. Giovanni Randazzo il ripascimento artificiale delle coste, tramite il prelievo di sabbia sui fondali marini. Le spiagge per loro natura si muovono, ma i loro killer sono i lungomari. Sullo sfondo l santuario di Tindari e i laghetti salmastri di Marinello.
A quattro anni dalla tragedia di Giampilieri, quando un oceano di fango cancellò un paese e 37 vite, Linea Verde è tornata sui luoghi del disastro. Qualcosa si è fatto, ma molto resta da fare soprattutto in termini di prevenzione e consapevolezza che l’abbandono delle campagne è denso di conseguenze, pessimo alleato delle variazioni climatiche. Con il presidente dell'Ordine regionale dei Geologi Fabio Tortorici si è discusso della necessità di una maggiore presenza della figura del geologo all'interno delle istituzioni, mentre il Dirigente regionale del Dipartimento di Protezione Civile Calogero Foti ha ribadito come l'individuazione degli scenari di rischio sia la strada maestra da percorrere per evitare il ripetersi di tali tragedie. Due gli obiettivi principali: la difesa attiva tramite opere strutturali e una difesa passiva attravcerso l'adozione di norme comportamentali indirizzate alla salvaguardia dei territori. Insieme a Massimo Gargano, presidente Unaprol - Consorzio Olivicolo Italiano, Patrizio Roversi ha piantato un ulivo, pianta simbolo contro la fragilità del terreno grazie al proprio apparato radicale ma anche emblema di vita.
Ultima tappa della puntata di Linea Verde è stato una azienda di S. Lucia del Mela, dove vengono allevate oltre 1000 capi tra capre e pecore in un pascolo biologico ma soprattuto dove si produce una specialità tutta siciliana: il maiorchino. Mario Mirabile, gestore dell'allevamento, ha spiegato il complicato processo che porta alla produzione del formaggio, divenuto presidio Slow Food e considerato ormai come un prodotto di nicchia.
Come di consueto in finale di tramissionesulla tavola imbandita non potevano mancare varie specialità della cucina siciliana, gustate da Patrizio Roversi e Ingrid Muccitelli: dai maccheroni al sugo alla ricotta infornata ai cannoli. "Mi chiedono dove si mangi meglio al mondo - ha concluso Roversi -: la Sicilia con i suoi ingredienti così forti e allo stesso semplici credo sia la risposta". Non ne avevamo dubbio.