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Torrente Savoca, neanche le briciole: revocati i 60mila euro per la risagomatura
di Andrea Rifatto | 14/03/2015 | ATTUALITÀ
di Andrea Rifatto | 14/03/2015 | ATTUALITÀ
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Il torrente Savoca: alveo sempre più innalzato
Spariscono anche le briciole. Gli effetti della Legge di Stabilità 2015 approvata dal Governo nazionale, che ha previsto la rimodulazione della distribuzione delle risorse del Piano d’Azione e Coesione (Pac) non ancora impegnate alla data del 30 settembre 2014, hanno avuto come nefasta conseguenza la revoca dei decreti di finanziamento già esitati dall’assessorato regionale Territorio e Ambiente per gli interventi di manutenzione e risagomatura dei torrenti siciliani. Nel dicembre scorso erano stati 39 i provvedimenti di approvazione e finanziamento dei progetti presentati dagli Uffici del Genio civile di sette province, riguardanti interventi di manutenzione sul demanio idrico fluviale da eseguirsi in economia con personale e mezzi dell’Esa (Ente di Sviluppo Agricolo). Due di questi riguardavano la riviera jonica: il torrente Savoca, che divide gli abitati di S. Teresa di Riva e Furci Siculo, dove era stato redatto un progetto per “Interventi di manutenzione nel demanio idrico fluviale nel tratto compreso tra la confluenza del torrente Abramo e l’abitato della frazione Giardino superiore nel comune di Santa Teresa di Riva, a protezione della Sp 23 per Savoca”, e il torrente Pagliara, tra Furci Siculo e Roccalumera, dove erano previsti “Interventi di manutenzione nel demanio idrico fluviale nel torrente Pagliara in località Cittadella, a protezione della condotta dell’acquedotto del comune di Pagliara”. In entrambi i casi erano stati stanziati 60mila euro, a valere sulle risorse Pac III Azione B6, sottoazione A2: somme giudicate dagli amministratori locali assolutamente non sufficienti per poter mettere in sicurezza gli alvei dei due corsi d’acqua, ma comunque utili a risolvere alcune criticità più urgenti. Dopo la pubblicazione dei decreti sulla Gazzetta Ufficiale della Regione Siciliana sembrava ormai fatta, ma invece è arrivato il dietrofront: il dirigente generale dell’assessorato Territorio e Ambiente, Maurizio Pirillo, dopo aver ricevuto una nota dal Dipartimento Programmazione dove si evidenziava la concreta incertezza sulla copertura finanziaria e si invitava a sospendere ogni procedimento relativo all’attuazione degli interventi, ha decretato la revoca in autotutela di tutti gli atti che davano il via libera ai progetti, in attesa di una nuova programmazione regionale di opere di manutenzione sul demanio idrico fluviale, in funzione delle risorse regionali, statali e comunitarie che si renderanno disponibili a partire dal 2015. Tutto da rifare, dunque, dopo mesi di incontri, trattative e promesse, senza contare che nel dicembre scorso la Regione, puntando sempre sui fondi Pac, aveva approvato un altro piano di interventi per la manutenzione straordinaria del demanio idrico fluviale, stanziando 25milioni per 44 opere in tutta l’Isola. Piano che per il momento rimarrà nei cassetti dell’assessorato Territorio e Ambiente, in attesa di nuove risorse. S. Teresa e Furci a rischio. Il capogruppo Triolo: "Non escludo manifestazioni di protesta"
A subirne le conseguenze saranno ancora una volta i cittadini, in particolare nel caso del torrente Savoca: da anni ormai il livello dell’alveo si è innalzato a dismisura e il rischio di esondazione è sempre più alto. A nulla sono valse le proteste lanciate dagli amministratori dei due centri interessati, non ultima la lettera inviata nelle scorse settimane dal capogruppo di maggioranza di S. Teresa di Riva, Sandro Triolo, al Prefetto di Messina, al Presidente della Regione, al dirigente generale dell'assessorato Territorio ed Ambiente, all'Ingegnere capo del Genio Civile di Messina, al Dipartimento della Protezione civile di Messina e alla Procura della Repubblica peloritana. Parole dure quelle di Triolo, che si faceva portatore del sentimento delle comunità di S. Teresa e Furci, “prese in giro da una classe dirigente inetta, improvvisata e soprattutto fallimentare. La stagione invernale è al culmine – scriveva Triolo – e le intense piogge hanno ingrossato le aste torrentizie determinando, in molti punti, fortissime criticità. Ci avete abbandonato a un destino che non è lontano da episodi drammatici: troppe riunioni, troppe parole, troppi sopralluoghi, troppo di tutto si è fatto, tranne ciò che si doveva”. Uno sfogo che si concludeva con un ulteriore invito a porre in essere le iniziative dovute al fine di eliminare il pericolo che incombe quotidianamente, “non escludendo, nel frattempo, manifestazioni di protesta popolare a difesa delle comunità”.