Giovedì 13 Novembre 2025
Approvate alcune modifiche dopo i rilievi della Corte dei conti. La minoranza contraria


Taormina, via libera finale ad Equità Urbana: "Partecipate usate come strumento politico"

di Andrea Rifatto | oggi | ATTUALITÀ

165 Lettori unici

In aula nove voti favorevoli

ia libera definitivo dal Consiglio comunale di Taormina alla società “Equità Urbana Spa”, la nuova partecipata creata dall’Amministrazione comunale per le attività di accertamento e riscossione dei tributi e delle entrate extratributarie. Dopo il confronto del 24 settembre con la Corte dei conti, che il 30 luglio ha espresso parere parzialmente negativo sulla delibera consiliare del 7 giugno con la quale è stata costituita la società pubblica in house providing, la giunta del sindaco Cateno De Luca ha proposto all’aula una nuova versione dello statuto, redatta facendo proprie le osservazioni dei giudici contabili e mantenendo allo stesso tempi i principi cardine che hanno portato alla creazione della società. La delibera, illustrata brevemente dall’assessore alle Partecipate, Giuseppe Sterrantino, ha incassato nove voti favorevoli dai consiglieri di maggioranza (assente Claudio Giardina) e cinque contrari dai gruppi di opposizione (assente Marcello Passalacqua). Rispetto alla prima versione dello Statuto, sono stati eliminati due articoli che prevedevano la possibilità di compiere operazioni commerciali, industriali e immobiliari, concedere fidejussioni, avalli, cauzioni e garanzie reali e partecipare ad avvisi e bandi e concedevano al segretario del Comune di Taormina di ricoprire l’incarico di direttore generale. Sul personale la giunta ha confermato il dato fabbisognale di 15 unità per la fase di start up, evidenziando che «il dato di costo del personale indicato nel business plan in fase di start up e per gli anni successivi non subisce alcuna duplicazione nè determina proiezioni economico-finanziarie (non) idonee a soddisfare i requisiti di affidabilità e attendibilità, in pregiudizio al parametro della sostenibilità finanziaria del business plan». Per il resto l’Amministrazione comunale ha motivato nella delibera le ragioni per le quali intende andare avanti con l’ossatura già definita in precedenza, soffermandosi sui punti oggetto di interesse dei magistrati contabili. Ribadita la decisione di costituire la società in house sotto forma di società per azioni, con capitale sociale di 500.000 euro e durata trentennale, in quanto «costituisce la soluzione più coerente e funzionale per assicurare legalità, efficienza e continuità alla gestione delle entrate locali, in piena conformità con il quadro normativo». 

«Non siamo contrari allo strumento ma al modo in cui viene utilizzato - ha detto il capogruppo di “Rinascimento Taormina”, Luca Manuli - l’Amministrazione afferma che servono le partecipate per migliorare i servizi per i cittadini, a nostro modo di vedere, invece, vengono utilizzate come strumento politico e ne abbiamo la conferma dopo le prime nomine e gli affidamenti diretti già siglati, con i quali è già stato superato il budget». Manuli ha evidenziato come quello della Corte dei conti non sia stato un “liberi tutti” e che la responsabilità di cosa si approva rimanga in capo al Consiglio comunale, sollevando dubbi su alcuni aspetti tecnici e contabili, ai quali in aula ha risposto il consulente esterno per le partecipate, Antonio Musicò. «Viene previsto che dal 2028 la società si reggerà sugli aggi della riscossione, pari l’1% sulla riscossione ordinaria, il 4,5% sull’accertato e il 6% sulla riscossione coattiva - ha spiegato l’esponente di opposizione - e nel 2028 si prevede che quasi il 60% dei ricavi derivi dagli aggi della coattiva: ma se stiamo facendo la lotta all’evasione, perchè nel 2028 continueremo ad avere una quota così grande di riscossione coattiva? Mi sembra strano. Nel contratto di servizio si dice che verrà applicato l’aggio più basso presente sul mercato e attualmente la Sogert applica lo 0,5% sulla riscossione, dunque più basso di quello previsto da “Equità Urbana Spa”. Non stiamo neanche modificando il contratto di servizio, copiato dalla città di Torino, dove sono previste 5 persone per gestire il call center su una stima su 100.000 telefonate l’anno, ma è ovvio che non ci saranno 5 persone al call center nè 100.000 telefonate». 

«Abbiamo creato un sistema di partecipate che si accompagna in modo preponderante all’attività degli assessori, forse addirittura esautorandoli - ha sottolineato l’esponente di minoranza - quindi la partecipata diventa effettivamente un braccio armato importante dell’Amministrazione nell’eseguire la linea politica e spendere le risorse che le vengono date. La normativa regionale stabilisce che non possono esserci consiglieri comunali parenti di amministratori - ha aggiunto - invece nelle partecipate ciò avviene e visti i gradi di parentela mi chiedo se il Consiglio comunale possa esprimere liberamente un parere sulle società partecipate e sul loro operato e se non vi siano situazioni contingenti che incidano sul voto. Sono preoccupato per l’assetto della città - ha concluso il consigliere Luca Manuli - perchè queste società partecipate resteranno negli anni e rappresentano strutture di costi».


COMMENTI

Non ci sono ancora commenti, puoi essere il primo.

Lascia il tuo commento

Dichiaro di aver preso visione dell'informativa privacy ai sensi del D.Lgs. n. 196/2003.