Lunedì 02 Giugno 2025
Dibattito in Consiglio comunale sulla gestione finanziaria del Comune negli ultimi lustri


Taormina, scontro sul dissesto e sui meriti della fuoriuscita. Pesanti ombre sul passato

di Andrea Rifatto | 30/05/2025 | ATTUALITÀ

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Nunzio Corvaia e Cateno De Luca

Due ore di confronto (e scontro) in Consiglio comunale a Taormina sul dissesto finanziario, dichiarato nel luglio 2021 e chiuso a ottobre 2024. Protagonisti del botta e risposta, in particolare, il sindaco Cateno De Luca e il consigliere di minoranza Nunzio Corvaia. «Il default non andava dichiarato - ha ribadito il primo cittadino - chi ha gestito il Piano di riequilibrio è stato consigliato male, con il principio del buon padre di famiglia il Comune non sarebbe collassato. A Messina ho ereditato una situazione peggiore di Taormina e ho rimodulato il Piano. Perchè qui si è stato fatto? Perchè nessuno si è voluto prendere la responsabilità? Tutti sapevano - ha sostenuto De Luca - che i Piani di riequilibrio fossero fasulli, ma recitavano parti diverse preferendo navigare sul Titanic, il Consiglio ha barato per 15 anni e in aula si sono consumati i peggiori delitti sulle spalle della città, con un comportamento complice contro l’interesse pubblico che ha generato decine di milioni di euro di danni. Chi mi ha preceduto ha un pezzo di responsabilità». Il sindaco ha ripercorso tutto l’iter evidenziando che la bocciatura del Piano di riequilibrio del 2016 per pagare 18 milioni di euro di debiti, respinto nel 2021 dalla Corte dei conti, è stata legata in primis ad una errata quantificazione della massa passiva, con 31,8 milioni di debiti non censiti, elogiando l’operato della sua Amministrazione comunale insediatasi a giugno 2023 e soprattutto l’approvazione del “Salva Taormina”: «Abbiamo messo subito a disposizione dell’Osl 12 milioni per chiudere il debito con l’ex Impregilo - ha affermato il sindaco - e con la manovra abbiamo consegnato all’Organismo straordinario di liquidazione altri 11 milioni. In tre mesi abbiamo recuperato le risorse e c’è stato un cambiamento totale dello scenario e della rotta seguita dal Comune. Se non fossimo intervenuti con il “Salva Taormina” saremmo ancora a discutere di dissesto, visto l’andamento delle riscossioni, non è tutto merito mio e ringrazio l’Osl per avermi ascoltato. Taormina entrerà negli annali per aver chiuso celermente il default, visto che la media è di 5-7 anni». Il primo cittadino si è soffermato anche sulla riscossione dei tributi, evidenziando come gli accertamenti abbiano subito un incremento del 75%.

Affermazioni ribattute in aula da Corvaia: «Il Salva Taormina è stato approvato il 31 luglio 2023 e aumentando tutte le tariffe si è incassato molto di più - ha esordito - ma i provvedimenti che hanno reso disponibili le somme per l’Organismo straordinario di liquidazione risalgono a prima. La Sogert è stata incaricata nel 2022 di recuperare i tributi non riscossi e con quelle entrate abbiamo versato all’Osl i 12 milioni di euro già incassati. Il merito della chiusura del dissesto finanziario è della precedente Amministrazione che ha adottato la procedura semplificata - ha rimarcato - grazie al lavoro svolto dal segretario Giuseppe Bartorilla, dalla ragioniera Angela La Torre e dall’esperto Angelo Scandura, che hanno dato il via libera stabilendo che il dissesto sarebbe durato tre anni». Corvaia ha evidenziato come tra novembre 2022 e giugno 2023 l’Osl abbia raggiunto accordi per estinguere 72 milioni di debiti (pari al 66%), lavorando per 19 mesi con l’Amministrazione Bolognari che ha versato 25 milioni di euro e per 16 mesi con quella di De Luca che ha girato 24 milioni di euro, di cui cinque restituiti a fine dissesto e utilizzati pagare i debiti rimasti fuori dalle transazioni, con l’aggiunta di 4 milioni di euro derivanti dal “Salva Taormina”.  I toni si sono accesi a fine seduta, quando il sindaco Cateno De Luca ha accusato Nunzio Corvaia di aver fatto danno alla comunità da assessore al Bilancio, omettendo di consegnare alla Sogert la lista di carico dei contribuenti del canone idrico per recuperare le somme evase.

A gettare pesanti ombre sul passato è stato il consigliere di minoranza Marcello Passalacqua: «È ingeneroso attribuire il dissesto ad un solo sindaco - ha detto nel suo intervento - i cattivi comportamenti sono andati avanti per 40-50 anni, sono stati occultati reiteratamente e deliberatamente dai funzionari i debiti fuori bilancio, c’è stato un atteggiamento da corruzione, uno sperpero di denaro pubblico in incarichi a pioggia senza nessuna logica, contributi a privati, appalti senza gara, esperti poco professionali pagati profumatamente, commissari straordinari che hanno speso in tre mesi 779mila euro a differenza di un sindaco che in cinque anni ne ha spesi 353mila. Ma nessuno ha mai pagato singolarmente ma è stato sempre il Comune a subirne le conseguenze».


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