Taormina, polemiche sui rifiuti tra regole e soluzioni contestate: "Basta gogna social"
di Andrea Rifatto | 24/07/2025 | ATTUALITÀ
di Andrea Rifatto | 24/07/2025 | ATTUALITÀ
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Rifiuti esposti fuori orario
Continua a far discutere a Taormina la questione relativa agli orari conferimento dei rifiuti nel centro storico, che nel periodo 1 aprile-30 ottobre impongono a cittadini e attività commerciali di esporre gli scarti per la raccolta differenziata porta a porta dall’1.30 alle 5. Dopo i “blitz” condotti nelle scorse settimane dal Comune, che ha sanzionato i trasgressori, seppur malvolentieri la maggior parte degli utenti sembra essersi adeguata e lo stesso sindaco Cateno De Luca lo ha constatato personalmente in questi giorni: «Verso mezzanotte e mezza ho controllato la situazione lungo il corso principale di Taormina - ha raccontato - ed oltre ad essere pulitissimo, ho incrociato per ben due volte fino all’1.15 gli operatori che spazzavano a terra e svuotavano i cestini. L’unica anomalia è stata la presenza di sacchi e rifiuti che ho incrociato verso mezzanotte e quaranta in una traversa, ho scattato le foto ed ho avvisato Asm e Polizia locale per beccare lo “zozzone” che ha esposto i rifiuti con oltre un’ora di anticipo. Sapremo anche nome e cognome e lo multeremo». Nelle ore successive il sindaco di Taormina ha pubblicato un verbale di contestazione da 350 euro per violazione delle ordinanza sindacali elevato nei confronti di un’utente, del quale è stato mostrato inizialmente il nome poi oscurato, che ha dichiarato che buona parte dei rifiuti contestati non erano di sua competenza. Ma a far discutere sono gli orari di conferimento, sui quali l’Amministrazione comunale non ha voluto fare marcia indietro seppur dalla maggioranza erano arrivati timidi segnali di disponibilità a modificare l’ordinanza». E a quanti fanno presenti le difficoltà a dover esporre in strada i contenitori, De Luca ha trovato la sua soluzione: «Se si organizzano con un solo soggetto a cui danno le chiavi, magari pagando 5 euro a testa a sera, non risolvono il problema? Il prossimo anno organizzeremo anche questo servizio, così non ci sono “sevizie e seviziati”». «Il problema lo crea il Comune e la soluzione te la fa pagare - ha contestato il capogruppo di minoranza Luca Manuli (“Rinascimento Taormina”) - alcune persone fanno notare che gli orari imposti per buttare la spazzatura sono insostenibili e chiedono: come possono le attività (e aggiungiamo noi: i residenti) rispettare una regola del genere? Il sindaco risponde solo riferendosi alle attività. Per i residenti, al solito, nemmeno una parola, come se in centro non vivesse nessuno, come se il cuore di Taormina fosse un set a cielo aperto, buono solo per bar, negozi e turisti. Ma la parte più inquietante è un’altra - prosegue il consigliere - nella risposta spunta finalmente il piano dell’Amministrazione: un “servizio” a pagamento con 5 euro al giorno per delegare il conferimento dei rifiuti a un privato. Totale? 150 euro al mese, 1.800 euro l’anno. E così si scopre il gioco: si impone una regola ingestibile, si crea disagio e si propone un servizio privato a pagamento come “soluzione”, il tutto ignorando completamente chi in centro vive, ogni giorno, tutto l’anno. A Taormina oggi non si paga solo per la spazzatura, si paga per vivere, per dormire, per restare. E chi non può o non vuole pagare… si arrangi» Sulla pagina social di Asm, invece, è stato pubblicato un video girato con uno smartphone che mostra una persona, definita “zozzone”, che lascia sulla spiaggia alcuni sacchetti di rifiuti attorno all’isola ecologica. Denunce pubbliche contestate da Manuli: «Si preferisce postare foto notturne, puntando il dito contro i cittadini, senza mai affrontare il vero problema - afferma - una regola ingestibile, imposta senza conoscere davvero il territorio. Il problema degli orari di conferimento esiste, e colpisce chi in centro vive, ma l’Amministrazione continua a ignorarlo». Secondo Manuli «sanzionare un trasgressore è un dovere dell’Amministrazione, umiliarlo no, e questo clima tossico e inadeguato dimostra come la gestione della cosa pubblica sia ormai in mano a persone che utilizzano la gogna mediatica come strumento di intimidazione e controllo. Se il termine “zozzone” compare su un post ufficiale, allora si è davvero superato il limite, anche un trasgressore o presunto tale ha diritto al rispetto».