Sabato 24 Maggio 2025
I consiglieri Manuli e Corvaia illustrano i punti deboli delle nuove aziende: ecco come


Taormina, le partecipate segnalate a Procura e Corte dei conti: "Opacità e maggiori costi"

di Andrea Rifatto | ieri | ATTUALITÀ

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I membri della Taormina Social City, la prima partecipata nata

«Non viene salvaguardato né il principio di trasparenza dell’operato dell’azione amministrativa né il pubblico interesse e l'utilizzo oculato delle risorse pubbliche, onde contrastare l’aumento ingiustificato del ricorso al modulo societario, con inefficienze gestionali gravanti sui bilanci degli enti partecipati». È  la tesi messa nero su bianco dai consiglieri di minoranza Luca Manuli e Nunzio Corvaia, del gruppo “Rinascimento Taormina”, in una segnalazione inviata  all’Assessorato regionale delle Autonomie locali, alla Procura della Repubblica di Messina e alla Procura regionale della Corte dei Conti in merito alla costituzione delle società partecipate Taormina Social City, Patrimonio Taormina e Fondazione Taormina, che vanno ad aggiungersi all’azienda speciale Asm (da trasformarsi in Spa) e alla costituenda Equità urbana Spa, a partecipazione interamente pubblica del Comune. Manuli e Corvaia evidenziano elementi di forte criticità anche con riferimento al rispetto della normativa, rilevando che negli atti di costituzione delle partecipate «si rinvengono delle dettagliate analisi qualitative che non si riflettono, tuttavia, nelle analisi numeriche dei piani triennali e non si coglie la convenienza nella creazione di nuove persone giuridiche per lo svolgimento delle attività attualmente in capo al Comune». Nella segnalazione viene spiegato che «la proposta dell'atto deliberativo, nella prospettazione dei benefici economici di detta operazione, non offre una chiave valutativa suffragata da una compiuta analisi dei costi-benefici, da previsioni attendibili ed affidabili, da accurate analisi del rischio di impresa ed infine da studi comparativi su eventuali soluzioni alternative». 

Le criticità espresse sono rafforzate dai due consiglieri dal fatto che Taormina è un piccolo comune (10.500 abitanti), da poco uscito dal dissesto finanziario, che seppur caratterizzato da introiti importanti, rimane in quanto capacità amministrativa e qualità degli organi societari quella tipica di un piccolo comune. «Pertanto la costituzione di queste controllate, oltre a determinare una maggiore "opacità" dei rapporti societari di cui l'ente è titolare - scrivono - determina anche un maggiore aggravio nella gestione di tali rapporti da parte degli uffici preposti (controllo analogo), determinando l'emersione di un'onerosità indiretta che si riflette sia nelle inefficienze sia nel mero costo di struttura». A supporto delle loro affermazioni, i consiglieri Luca Manuli e Nunzio Corvaia hanno allegato alla segnalazione una corposa documentazione di centinaia di pagine divise in quattro capitoli, la proposta, il contesto attuale, il modello di gestione e il rispetto della normativa, oltre ad un'analisi dei singoli provvedimenti di Giunta e Consiglio comunale che hanno portato alla nascita delle nuove partecipate a Taormina, chiedendo a Regione, Procura e Corte dei conti un controllo approfondito dell'iter amministrativo e il monitoraggio continuativo delle future azioni.


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