"Taormina è soffocata dall’overtourism, non servono altri parcheggi ma una vera strategia"
di Redazione | 20/09/2025 | ATTUALITÀ
di Redazione | 20/09/2025 | ATTUALITÀ
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Turisti sul corso Umberto I
Taormina è una città soffocata dall’overtourism, dove si pensa a costruire altri parcheggi ma non vi è alcuna strategia per la gestione del flusso turistico. A denunciarlo è il gruppo politico Progetto Ricostruzione Taormina, che al termine dell’estate tira le somme sull’andamento della stagione. «Il termine overtourism è sulla bocca di mezza Italia, soprattutto di quelle realtà che vivono di, con e per il turismo - afferma Alessio Bonesoli, uno dei membri della compagine - Taormina boccheggia, soffoca, oppressa da un flusso di turisti mordi e fuggi che rovina l’immagine della città stessa, visitatori che vogliono viverne l’essenza e che hanno un impatto economico maggiormente rilevante sul territorio, facendo ripercuotere gli effetti negativi sulla vita quotidiana dei suoi stessi abitanti. Il sindaco parla di brand e di come attrarli, ma continua a mancare una strategia unidirezionale e coerente. Piuttosto vi è una strategia che pensa alla costruzione di parcheggi per oltre 5.000 posti auto. Se ci si ferma a pensare in maniera logica e senza preconcetti, viene da chiedersi: tutto questo ha senso?». Progetto Ricostruzione Taormina si domanda infatti se sia ragionevole far arrivare ancora più gente, soprattutto turisti di prossimità, in un territorio morfologicamente limitato e già saturo, evidenziando come gli imprenditori locali si siano esposti, soprattutto quelli che cercano di rivolgersi ad una target a cui dovrebbe aspirare Taormina (secondo quanto affermato soprattutto dall’assessore competente). «Troppa gente e troppi eventi non coerenti con l’autenticità del territorio compromettono l’esperienza del visitatore - sostiene Bonesoli - la “slow-life” del viaggiatore viene vissuta all’interno delle strutture alberghiere, poiché basta fare un passo in centro per trovare solo caos e non un continuum con esse. Nel frattempo gli incarichi fioccano: si progetta, si pensa a nuovi territori su cui far colare quintali di cemento e la città e i suoi residenti vivono la quotidianità come una guerra. Sono passati due anni mezzo e l’unica cosa sensata che avrebbe potuto rappresentare un boccata d’aria resta ferma al palo: la zona a traffico limitato, ma non bisogna parlarne: si dice che l’iter è stato avviato, ma il sindaco vuole approfondire. E intanto il tempo passa, il terzo anno è già cominciato e la città è esausta».