Taormina, cittadini e minoranza contro le regole rifiuti: "Caos e problema peggiorato"
di Redazione | 02/10/2025 | ATTUALITÀ
di Redazione | 02/10/2025 | ATTUALITÀ
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"Diritto al sonno” attende risposte da un mese e mezzo
Piovono critiche sulle nuove regole e sui nuovi orari di conferimento dei rifiuti stabiliti a Taormina dall’ultima ordinanza del sindaco Cateno De Luca. A contestare le disposizioni interviene in particolare il Comitato “Diritto al sonno”, che l’11 agosto ha presentato una petizione al primo cittadino chiedendo un orario più “umano” per il conferimento delle utenze domestiche nel centro storico, esteso alle 7 tutto l’anno così da non costringere i residenti a interrompere il sonno in piena notte. «L’ultima ordinanza non è la risposta che i residenti aspettavano - esordisce il Comitato - peggiora l’inverno e rinvia il problema ad aprile. È un atto che non dà risposta alle richieste, formali e pubbliche, avanzate dai residenti del centro storico, e che addirittura peggiora la fascia di conferimento nel periodo invernale. Peraltro, mentre si annunciano “comitati di quartiere”, quando un comitato spontaneo di residenti esiste già non viene nemmeno convocato. Ricordiamo che la nostra petizione protocollata l’11 agosto è priva di riscontro formale e chiediamo nuovamente una risposta scritta nei termini di legge» Secondo “Diritto al sonno” l’ordinanza non risolve (e in parte peggiora) il problema perchè dall’1 aprile si torna al “cuore della notte” con l’orario di conferimento, mentre in inverno la situazione peggiora perchè si passa dall’orario 23-5 a mezzanotte-1 per corso Umberto I, piazza Duomo, piazza Vittorio Emanuele e via Teatro Greco. «È una riduzione drastica della fascia utile, che non tutela il diritto al riposo di famiglie, anziani, lavoratori e persone fragili - viene fatto presente - così come la creazione dei punti mobili di conferimento dalle 21 alle 23 per molte famiglie significa dover uscire quasi ogni sera, spesso in orari incompatibili con turni di lavoro, cura dei minori o condizioni di salute. Non è un’alternativa reale a un orario domestico più umano e obbligare i residenti a portarsi dietro il mastello (anziani, persone con difficoltà motorie) è una frizione inutile. Esistono soluzioni tecniche più semplici e diffuse (tessera sanitaria/Cns, badge Rfid personale, Qr univoci) che identificano l’utenza senza costringerla a trasportare il contenitore, che spesso pesa più dei rifiuti che contiene. L’ordinanza, invece, vincola tutto al mastello». Il Comitato “Diritto al sonno” chiede quindi una risposta alla petizione, la convocazione in un tavolo istituzionale, un orario esteso alle 7 tutto l’anno e un accesso ai punti mobili senza mastello al seguito: la vivibilità del centro: «Dopo mesi di promesse mancate e ordinanze sempre più penalizzanti, diciamo con chiarezza che la pazienza dei residenti è finita - conclude - non ci lasceremo ridurre al silenzio né trattare come ostaggi. La salute, la dignità e la vita quotidiana di chi abita il centro storico valgono più della propaganda politica di chi governa». Il consigliere di minoranza Luca Manuli: «Regna la totale confusione»
Sulla vicenda interviene anche il consigliere di minoranza Luca Manuli, capogruppo di Rinascimento Taormina: «Dal silenzio assordante dei consiglieri di maggioranza alla confusione dell’azione amministrativa - esordisce - confusione non frutto del caso, ma di una precisa volontà politica. In Consiglio avevamo chiesto con una mozione di prorogare l’orario di conferimento fino alle 7 del mattino, una soluzione lineare ed equilibrata. La maggioranza ha respinto con un silenzio assordante la proposta, preferendo gli interessi del sindaco e non quelli dei cittadini. È l’ennesima dimostrazione di una politica miope, fatta di propaganda e slogan più che di risposte concrete ai cittadini. Orari e regole non possono essere cambiati con ordinanze spot – continua Manuli – eppure a Taormina assistiamo a un fiume di provvedimenti che si sovrappongono, senza alcun passaggio in Consiglio e senza approvazione regionale. Questo non è solo un metodo fragile: è un chiaro tentativo di esautorare Consiglio e città dalle decisioni, concentrando tutto nelle mani del sindaco e delle partecipate. E visti i risultati, la critica non si circoscrive solo a legittimità e opportunità del metodo, ma alla capacità di produrre risultati che migliorino la vivibilità per i cittadini». Il consigliere ricorda come l’ultima ordinanza introduca la fascia 00:00–01:00 per le domestiche del centro e rileva che «dal testo emerge che si tratta di un orario integrativo e non sostitutivo, perché la norma dice espressamente che le disposizioni precedenti restano valide e usa il termine “anche”. Se interpretata correttamente, questa aggiunta sarebbe un piccolo aiuto ai residenti per il mese di ottobre, che avrebbero un’ora in più per conferire, mentre sarebbe totalmente ininfluente nell’orario invernale. Ma la confusione regna sovrana - contesta Manuli - Asm ha diffuso una grafica in cui presenta 00:00–01:00 come unica finestra disponibile, cancellando di fatto tutti gli altri orari. Un’informazione in contrasto con l’ordinanza stessa, che lascia i cittadini nel dubbio su cosa sia davvero consentito. Il risultato – sottolinea – è un vero cortocircuito istituzionale. Da una parte l’ordinanza dice una cosa, dall’altra l’azienda che gestisce il servizio ne comunica un’altra. E i cittadini restano intrappolati fra dirette autocelebrative, costosissime grafiche di Asm e ordinanze da interpretare e ricostruire» Segnalato anche un caso definito paradossale, ossia il vuoto normativo fra l’1 e l’1:30 di notte: «In quella mezz’ora il conferimento è vietato, quindi chi deposita rischia una multa - evidenzia Luca Manuli - una gestione raffazzonata, che scarica l’incertezza sempre e solo sui residenti. Le stesse postazioni mobili appaiono un’ulteriore complicazione, in teoria potevano essere un aiuto ma nella pratica obbligare i cittadini a recarsi con il mastello Rfid è una forzatura inutile, che rende il conferimento dei rifiuti una punizione quotidiana, oltre a penalizzare anziani e tutti coloro che hanno difficoltà a fare le scale con un mastello pieno. Si tratta dell’ennesimo spot politico: più utile a chi amministra che a chi vive la città» La conclusione è amara: «Ordinanze che cambiano di continuo, regole ambigue, soluzioni raffazzonate: il caos amministrativo è ormai evidente. Ma il dato più grave è che la città e il Consiglio comunale vengono esclusi dalle scelte. Noi continueremo a denunciare questa gestione e a chiedere soluzioni vere, perché questa politica e questa amministrazione non sono al servizio della città».












