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Tagli ai finanziamenti metano, il Tar sospende il decreto di Fiumedinisi
di Andrea Rifatto | 13/03/2018 | ATTUALITÀ
di Andrea Rifatto | 13/03/2018 | ATTUALITÀ
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Arriva un primo punto a favore dei Comuni sulla vicenda del taglio dei finanziamenti per la realizzazione della rete del gas metano, deciso nei mesi scorsi dalla Regione siciliana per irregolarità nelle procedure di gara e nell’affidamento dell’appalto riscontrate in sede di controlli finali sul bacino Sicilia Jonico-Peloritano, che hanno portato l’Assessorato regionale dell’Energia a firmare dodici decreti per altrettanti Comuni, a cui sono tagliati fondi europei del Po-Fesr 2007/2013 per un totale di 2 milioni 667mila euro. Gli enti locali si sono rivolti al Tribunale amministrativo regionale e ieri la Prima Sezione del Tar di Palermo ha pronunciato la prima ordinanza che riguarda il Comune di Fiumedinisi, che si è visto revocare a novembre la somma di 208mila 091 euro, con il finanziamento concesso nel 2014 che è passato da 4 milioni 167mila a 3 milioni 959 mila. I giudici amministrativi hanno accolto la domanda di sospensione del decreto del Dipartimento regionale dell'Energia del 6 novembre scorso e hanno fissato la trattazione di merito del ricorso nella prima udienza pubblica del mese di marzo 2019. Il Comune di Fiumedinisi, difeso dall’avvocato Carmelo Moschella a cui è stato affidato l’incarico per una spesa di 8mila 622 euro, così come dalle amministrazioni di S. Teresa di Riva (4mila 680), Furci Siculo ((6mila), Sant’Alessio Siculo (6mila) e Itala (6mila 622), aveva proceduto contro la Regione, l’Ufficio speciale Autorità di Audit dei Programmi cofinanziati dalla Commissione europea e nei confronti della Fin Consorzio, impresa che ha eseguito i lavori di metanizzazione, chiedendo l’annullamento previa sospensiva del decreto, del rapporto finale di Audit, del parere dell'Ufficio Legislativo e Legale della Presidenza della Regione siciliana e di tutti gli atti connessi. I motivi. I giudici della Prima Sezione del Tar palermitano (Calogero Ferlisi presidente, Aurora Lento consigliere e Roberto Valenti consigliere estensore) hanno ritenuto per il Comune di Fiumedinisi che “in relazione alla restituzione delle somme alla Regione di parte del contributo per la realizzazione della rete di distribuzione del metano, sussiste, allo stato, il prospettato pregiudizio grave ed irreparabile, essendo incontestato che la restituzione della somma comporterebbe per il Comune la prospettiva del dissesto, nonché, dato lo sforamento del patto di stabilità, l’immediato blocco di tutte le procedure amministrative in corso”. A ciò si aggiunge che “ad un sommario esame, alcuni dei motivi di censura dedotti appaiono, allo stato, supportati da sufficiente fumus boni iuris, tale da indurre ad una ragionevole previsione sull'esito favorevole del ricorso, con particolare riferimento alla violazione dell’art. 21-nonies della Legge 241/90". Articolo, quest'ultimo, che prevede come "il provvedimento amministrativo illegittimo può essere annullato d'ufficio, sussistendone le ragioni di interesse pubblico, entro un termine ragionevole, comunque non superiore a diciotto mesi dal momento dell'adozione dei provvedimenti di autorizzazione o di attribuzione di vantaggi economici". Vi sarebbero, quindi, i presupposti sufficienti per l’accoglimento del ricorso anche nel merito. Il Tar ha deciso per compensare le spese della fase cautelare. I Comuni a cui sono stati ridotti del 5% i contributi sono dodici: Fiumedinisi (208mila euro), S. Teresa (250mila), Roccalumera (250mila), Alì Terme (246mila), Furci (235mila), Sant’ Alessio (215mila), Nizza (197mila), Pagliara (186mila), Itala (149mila), Scaletta (250mila), Casalvecchio (250mila) e Savoca (231mila euro). Leirregolarità riscontrate dalla Regione e dalla Commissione europea riguardano l’affidamento dell’appalto per la realizzazione dell’opera, ossia aver qualificato la concessione firmata con l’impresa Fin Consorzio come appalto di servizio e poi come concessione di servizio pubblico anziché come concessione di costruzione e gestione e la mancata trasmissione da parte del Comune di Fiumedinisi, capofila del Bacino, della documentazione inerente Durc, certificati di carichi pendenti e casellario giudiziario delle imprese consorziate.