Strage di Nassiriya, Santa Teresa ricorda Giovanni Cavallaro: "Vero servitore dello Stato"
di Redazione | oggi | ATTUALITÀ
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La celebrazione eucaristica
«Giovanni Cavallaro non è solo un nome inciso nella memoria dell’Arma, è un esempio». Così il colonnello Lucio Arcidiacono, comandante provinciale dei Carabinieri, ha ricordato oggi a Santa Teresa di Riva la strage di Nassiriya del 12 novembre 2003, nella quale persero la vita 19 italiani tra cui il sottotenente Giovanni Cavallaro, Croce d'Onore alle vittime di atti di terrorismo o di atti ostili impegnate in operazioni militari e civili all’estero alla memoria. La comunità di Santa Teresa di Riva lo ha commemorato nel 22esimo anniversario con una santa messa nella chiesa Madonna di Portosalvo, celebrata da don Agostino Giacalone, su iniziativa dell’Associazione Nazionale Carabinieri-Sezione “Sottotenente Giovanni Cavallaro”, a lui intitolata nel 2018 e presieduta oggi da Ugo Briguglio. Presenti la vedova Sabrina Brancato, i figli Diego e Lucrezia Cavallaro; sindaci e assessori di Santa Teresa di Riva, Sant’Alessio Siculo, Furci Siculo, Savoca, Casalvecchio Siculo, Limina, Roccafiorita, Antillo e Mongiuffi Melia; il comandante della Compagnia Carabinieri di Taormina capitano Domenico Tota; il vicecomandante Salvatore Pennisi; il comandante della Compagnia Guardia di Finanza di Taormina tenente Dante Calabrese Domenico Borbone; il vicequestore aggiunto Maurizio Lento del Commissariato di Ps di Taormina; comandanti e militari delle Stazioni Carabinieri del comprensorio; il generale in congedo Giovanni Giunta dell’Esercito Italiano; il comandante dell’Ufficio locale marittimo della Guardia costiera di Giardini Naxos, Leonardo Foti; il comandante della Polizia locale Diego Mangiò; l'ex presidente della Corte d'appello di Catania Filippo Pennisi; l’ispettore regionale Ignazio Buzzi dell’Associazione Nazionale Carabinieri Sicilia; i membri dell’Anc e la Croce Rossa Italiana Roccalumera-Taormina. «Ritrovarci oggi è un appuntamento con la memoria - ha sottolineato il colonnello Arcidiacono - una memoria che invita alla responsabilità, alla consapevolezza e all’impegno. La strage di Nassiriya è un tragico evento che continua ad interpellarci a distanza di tempo e quella data non rappresenta soltanto una pagina dolorosa della nostra storia recente, ma è un punto fermo nella coscienza nazionale, un momento in cui l’Italia ha visto il sacrificio dei propri figli impegnati in una terra lontana, una missione complessa nel nome della pace, del dialogo e della sicurezza delle popolazioni locali. Oggi ricordiamo uno di loro, con gratitudine sincera, e gli rendiamo onore: il sottotenente Giovanni Cavallaro non è solo un nome inciso nella memoria dell’Arma, è un esempio - ha rimarcato l’ufficiale dell’Arma - la sua storia personale e professionale parla di un uomo che ha servito lo Stato con dedizione e senso del dovere, un carabiniere capace di unire disciplina e umanità, rigore e attenzione verso gli altri e in lui troviamo le virtù più autentiche del servizio ossia il coraggio silenzioso, la lealtà, l’impegno quotidiano vissuto senza clamore. In questo giorno ci stringiamo con affetto alle famiglie dei nostri caduti, sono loro prima di tutti a portare il peso più grande della perdita, sono loro che hanno custodito con grande dignità e compostezza il dolore, trasformandolo in testimonianza. Le famiglie rappresentano il legame più profondo tra la memoria e la vita quotidiana e attraverso il loro esempio comprendiamo il sacrificio continuo di chi muore e di chi resta: a loro va la nostra vicinanza e la nostra riconoscenza. Ricordare significa non permettere che il sacrificio di Giovanni Cavallaro e di tutti i caduti dell’Arma dei Carabinieri scivoli nell’oblio - ha aggiunto Arcidiacono - significa far vivere ciò che essi rappresentano attraverso il nostro comportamento, il nostro modo di essere servitori dello Stato e cittadini. La loro testimonianza continua ad indicare la strada a chi oggi indossa un’uniforme e illumina il cammino di tutti noi, il sacrificio è insegnamento e l’insegnamento comporta responsabilità in chi, come noi, opera per la giustizia e la pace». Il capitano Tota ha letto la motivazione della concessione della Croce d’Onore al sottotenente Cavallaro, mentre il comandante della locale Stazione Maurizio Zinna la preghiera dei Caduti. Ricordati durante la celebrazione anche Giovanni Fichera, Daniele Settimo, Carmelo Cascino, Mauro Ferraro, Massimiliano Pugliatti, Angelo D’Auria e Francesco Musicó, carabinieri scomparsi prematuramente.












