Sabato 02 Novembre 2024
La Regione ufficializza le decisioni. Turano: "Riordino in favore di famiglie e alunni"


Scuole, ecco il Piano di dimensionamento: a Santa Teresa soppressa la Direzione didattica

di Redazione | 04/01/2024 | ATTUALITÀ

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Dopo cento anni persa l'autonomia

Firmato oggi dall’assessore regionale all’Istruzione, Mimmo Turano, il Piano di dimensionamento e razionalizzazione della rete scolastica della Sicilia per l'anno 2024/2025, che prevede una riduzione di 75 istituzioni scolastiche in tutta l'Isola, puntando sulla “verticalizzazione” delle direzioni didattiche (primarie) e delle scuole secondarie di primo grado (medie) in istituti comprensivi. Il Piano, che ha ricevuto il via libera dal Ministero dell'Istruzione e che è stato condiviso dall'Ufficio scolastico regionale per la Sicilia, tiene conto di determinate condizioni come il numero degli alunni, la disponibilità di locali idonei e limiti in materia di dotazione organica del personale dirigenziale (dirigenti scolastici e direttori dei servizi generali e amministrativi, il cui numero, per legge, dovrà decrescere nel prossimo triennio fino ad arrivare a 700 nel 2026/2027). Il decreto Milleproroghe del 30 dicembre scorso ha consentito di mantenere, esclusivamente per l'anno scolastico 2024/2025, un ulteriore numero di autonomie scolastiche fino a un massimo del 2,5 per cento dei posti di dirigenti scolastici e direttori dei servizi generali e amministrativi già assegnati alla Sicilia dal decreto interministeriale 127 del 2023, ossia 18 in più dei tagli previsti. Per il prossimo anno, quindi, sarà salvata l'autonomia di 15 istituti superiori, che rientreranno però nel piano di dimensionamento nel 2025/2026, e di tre istituti comprensivi delle aree metropolitane di Catania, Messina e Palermo. In particolare, le rispettive Conferenze provinciali, chiamate nei mesi scorsi alla predisposizione della proposta di ciascun piano di razionalizzazione della rete scolastica, hanno tenuto conto delle necessità e delle diversità dei territori, tutelando i comuni più piccoli, montani o insulari. Poi, in sede di Conferenza regionale, si è provveduto a una revisione delle proposte.

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In provincia di Messina confermata la soppressione della Direzione didattica di Santa Teresa di Riva, che viene aggregata all’Istituto comprensivo cittadino. Nessun dietrofront della Regione, dunque, dopo le proteste di insegnanti, personale e famiglie, che il 22 dicembre hanno anche manifestato in piazza sostenuti dall’Amministrazione comunale per chiedere il mantenimento dell’autonomia dell’istituzione scolastica fondata nel 1923, quando nacquero i Circoli didattici. "Nell’arduo compito di contemperare da un lato la necessità di riduzione del numero complessivo di autonomie e dall'altro di rispettare i vincoli dimensionali definiti dalla norma regionale – afferma l'assessore Turano – le operazioni effettuate in sede di Conferenza regionale sono state tutte improntate a un principio di rigorosa tutela delle realtà territoriali più piccole, ubicate in aree montane o la cui permanenza nel territorio rappresenta un importante presidio di legalità. Abbiamo provveduto alla soppressione di tutte le scuole medie e di quasi tutte le direzioni didattiche, così come previsto dalla legge regionale 6 del 2000, mantenendo solo quelle particolarmente grandi delle città metropolitane di Palermo e Catania o quelle presenti in zone ad alto rischio di dispersione scolastica”. Nessuno stravolgimento nella vita concreta degli studenti, delle loro famiglie e del personale scolastico, quindi, secondo l'assessore: “Vorrei confermare che non chiuderà alcun plesso scolastico – precisa Turano - le istituzioni soppresse giuridicamente saranno verticalizzate in istituti comprensivi, come previsto per legge, garantendo un'offerta formativa più ampia e ricca a beneficio di tutti gli studenti. Inoltre, laddove possibile, si è proceduto all'aggregazione di intere direzioni didattiche a istituti comprensivi preesistenti, con la conseguente confluenza naturale nell'istituto di nuova formazione del personale Ata e di tutti i docenti titolari, assicurando il rispetto della continuità didattica e la stabilità delle posizioni dei lavoratori”.


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