Mercoledì 19 Novembre 2025
Il Consorzio trova un'idea per dimezzare i costi e ripristinare la condotta sottomarina


Scarico fognario di Taormina e Giardini, c'è un nuovo progetto per il "pennello" a mare

di Andrea Rifatto | ieri | ATTUALITÀ

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Il depuratore di Giardini Naxos

C’è una nuova soluzione per trovare e mettere al suo posto un “pezzo” mancante da oltre vent’anni nel puzzle del sistema di depurazione fognaria dell’impianto di Giardini Naxos, dove vengono trattati anche i reflui provenienti da Taormina. Dal 2003, infatti, l'impianto Sud è privo della condotta sottomarina di scarico, il cosiddetto pennello a mare, distrutto da una mareggiata e mai ripristinato. Da un anno la nuova governance del Consorzio per la Rete Fognante, presieduto da Alfredo Elia Mandri, si è posta come obiettivo quello di regolarizzazione dal punto di vista amministrativo lo stato dei depuratori, anche per ciò che riguarda le autorizzazioni allo scarico dei reflui depurati rilasciate dalla Regione, e adesso c’è un progetto da quasi tre milioni di euro che rappresenta la base di partenza per poter puntare a mettere in moto una nuova procedura e raggiungere il traguardo. L’ultimo documento emanato dal Dipartimento regionale dell’Acqua e dei Rifiuti risale ad aprile 2013 (ed è scaduto nel 2017) e stabilisce che “le acque reflue depurate possono essere scaricate a seguito della realizzazione della condotta sottomarina nel mar Jonio”, concedendo che nelle more della sua ricostruzione “potranno essere scaricate sotto costa”, ossia alla foce del fiume Alcantara, con l’obbligo del Comune di Giardini Naxos di emettere ordinanza sindacale di interdizione della balneazione nel tratto di mare in corrispondenza della foce per la salvaguardia della salute pubblica. 

Secondo il progetto redatto nel 2010 dalla società  “Tecnoprogetti Suditalia” di Catania servivano 5.607.000 euro per ripristinare lo scarico in mare, ma adesso il Consorzio ha in mano un nuovo progetto di fattibilità tecnico-economica redatto dall’ing. Giovanni Saitta, professionista catanese incaricato per una spesa di 93.801 euro, che prevede un costo pari a 2.940.000 euro, di cui 2.116.738 euro per lavori e 823.261 euro per somme a disposizione. “Un elaborato conforme alla normative vigenti e basato su indagini meteomarine attuali - spiega Elia Mandri - con una spesa prevista pari alla metà rispetto all’ipotesi precedente. Oggi siamo in grado, ultimata la fase di approvazione e acquisizione pareri, di proporre istanza di finanziamento per la realizzazione della condotta emissaria sottomarina ed avanzare concretamente richiesta per il rilascio dell’autorizzazione allo scarico dei reflui depurati (già in atto conformi alle normative) a circa 200 metri dalla battigia. Tutto questo prima era impossibile - aggiunge il presidente - perché in assenza di una concreta progettualità le competenti autorità regionali non hanno più rilasciato autorizzazioni allo scarico dal 2013». Sul ripristino del pennello a mare è nato anche un contenzioso con la “Tecnoprogetti Suditalia”, che nel 2020 ha ottenuto dal Tribunale di Messina un decreto ingiuntivo da 171.070 euro oltre Iva, diritti e interessi legali per vedersi riconosciuto il pagamento dell’incarico conferito nel 2004 per la redazione del progetto esecutivo per il rifacimento della condotta.


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