«Sbattuti fuori dal nostro liceo, un'offesa ad Onofrio Zappalà. Ma non ci fermiamo»
di Andrea Rifatto | ieri | ATTUALITÀ
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D’Arrigo, Lambertini, Bolognesi e Caminiti
«Continueremo il nostro percorso associativo all’insegna della ricerca della memoria e della verità, ma essere sbattuti fuori dal nostro liceo non è stata una cosa bella ed è elegante, è stata un’offesa ad Onofrio Zappala, a noi e agli studenti, privati della loro storia e della loro identità». A dirlo in conferenza stampa, al Palazzo della Cultura di Santa Teresa di Riva, è stata l’associazione “Amici di Onofrio Zappalà”, che ha spiegato le ragioni che hanno portato ad interrompere la collaborazione con l’Istituto superiore “Caminiti-Trimarchi”, di cui fa parte il Liceo Classico frequentato da Zappalà e dai compagni di classe che dopo la sua morte, nella strage di Bologna del 1980, diedero vita nel 1995 all’associazione, compiendo come primo atto l’intitolazione della biblioteca scolastica, ricordata a 30 anni di distanza con un evento pubblico al Palacultura. «Non vogliamo innescare una guerra o andare contro qualcuno - ha esordito il vicepresidente Natale Caminiti - ma vi era l’esigenza di fare chiarezza e spiegare come si è arrivati ad interrompere quel legame trentennale con la nostra scuola». Caminiti ha ripercorso gli avvenimenti degli ultimi quattro anni e illustrato il difficile rapporto avuto sin dall’inizio con la nuova dirigente scolastica, Manuela Raneri, che nelle settimane scorse ha imposto una stretta alla collaborazione con le associazioni chiudendo di fatto le porte alla “Amici di Onofrio Zappalà”. «Dalla proposta di collaborare ad anni alterni, un vero e proprio schiaffo morale - ha raccontato Caminiti - passando per la revoca della convenzione che avevamo siglato con la precedente dirigente scolastica, fino alla scarsa attenzione alle iniziative e alle borse di studio, tanto che nel 2024 ci siamo visti costretti a non consegnarle perchè abbiamo ricevuto due elaborati copiati redatti senza alcun impegno. La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stato quanto accaduto il 9 maggio in occasione dell’intitolazione ad Onofrio Zappalà della via adiacente i licei, quando le mie affermazioni che evidenziavano la presenza di poche classi in palestra sono state recepite dalla dirigente come un’offesa. Nonostante tutto - ha aggiunto - abbiamo portato avanti le attività e consegnato le borse di studio il 2 agosto, anche se in rappresentanza dell’Istituto non si è presentato nessuno. Adesso avvieremo una collaborazione con l’Istituto comprensivo e continueremo ad assegnare agli studenti le borse di studio - ha annunciato il vicepresidente - ce ne faremo una ragione ma il nostro impegno non si spegnerà e soprattutto non possiamo permetterci di permettere la medaglia di rappresentanza assegnataci da 17 anni consecutivi dal presidente della Repubblica». «Abbiamo tentato di ragionare insieme e atteso chiarimenti - ha detto il presidente Antonello D’Arrigo - abbiamo incontrato anche il provveditore agli sudi di Messina e il sindaco di Santa Teresa di Riva per cercare una soluzione. Abbiamo manifestato l’esigenza di andare avanti e ricordato che c’è comunque il dovere di dialogare con chi rappresenta un’istituzione, ma evidentemente qualcuno non l’ha recepito. Sono emerse anche la mancanza di memoria e la superficialità con la quale si affrontano certe ricorrenze, il 9 maggio non era una giornata normale ma il giorno della memoria dedicato alle vittime del terrorismo, un momento di riflessione generale e anche il Ministero della Pubblica Istruzione invita a discuterne nelle scuole. Per Santa Teresa di Riva e il Liceo Classico un giorno in cui la memoria era testimoniata dal ricordo di un figlio di questa terra. Dobbiamo le scuse ad Onofrio Zappala per averlo coinvolto in questa vicenda poco edificante, ai suoi familiari e agli studenti che, senza colpa, vengono privati della collaborazione - ha rimarcato D’Arrigo - il nostro legame con la scuola evidentemente non è stato riconosciuto e approfondito da parte di dirigenti che sconoscono la storia. Siamo figli di quella scuola e abbiamo consegnato oltre 25 borse di studio per mantenere viva la storia di Onofrio, non perchè cerchiamo visibilità». Presenti alla conferenza stampa anche Paolo Bolognesi, presidente onorario dell’Associazione familiari delle vittime della strage del 2 agosto e Paolo Lambertini, presidente della stessa Associazione: «Una situazione che spiace molto - ha detto Bolognesi - non avere accesso alla scuola di Onofrio è triste, piena solidarietà all’associazione che non lasceremo sola, il lavoro che svolge è importante per raggiungere la verità». Lambertini ha ricordato come l’Associazione familiari delle vittime del 2 agosto abbia sempre lavorato nelle scuole e incontrato quasi 10mila studenti all’anno: «Siamo rammaricati per quanto accaduto - ha detto - la storia della strage e la storia di Onofrio devono divenire strumento e opportunità per gli studenti di parlare di legalità, giustizia, memoria e fiducia nello Stato. Senza incontri e discussioni si rischia di perdere un’opportunità di raccontare ai ragazzi la storia del nostro Paese in modo più vivo».












