Lunedì 18 Agosto 2025
Al Dicastero delle Cause dei Santi l'istanza per il parroco ucciso dai nazisti nel 1943


Sant'Alessio, la canonizzazione di don Musumeci in Vaticano: "Una morte in odio alla fede"

di Andrea Rifatto | oggi | ATTUALITÀ

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La messa dell'Assunzione in parrocchia

«Dimostrare non solo la sua brutale uccisione per mano dei nazisti, ma affermare che la sua morte è avvenuta in odio alla fede, perchè hanno visto in lui Cristo e l’hanno voluto mettere a tacere». È questo l’importante scopo della Causa di beatificazione e canonizzazione di padre Antonio Musumeci, il parroco di Sant’Alessio Siculo assassinato il 14 agosto 1943, sottolineato dal postulatore monsignor Giacinto Tavilla, che ha celebrato la messa vespertina dell’Assunzione della Beata Vergine Maria nella parrocchia Santa Maria delle Grazie, insieme al titolare don Letterio Maiorana e a don Angelo Milone, parroco di Aci Sant’Antonio, comune di origine di padre Musumeci. Una funzione molto partecipata, alla presenza dell’Amministrazione comunale con in testa il sindaco Domenico Aliberti, l’Associazione nazionale Combattenti e Reduci di Sant’Alessio Siculo presieduta da Concetto Fleres, l’Anpi Messina e Jonica, il comandante della Stazione Carabinieri Giuseppe Lombardo e i parrocchiani, a testimonianza del legame con l’ex parroco, ucciso a soli 44 anni. L’iter è stato avviato ad ottobre 2024 e nei mesi scorsi l’arcivescovo di Messina, monsignor Giovanni Accolla, ha chiesto il nulla osta al Dicastero delle Cause dei Santi in Vaticano per iniziare la Causa: «Nel frattempo sono già stati nominati i membri del Tribunale ecclesiastico e della Commissione storica - ci ha spiegato monsignor Tavilla - e una volta arrivato il via libera da Roma si potranno costituire formalmente per lavorare al processo canonico, tramite l’esame dei due testi di primo grado già individuati e di altri testi di secondo grado, ma tutti attendibili perchè hanno attinto da testi di primo grado, e lo studio della figura e del senso di martirio attraverso i documenti prodotti. Siamo fiduciosi - aggiunge il postulatore - che entro fine anno arriverà il nulla osta. L’intenzione dell’arcivescovo è quella di tenere la prima sessione della Causa a Sant’Alessio Siculo e poi nella sede del Tribunale per le Cause dei Santi in Curia». 

Monsignor Tavilla ha evidenziato nella sua omelia come «padre Antonio Musumeci sia stato un pastore che per amore del suo gregge, conformandosi totalmente a Cristo, ha dato la sua vita: un prolungamento della carità di Cristo e sua presenza tangibile, un pastore zelante e coerente, un sacerdote che si è vestito di giustizia e amore di carità, lacerato dall’arrogante atteggiamento e dalla crudeltà di chi l’ha ucciso in odio alla fede», ricordando come la Diocesi si sia attivata dopo la petizione promossa dall’Associazione nazionale Combattenti e Reduci. «Quando la Chiesa indica il santo è perchè quella persona deve essere modello per l’intero popolo di Dio - ha aggiunto il postulatore - una santità passata attraverso il filo rosso del martirio. Chiedo che la comunità alessese innalzi costantemente preghiere a Dio affinché possa concedere quanto è da tempo nel vostro cuore». Don Maiorana ha ricordato il desiderio della comunità parrocchiale di vedere presto il suo ex parroco tra i Santi: «Un servo buono e fedele che si è distinto per lo zelo pastorale, la carità e l’attenzione verso gli ultimi - ha evidenziato - fino al punto da conformare la sua vita e il suo ministero a Cristo buon pastore, venuto a dare la vita. Così ha fatto con Antonio, ha dato la vita per gli altri: ricordarlo significa ringraziare il Signore per questo esempio e questa testimonianza che non smette mai di essere attuale e tutta la comunità gliene rende atto».


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