Sant'Alessio, Comune condannato a pagare dopo 25 anni per un abuso edilizio inesistente
di Andrea Rifatto | 16/03/2020 | ATTUALITÀ
di Andrea Rifatto | 16/03/2020 | ATTUALITÀ
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L'Ente dovrà adesso pagare quanto ordinato dal Tar
Un contenzioso amministrativo vecchio di 25 anni, per una vicenda che il Comune aveva probabilmente dimenticato, ma per il quale è adesso costretto a pagare. Succede a Sant’Alessio Siculo, dove l’Ente pubblico è stato condannato dal Tar di Catania a rimborsare a due cittadini 5mila euro di spese processuali, oltre contributo unificato, Iva, Cpa e spese generali, per una vicenda di abusi edilizi iniziata nel 1995. In quell’anno i signori Ernesto Pino e Maria Parisi si rivolsero ai giudici amministrativi per chiedere l’annullamento di un’ordinanza di demolizione, la numero 35 del 5 giugno firmata dall’allora sindaco Agatino Gussio, relativa ad un pergolato in ferro sul loro terrazzo, realizzato per avere una zona d’ombra con l’ausilio di piante rampicanti, per un’estensione di circa 70 metri quadrati. Poi, un anno dopo, presentarono altri due ricorsi chiedendo l’annullamento del diniego all’autorizzazione in sanatoria, visto che il sindaco rigettò la domanda di accertamento di conformità con la motivazione che la Commissione edilizia avrebbe ritenuto l’intervento non conforme al contesto ambientale e non armonizzato col prospetto del fabbricato, e contro il provvedimento sindacale con cui si accertava l'inottemperanza all'ordinanza di demolizione e si procedeva con l’acquisizione al patrimonio comunale della struttura in ferro e dell'area di sedime. Il Comune di Sant’Alessio non si è mai costituito in giudizio, sebbene ritualmente evocato, e nel 1996 il Tar ha intanto sospeso l’efficacia del diniego di sanatoria e dell’accertamento di inottemperanza alla demolizione; poi, tra 2011 e 2012, i ricorsi sono stati dichiarati perenti. Negli anni successivi, però, i ricorrenti hanno nominato un nuovo legale, l’avvocato Giampiero De Luca, che si è opposto alle perenzioni per avere una sentenza definitiva sulle vicenda e ha presentato memoria conclusionale chiedendo l’annullamento di tutti gli atti impugnati e facendo ripartire i procedimenti. Si è arrivati all’udienza delle settimane scorse, dove la Quarta Sezione del Tar ha accolto tutti e tre i ricorsi del 1995 e 1996, giudicando regolare il pergolato quale struttura con valore accessorio e pertinenziale rispetto all’abitazione sottostante, annullamento l’ordinanza sindacale del 1995 per l’illegittimità della sanzione demolitiva irrogata e condannando il Comune.