Santa Teresa, il "Camaro" rinuncia a gestire lo stadio: "Così è impossibile andare avanti"
di Andrea Rifatto | 02/02/2023 | ATTUALITÀ
di Andrea Rifatto | 02/02/2023 | ATTUALITÀ
1408 Lettori unici
I campi da calcio e tennis/calcetto senza un gestore
Sembrava si fosse trovata una soluzione sicura per il nuovo stadio comunale di Santa Teresa di Riva. Invece si ritorna al punto di partenza. È durata appena quattro mesi, infatti, la gestione affidata alla società sportiva dilettantistica “Camaro 1969” di Messina. L’Ufficio tecnico ha revocato la determina di aggiudicazione del servizio, siglata il 19 settembre, e l’impianto torna nelle mani del Comune, visto che la seconda classificata alla gara bandita la scorsa estate, la ditta santateresina “Alba Sicula” in associazione temporanea con la società calcistica “Akron Savoca”, ha comunicato l’indisponibilità a subentrare nell’aggiudicazione alle stesse condizione della ditta aggiudicataria. La società messinese aveva vinto la procedura offrendo 72mila 144 euro per i tre anni di gestione, ossia un canone annuo di 24mila 048 euro (2mila 004 euro al mese), con un rialzo del 67% su quello triennale a base di gara pari a 43mila 200 euro. Il 5 ottobre era stata data esecuzione al contratto in via d’urgenza, che non è stato mai perfezionato con la firma della convenzione, e già l’11 ottobre il gestore aveva chiesto l’aumento delle tariffe dell’impianto sportivo, lamentando costi di gestione non sostenibili con quelle vigenti; l’Amministrazione comunale, pur non accogliendo la richiesta per non far gravare i costi della gestione sulle società sportive, aveva preso atto della congiuntura economica negativa e dell’aumento esorbitante delle tariffe energetiche, concedendo un abbattimento dei costi di energia e acqua del 65% del totale. Ma ciò evidentemente non è bastato, perchè il 29 dicembre la “Camaro 1969” ha comunicato la volontà di rinunciare alla gestione, lamentando continue perdite economiche. Il giorno dopo il Comune ha fatto presente che la conduzione dello stadio è un servizio pubblico che per nessuna ragione può essere sospeso o abbandonato, se non per cause di forza maggiore, e il concessionario si è reso disponibile a proseguire fino al 31 gennaio per far tenere aperta la struttura sportiva. Il responsabile dell’Ufficio tecnico, il geometra Francesco Pagano, ha preso atto che la società “non intende proseguire nella gestione, nè tantomeno procedere alla stipula della convenzione a causa della non sostenibilità finanziaria riscontrata sin dall’inizio della gestione” e ha revocato l’aggiudicazione del 19 settembre. “Con l’aumento dei costi di energia elettrica e gas, confrontato con i canoni da versare al Comune e le tariffe che pagano gli utenti - ci ha spiegato il presidente Antonio D’Arrigo - non era più possibile gestire la struttura e abbiamo preferito fare un passo indietro, pagando comunque il canone in questi quattro mesi. Lo stadio è sfruttato per il 90% da società del territorio (quelle santateresine hanno una riduzione del 60%, ndc) e con le tariffe comunali non riuscivamo a farcela”. Nella determina di revoca non si fa cenno all’eventuale incameramento da parte del Comune della cauzione definitiva del 10% nè di quella provvisoria del 2% che copre la mancata sottoscrizione del contratto dopo l’aggiudicazione dovuta a fatti riconducibili all’affidatario. Un “divorzio consensuale” che fa tornare la palla all’ente, costretto adesso a trovare un’altra soluzione.