Martedì 16 Aprile 2024
La società ha presentato due ricorsi al Tar contro il diniego all’installazione


S. Teresa di Riva. Antenne telefonia, è scontro Wind-Comune

di Andrea Rifatto | 10/10/2014 | ATTUALITÀ

4438 Lettori unici | Commenti 5

L'azienda chiede l'annullamento del regolamento comunale

Nuovo scontro a S. Teresa di Riva tra il Comune e una società di telecomunicazioni. Oggetto del contendere, neanche a dirlo, l’installazione di due antenne per la telefonia mobile, che vede muro contro muro l’amministrazione comunale e la Wind Telecomunicazioni Spa, che già negli anni scorsi aveva avviato un contenzioso con l’ente locale, conclusosi con una sentenza del Cga che nel febbraio 2012 aveva dato ragione al Comune.
La nota azienda ha adesso previsto di posizionare nella cittadina jonica due stazioni di telefonia di pubblica utilità, in via Spagnolo e in contrada Landro, in terreni privati ricadenti in zona E agricola, dietro assenso dei rispettivi proprietari. A tale scopo ha presentato nei mesi scorsi in municipio le istanze di autorizzazione, con allegati il progetto architettonico, l’analisi di campo elettromagnetico e la procura speciale, al fine di ottenere i titoli abilitativi. Ma la risposta del Comune è stata negativa: la Direzione dell’Area Pianificazione e Gestione del Territorio, con nota del 28 maggio scorso, ha dichiarato infatti carenti nella documentazione entrambe le domande presentate da Wind, evidenziando come l’altezza delle antenne, la potenza e la distanza delle stesse dalle zone residenziali non rispettino le prescrizioni stabilite dal Consiglio comunale con la delibera n. 19 del 9 maggio 2007, quando venne approvato il “Regolamento per l’installazione e la modifica degli impianti fissi di telecomunicazioni per telefonia cellulare e radiotelevisivi”.
Ciò ha portato la Wind Telecomunicazioni Spa a presentare ricorso al Tar, sia contro il Comune che nei confronti della Regione Siciliana, per ottenere l’annullamento delle nota di diniego all’installazione della due stazioni e di tutti gli atti regolanti la materia adottati dall’Amministrazione, compreso il regolamento comunale. Il gestore lamenta l’impossibilità di realizzare nel territorio di S. Teresa la rete di telefonia mobile anche mediante le nuove tecnologie Umts e Lte, a causa delle stingenti prescrizioni stabilite dal Regolamento. Il documento prevede che gli impianti debbano osservare una distanza di rispetto dalle zone residenziali, che aumenta di 20 metri per ogni 10 watt ulteriori di potenza complessiva dell’impianto, e che non possono avere altezza superiore a quella prevista per gli edifici (11 m per le zone residenziali e 7,5 m per quelle agricole) aumentata di ulteriori quattro metri. Disposizioni che a detta del Comune non sarebbero state rispettate: i progetti presentati da Wind prevedono infatti la posa di antenne con potenza di singola cella pari a 269,56 watt in due direzioni (via Spagnolo) e tre direzioni (contrada Landro), che nel rispetto del regolamento comunale per l’installazione e la modifica degli impianti fissi di telecomunicazioni dovrebbero essere poste, secondo i calcoli effettuati dall’ufficio tecnico, a oltre un chilometro e a quasi due chilometri dal perimetro delle zone residenziali, rispetto alle poche centinaia di metri previste dai progetti. Gli impianti andrebbero poi ad essere installati su pali di 24 metri di altezza, ben oltre i limiti fissati.
Il gestore di telefonia punta comunque a chiedere una deroga al regolamento, ritenuto illegittimo e non adeguato ai tempi, spiegando che non si tratta di fornire il tradizionale segnale telefonico ma di diversificare i sistemi di telecomunicazione, tramite i servizi di trasmissione dati e immagini mediante la navigazione internet da dispositivi mobili (Umts) e la promozione della banda larga in mobilità con l’obiettivo di raggiungere una velocità di connessione superiore a 1Gb/s. Servizi che l’azienda ritiene di pubblica utilità per l’utenza e la collettività. Per il Comune però mancherebbero alcuni documenti utili a poter esaminare l’istanza, in particolare il parere dell’Arpa, che invece secondo Wind non costituisce presupposto per il rilascio del titolo autorizzativo, ma esclusivamente condizione per l’attivazione del segnale. Nel ricorso presentato al tribunale amministrativo etneo la società di telecomunicazioni evidenzia inoltre una serie di violazioni di legge e vizi procedurali, in particolare l’errata modalità di calcolo della potenza complessiva delle due antenne, che il Comune ha ottenuto sommando i valori delle singole direzioni di emissione, criterio giudicato totalmente errato e senza alcun fondamento scientifico e logico-giuridico. In merito alle distanze di rispetto, Wind sostiene poi che le prescrizioni del regolamento comunale non possano essere prese in considerazione nei due casi, in quanto le aree in oggetto (zona E agricola) non sono ricomprese tra quella indicate ai fini dell’applicabilità del divieto distanziale.
Si profila dunque una nuova battaglia legale: il Comune di S. Teresa di Riva ha affidato l’incarico di rappresentare l’ente dinanzi al Tar all’avv. Carmelo Moschella, stanziando complessivamente la somma di 1.268,80 euro a titolo di acconto per i due giudizi.

Più informazioni: antenne telefonia  


COMMENTI

Pippo Sturiale | il 10/10/2014 alle 17:12:20

Non è scontro WIND-COMUNE, ma tra gli interesssi della wind e quelli dei cittadini di S. Teresa di Riva. Cittadini che hanno lottato per avere un regolamento (approvato dal Consiglio Comunale all'unanimità) e che, giustamente, l'AC tutela.

Aldo Savoca | il 10/10/2014 alle 17:28:39

Ma scusate ma allora l'antenna che è stata messa qualche anno fa nello scalo merci della stazione ferroviaria? Il palo è alto più di 24 metri e si trova a poche decine di metri dalle abitazioni, in pieno centro. Non capisco come sia stata autorizzata.

Pippo Sturiale | il 11/10/2014 alle 08:14:07

Purtroppo quella alla stazione ferroviaria è al servizio della sicurezza del traffico ferroviario e va in deroga. Avevano tentato di metterci sopra anche il traffico "civile" e sono stati bloccati.

Domenica Crupi | il 11/10/2014 alle 14:42:23

Ci risiamo, dopo dieci annidi lotte e un regolamento validissimo, i mostri si fanno risentire, cittadini di S. Teresa di Riva, tocca a voi e a noi tutti appoggiare il comune, il regolamento e tutti quelli che tengono alla propria salute ed al proprio ambiente, non dormiamo sonni tranquilli Mimma Crupi

roberto maria moschella | il 12/10/2014 alle 17:26:10

Quattro sono le compagnie telefoniche (Tim, Vodafone, Wind e 3 Italia) che a suo tempo hanno vinto l’asta per le licenze 4g (quarta generazione) e lo Stato ha incassato 3.950 milioni di euro, molto in piu' dei 2,4miliardi che il ministero dell’Economia aveva previsto nella legge di Stabilità. Di conseguenza, data la posta in gioco,su decise pressioni della lobby il governo ha fatto un regalo alle compagnie. Infatti una norma contenuta nel “decreto sviluppo” approvato dal Governo nell'ottobre 2011 innalza del 70% i limiti degli impianti di telefonia mobile e del 30 per quelli di radio e tv. Premesso cio', per le company un modo tecnicamente sensato per adeguare gli impianti per il 4g e' quello di posizionare una moltitudine di appositi ripetitori ( antenne) in siti idonei che necessariamente coincidono con i luoghi abitati. Le conseguenze sulla salute degli abitanti non vengono prese in considerazione, ne le compagnie telefoniche hanno il compito di valutare gli effetti delle onde elettromagnetiche, ne hanno interesse a farlo. L'unico e legittimo interesse e' il rientro del cospicuo investimento ed il futuro enorme profitto.

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