Santa Teresa, acqua comprata dai privati e ordinanza antisprechi per evitare l'emergenza
di Andrea Rifatto | ieri | ATTUALITÀ
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Il serbatoio idrico centrale che alimenta l’acquedotto
Anche quest’anno, a Santa Teresa di Riva, il rischio che l’acqua dei pozzi comunali non sia sufficiente per alimentare l’acquedotto non è così remoto e per evitare l’emergenza arriva in soccorso il Consorzio irriguo privato “Landro-Casalotto”, per incrementare l’approvvigionamento idrico ed evitare interruzioni della fornitura. Il sindaco Danilo Lo Giudice ha emanato un’ordinanza finalizzata a soddisfare le maggiori esigenze della stagione estiva, considerato che si è riscontrato un ulteriore abbassamento delle falde di tutti i pozzi che ha provocato una considerevole riduzione della portata idrica nel serbatoio comunale. L’aumento della richiesta di acqua ha portato alla riduzione del livello del serbatoio di accumulo di contrada Landro e così il primo cittadino ha ordinato alla presidente del Consorzio irriguo, Emanuela Triolo, il cui pozzo sorge a fianco di quello pubblico, di immettere l’acqua nel serbatoio comunale attraverso il collegamento già predisposto qualora si manifesti un’impellente necessità per ulteriore riduzione del livello di acqua nel serbatoio comunale, su indicazione dell’Ufficio Tecnico. «La situazione si è ulteriormente aggravata dal considerevole aumento della popolazione presente per fini turistici durante i fine settimana - scrive il sindaco nell’ordinanza - e il perdurare di tale situazione potrebbe portare alla sospensione della fornitura di acque in alcune zone del paese (vie Sparagonà alta, Armando Diaz, Cristoforo Colombo, Savoca, ecc…)», come tra l’altro successo domenica sera. Nonostante la realizzazione del nuovo pozzo “Landro 3”, che era stata annunciata come la soluzione per garantire l’autonomia idrica, l’ulteriore fonte potrebbe però risultare non sufficiente ai crescenti consumi che si verificano nel periodo estivo. Nell’estate 2024 il Comune ha acquistato dal Consorzio “Landro-Casalotto” 278 ore di acqua per una spesa di 13mila 200 euro. Per evitare usi impropri e sprechi, già dal 30 giugno è vietato utilizzare l’acqua dell’acquedotto pubblico per annaffiatura di orti e giardini privati, irrigazione dei campi, lavaggio autovetture e simili anche da fontane pubbliche, lavaggio di spazi di aree private, riempimento di vasche e piscine private anche da fontane pubbliche e ogni altro utilizzo improprio e diverso dalle normali necessità domestiche e produttive. Esclusa dal divieto l’acqua prelevata da pozzi privati, quella utilizzata dai gestori degli impianti di autolavaggio, per usi zootecnici, industriali ed artigianali e per le attività regolarmente autorizzate, così come sono consentiti gli innaffiamenti dei campi da calcio a manto erboso, i parchi e i giardini di uso pubblico qualora l’organizzazione ne consenta l’innaffiamento notturno. L’inosservanza delle regole prevede sanzioni amministrative da 25 a 500 euro. Il sindaco ha invitato la cittadinanza ad un uso razionale e corretto dell’acqua al fine di evitare inutili sprechi e ad adottare ogni utile accorgimento teso ad attuare un risparmio idrico, considerato che con l’inizio della stagione estiva si ha un rilevante incremento del normale consumo di acqua potabile e l’andamento stagionale e la situazione di emergenza idrica che sta interessando tutta la regione impongono il rigoroso contenimento del consumo dell’acqua.