S. Teresa, un terreno comunale (costato 230mila euro) ridotto a discarica - FOTO
di Andrea Rifatto | 12/03/2020 | ATTUALITÀ
di Andrea Rifatto | 12/03/2020 | ATTUALITÀ
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Gli operai comunali mentre scaricano rifiuti
C’è il Centro comunale di raccolta ufficiale, attivo dal 2016, destinato al conferimento di scarti differenziati, ingombranti, resti di potature e altri rifiuti, anche speciali. E a fianco, in un terreno sempre di proprietà del Comune, un deposito incontrollato di rifiuti. È ciò che si può notare in contrada Catalmo all’ingresso dell’area artigianale di Santa Teresa di Riva. Da circa un anno, infatti, il Comune utilizza quel terreno, della superficie di 1.890 metri quadrati, come area di stoccaggio di materiale di vario genere e anche come sito dove scaricare i rifiuti provenienti dall’attività di manutenzione del verde pubblico. Con il passare dei mesi, quindi, si è creata una vera e propria montagna fatta di alberi, tronchi, rami, sfalci di ogni dimensione, assi di legno, che vengono scaricati con l’autocarro dagli operai comunali, come sta avvenendo in questi giorni. In mezzo, però, è possibile scorgere anche altri tipi di scarti, come qualche sacchetto di immondizia indifferenziata e rifiuti in plastica, sparsi sul terreno privo di alcuna pavimentazione. Nell’area, chiusa da una sbarra che impedisce l’accesso veicolare agli estranei, si trovano anche vecchie strutture in ferro utilizzate in passato per i carri di Carnevale e sono stoccate le mattonelle in cemento utilizzate in l’estate per le rampe di accesso alla spiaggia. Di recente è stata poi realizzata una piattaforma in cemento dove sono posizionati alcuni cassoni scarrabili per rifiuti. Cassoni che però non sempre vengono posti sul basamento ma a volte lasciati anche a contatto con la terra. Sarebbe quindi opportuno eliminare questo deposito incontrollato, anche perché qualche malintenzionato potrebbe incendiare la montagna di legname e sfalci con il rischio che le fiamme raggiungano il vicino Ccr e gli altri insediamenti produttivi della zona. Il terreno in questione è stato acquistato dal Comune nel 2017 al prezzo di 190mila 530 euro (oltre Iva al 22% e spese notarili che hanno fatto salire la spesa totale ad oltre 230mila euro) dalla Ing. Paolo Arcovito Costruzioni Srl, società che nel 2007 ha realizzato una lottizzazione dando vita al Polo artigianale Val d’Agrò, in base a un accordo che tre anni fa ha portato la società, in cambio dell’acquisto del terreno, a non proseguire il ricorso al Tar contro il Comune per la controversia sull’area del Ccr, che secondo i proprietari era vincolata a parcheggio e dunque non poteva ospitare il centro rifiuti. Nel 2018 il Comune aveva chiesto alla Regione un finanziamento da 448mila 954 per utilizzare il terreno oggi usato come deposito per ampliare il Centro comunale di raccolta, ma l’istanza non è stata ammessa e da allora il terreno viene usato come deposito.