S. Teresa, slitta di sei mesi la riapertura della scuola del Centro: modifiche al progetto
di Andrea Rifatto | 19/03/2022 | ATTUALITÀ
di Andrea Rifatto | 19/03/2022 | ATTUALITÀ
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I lavori sono iniziati a dicembre 2020
Si sarebbero dovuti concludere tra aprile e maggio i lavori di ristrutturazione e adeguamento sismico della scuola “Felice Muscolino” di Santa Teresa di Riva, avviati nel dicembre 2020 grazie al finanziamento da 2,9 milioni di euro concesso nel 2019 dalla Regione, ai quali il Comune ha aggiunto altri 50mila euro. Invece i 16 mesi (497 giorni) previsti nel cronoprogramma iniziale sono diventati adesso 22 (677 giorni) e dunque almeno fino ad ottobre il cantiere rimarrà al suo posto e le lezioni di Infanzia e Primaria del Centro non potranno ripartire all’inizio del prossimo anno scolastico ma proseguiranno dentro l’edificio della scuola media. A provocare un allungamento di sei mesi dei tempi di esecuzione delle opere è stata una variante redatta dal direttore dei lavori, l’ingegnere Domenico Triolo, e approvata dall’Ufficio tecnico comunale, nella quale sono state previste modifiche e lavorazioni aggiuntive e migliorative rispetto al progetto esecutivo dell’ingegnere Tiziana Chiofalo, elaborato su un definitivo dello stesso Triolo. I lavori sono stati appaltati alla ditta “Impresalv Srl” di Favara per l’importo di 1 milione 747mila 308 euro ma adesso, dopo la variante, l’importo è lievitato a 1 milione 920mila 425 euro (+9,32%), applicando il ribasso basta del 18,059% sul nuovo importo di 2 milioni 318mila 550 euro, rispetto ai 2 milioni 120mila 842 euro iniziali. La perizia non comporta comunque la necessità di spesa aggiuntiva sullo stanziamento assegnato, in quanto rimane invariato l’importo complessivo dell’opera pari a 2 milioni 950mila euro, di cui 543mila 861 euro per somme a disposizione e 485mila 712 euro per economie da ribasso asta. Il progetto prevede l’adeguamento sismico e la completa ristrutturazione dell’immobile sotto il profilo della fruibilità, della sicurezza e anche impiantistico, ma durante i lavori sono sorte nuove esigenze, anche in considerazione del notevole lasso di tempo (quasi cinque anni) intercorso fra la redazione del progetto e la realizzazione delle opere. Tra i nuovi lavori previsti un maggior risanamento delle strutture in cemento armato ammalorate, la rimozione di tutto l’intonaco esterno poiché distaccato, il completo rifacimento dei blocchi servizi igienici e degli impianti, l'installazione di un nuovo bruciatore nella caldaia a gasolio,la sostituzione della grondaia in muratura ormai marcia con una nuova struttura in lamierino, l'adeguamento dell'impianto elettrico, la sostituzione degli imbotti esterni con infissi senza cassonetto per avere una migliore illuminazione degli ambienti interni (l'oscuramento sarà garantito con le tende) e la predisposizione dell’intera superficie del tetto per l'installazione di un impianto fotovoltaico di maggiori dimensioni, da collocare in futuro. Lo slittamento dei tempi è legato anche ai rallentamenti subiti a causa della pandemia, dei ritardi dovuti alla difficoltà di reperimento dei materiali e delle condizioni meteo avverse che non hanno permesso di realizzare il tetto di copertura. Una serie di modifiche determinate da circostanze ritenute impreviste e imprevedibili, dovute al rinvenimento di situazioni diverse da quelle progettualmente previste dopo la “messa a nudo” delle strutture.