S. Teresa, marciapiede occupato da quattro anni tra le proteste dei cittadini
di Andrea Rifatto | 07/08/2018 | ATTUALITÀ
di Andrea Rifatto | 07/08/2018 | ATTUALITÀ
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Il marciapiede occupato
Tutti ne parlano ma nessuno interviene. Da quattro anni un marciapiede pubblico a S. Teresa è occupato da un privato cittadino, che aveva iniziato la costruzione di un immobile salvo poi sospendere i lavori ma senza rimuovere la recinzione di cantiere che sorge sul suolo comunale. L’anomalia si registra nel quartiere Barracca, in via Duca di Gualtieri. Negli ultimi tempi sono state numerose le segnalazioni inoltrate al Comune e agli amministratori ma nonostante le continue rassicurazioni nulla è cambiato. In municipio conoscono bene la vicenda almeno da un anno, visto che il 29 settembre 2017 il Corpo di Polizia municipale stila una nota avente ad oggetto “accertamento per infrazione al Codice della strada-verbale n. 252 del 12 settembre 2017 (occupazione suolo pubblico art. 20)” a carico del proprietario, dove si rileva “l’occupazione del marciapiede lato Catania della via Gualtieri dal civico 5 al civico 5/A con una recinzione metallica priva di autorizzazione”. Il 24 ottobre la Polizia municipale trasmette all’Ufficio tecnico una nota, allegando l’annotazione di servizio del giorno prima a firma dell’ispettore capo Giuseppe Rigano, con la quale si comunica che il proprietario, “a seguito del verbale di accertamento, non ha provveduto al ripristino dello stato dei luoghi, lasciando la situazione di pericolo per l’incolumità pubblica”. Dunque l’8 novembre, il direttore dell’Area Pianificazione e Gestione del Territorio, Francesco Pagano, sulla base di questa documentazione firma un’ordinanza di ripristino dello stato dei luoghi per occupazione abusiva del suolo pubblico in via Gualtieri, "accertato – scrive – che si evince il perdurare dell’occupazione abusiva della porzione di marciapiede individuato dall’accertamento per infrazione al Codice della strada e considerato che l’occupazione abusiva di parte di marciapiede altera lo stato originario dei luoghi impedendo il regolare uso e transito pedonale e che pertanto è precipuo dovere dell’Ente garantire l’uso della cosa pubblica”. Pagano, ritenendo non fosse necessario, data l’urgenza del caso, provvedere con la comunicazione di avvio del procedimento agli interessati e preso atto che “il perdurare dell’occupazione dell’area pubblica provoca una situazione di pericolo per l’incolumità pubblica” e che “l’occupazione abusiva di terreni pubblici comporta di fatto una violazione penale”, ordina quindi al proprietario dell'area a fianco il marciapiede “l’immediata rimozione della recinzione metallica entro il termine massimo di 7 giorni”, avvertendo che “trascorso il termine assegnato senza che l’interessato abbia ottemperato a quanto sopra ordinatogli, si provvederà all’esecuzione d’ufficio della presente ordinanza con spese a carico dello stesso interessato inadempiente, agendo nei termini di legge”. Di giorni ne sono passati quasi 300, nessuno dal Comune è intervenuto e dunque nulla è cambiato. Nove giorni dopo la firma dell’ordinanza di sgombero, il proprietario ha provato a chiedere l’autorizzazione all’occupazione di suolo pubblico, per un’area pari a 20,80 metri quadri sulla via Gualtieri, ma se l’è vista negare dall’Ufficio tecnico comunale in quanto la concessione edilizia per la costruzione dell’immobile, presupposto per il rilascio della autorizzazione richiesta, era decaduta poiché risalente al maggio 2014. Con lo stesso provvedimento di diniego il geometra Francesco Pagano (responsabile del procedimento Francesco Scarcella) determinava l’indennità per l’occupazione abusiva di suolo pubblico a servizio del costruendo immobile di via Gualtieri per un totale di 3mila 307 euro, di cui 1.323 per indennità pari al canone di 30 giorni, 661,50 per maggiorazione dell’indennità del 50% e 1.323 per sanzione amministrativa pari all’indennità dovuta. Atto trasmesso al Comando di Polizia Municipale per opportuna conoscenza e quanto di propria competenza. Non sappiamo se queste somme siano state effettivamente versate al Comune ma di certo c’è che la recinzione è ancora lì, su un marciapiede sconnesso e divenuto ricettacolo di rifiuti, e continua a creare difficoltà ai pedoni. Ieri in Consiglio comunale il consigliere di minoranza Giuseppe Migliastro ha chiesto se il Comune abbia intenzione di intervenire e prendere un impegno: il vicesindaco Annalisa Miano ha replicato che “gli Uffici hanno già contattato la famiglia e ci sono delle situazioni in corso e che si cercherà a risolvere a stretto giro”. Qualche ora dopo il consigliere di maggioranza Santino Scarcella, che non è intervenuto in Aula sulla questione, ha così commentato sulla pagina Facebook istituzionale del Comune: “Non mi resta che confermare gli atti intrapresi dal sottoscritto congiuntamente agli assessori Gianmarco Lombardo e Domenico Trimarchi qualche settimana fa e sarà nostra cura sollecitare a stretto giro e ufficialmente la risoluzione della problematica agli uffici preposti. Tanto per doverosa precisazione”. Uno stretto giro che è diventato molto “largo”, visto che gli atti degli Uffici preposti esistono già da novembre dello scorso anno, ma nessuno li ha tramutati in fatti.