Giovedì 25 Aprile 2024
Lo slargo salvato dalla demolizione: storia di una guerra costata mezzo miliardo


S. Teresa, il Comune "riacquista" la piazza: 28 anni di prepotenze pagate dai cittadini

di Andrea Rifatto | 04/01/2018 | ATTUALITÀ

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Piazza Marina Militare Italiana

Ventotto anni di prepotenze, battaglie a colpi di carta bollata, ricorsi, sentenze. In una guerra dove nessuno dei due contendenti ha mai voluto cedere per arrivare fino in fondo e vedere chi l’avrebbe spuntata. Come è normale in ogni scontro, alla fine vi è un vincitore e un vinto. Parliamo della vicenda di piazza Marina Militare Italiana a S. Teresa di Riva, una piazza nata male a metà degli ‘Anni ’80, “cresciuta” ancora peggio e oggi salvata dalla morte, ossia dalla demolizione, con un notevole esborso di denaro pubblico dalle casse del Comune. Nei giorni scorsi, infatti, l’Ente ha versato nelle tasche dei signori Lo Tartaro-Trimarchi, proprietari di un edificio retrostante la piazza nel quartiere Bucalo, la somma di 180mila euro a chiusura di un accordo transattivo siglato con l’Amministrazione comunale, che nel 2011 era stata condannata dalla Corte di Cassazione a demolire una porzione dello slargo per ripristinare l’accesso carrabile che i privati utilizzavano per raggiungere la loro proprietà prima che sorgesse la piazza. Una vicenda lunghissima, che abbiamo raccontato più volte con varie “puntate” negli ultimi sette anni, visto che il Comune di S. Teresa si è sempre opposto all’esecuzione di quanto stabilito dai giudici nei tre gradi di giudizio. Ma ha perso anche ai supplementari, in quanto il Tribunale amministrativo regionale ha dato ragione ancora una volta ai Lo Tartaro-Trimarchi, inviando un commissario prefettizio per far eseguire la sentenza della Suprema Corte.

L’Amministrazione, resasi conto di non avere più possibilità di sottrarsi a quanto disposto dai tribunali, ha giocato la carta dell’indennizzo economico, avviando l’"operazione salvapiazza" con cui il Comune l’ha sostanzialmente riacquistata, evitando quella che sarebbe stata di fatto una demolizione che avrebbe compromesso buona parte dell’area cancellando l’area giochi, una delle poche esistenti in paese. Alla somma versata si aggiunge l’obbligo per il Comune di realizzare ai Lo Tartaro-Trimarchi, che dopo essere voluti arrivare fino in fondo hanno detto sì alla proposta finale, un accesso pedonale alla loro abitazione. Un prendere o lasciare ritenuto più conveniente dal Comune, che avrebbe dovuto spendere altre risorse per i lavori e per eventuali risarcimenti, ma probabilmente anche dai privati, che dopo 28 anni non avevano più tutto quell’interesse ad avere costruita la strada e hanno preferito l’accordo economico. Un risarcimento, quello ammontante a 180mila euro (a cui vanno aggiunte spese legali e per consulenze pari a circa a 50mila euro), che grava sui santateresini, vittime senza colpa di prepotenze attuate dagli amministratori del tempo costate complessivamente quasi mezzo miliardo di lire. Ripercorriamo la storia.

Siamo a metà degli ‘Anni 80, quando l’Amministrazione comunale guidata dall’allora sindaco Carmelo Iaria occupa alcuni terreni sul lungomare nel quartiere Bucalo per realizzare quello spazio poi abbandonato a lungo e di cui all'epoca non vi era una effettiva esigenza. Il tutto chiudendo ogni ingresso ai privati, che da un giorno all’altro non poterono più accedere alle loro proprietà dalla via marina. Anni di contestazioni, richieste di dietrofront. Nel 1990 la famiglia Lo Tartaro-Trimarchi invia un atto stragiudiziale chiedendo il ripristino dello stato dei luoghi. Ma il Comune va avanti indifferente e il 24 marzo dello stesso anno invia una lettera ai privati comunicando che l’indennità provvisoria di esproprio ammonta a 64 milioni di lire, stessa cifra prevista nel decreto di esproprio notificato il 22 luglio 1993 dall’amministrazione del sindaco Antonino Bartolotta. Provvedimento ritenuto dai privati illegittimo. Partono quindi due procedimenti giudiziari, uno per l’occupazione del terreno e l’eliminazione dell’accesso e l’altro per la quantificazione dell’indennità di esproprio. Il primo si conclude come sappiamo in Cassazione nel 2011; il secondo si è invece chiuso, sempre in terzo grado nel 2001, sempre in favore dei Lo Tartaro-Trimarchi: nel 1995 il Comune di S. Teresa pensò infatti di poter sfruttare una legge del 1992 che prevedeva la decurtazione del 40% dell’indennità di esproprio e comunicò di aver quantificato la somma non più in 64milioni ma in 38. Decurtazione che però la Cassazione spiegò poteva applicarsi solo se fosse stata data la possibilità al privato di procedere alla cessione volontaria. Cosa che non avvenne. Due sconfitte, dunque, che gravano per quasi mezzo miliardo di lire sulle spalle dei cittadini di S. Teresa.


COMMENTI

giuseppe de pietro | il 05/01/2018 alle 16:00:35

E l'Illuminato e venerato Sindaco Iaria che con le sue Amministrazioni ha bruciato le speranze ed i sogni e le opportunità di generazioni di giovani .....non paga ! E la Famiglia Aliberti Bartolotta" c.è chiu corda ca sasizza " IL POTERE SENZA GLORIA non paga ! E il medico della Mutua Morabito,,,, SEMPRE SORRIDENTE E INTRAPRENDENTE.... non Paga. Almeno cerchiamo di dimenticarli.....De Luca rispetto a loro è stato un economo onesto e lungimirante statista! E adesso che nessuno si permetta di criticare e non sostenere questi BRAVI ragazzI che con a capo DaNILOi , oggi fanno di tutto per ridare dignità E SERENITA' al nostro Fantastico E VITUPERATO Paese,

fausto parra | il 06/01/2018 alle 09:40:53

de luca in sostanza abile joker e dispensatore di cipria...peccato de pietro! non capire l'elementare nonostante 4 lauree....sigh!!

Pippo Sturiale | il 06/01/2018 alle 13:20:08

Giuseppe, noi non possiamo parlare perché sa tutto Lui il politologo onnisciente fausto parra! Lui non ha capito che, in genere, nessuno ha sempre ragione o sempre torto ... e che bisogna rispettare le opinioni degli altri. In ogni caso non si controbatte con una mera affermazione (tipo ipse dixit), ma con argomentazioni fattuali e logiche.

fausto parra | il 07/01/2018 alle 16:20:04

Caro Sturiale, a parte che Lei è una delle tante stelline splendenti (poco) nell'arcipelago di cipria del Supremo prima...ora del suo delfino dalla faccia pulita....arcipelago di organizzazioni complementari ai fini supremi dicevo....fini che si sostanziano in un colossale assalto alle casse pubbliche a vantaggio delle stelline della galassia....dobbiamo fare nomi e cognomi?

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