Lunedì 11 Novembre 2024
Dopo 5 anni l'ok dalla Regione, con prescrizioni, per l'impianto usato anche da Savoca


S. Teresa, autorizzato lo scarico in mare del depuratore: salva la Bandiera blu

di Andrea Rifatto | 05/09/2018 | ATTUALITÀ

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Il depuratore di Catalmo

A quasi cinque anni dalla richiesta, la Regione siciliana ha firmato l’autorizzazione allo scarico delle acque reflue dell’impianto di depurazione di S. Teresa di Riva, che serve anche parte dell’abitato di Savoca. L’importante documento, fondamentale anche per il mantenimento della Bandiera blu visto che figura tra i requisiti indispensabili per ottenere il riconoscimento, era atteso da tempo dal Comune dopo l’istanza presentata dalla precedente amministrazione nel dicembre 2013, a seguito della scadenza del precedente nulla osta. A gennaio 2014 e marzo 2017 erano state chieste delle integrazioni alla documentazione e nel marzo scorso l’Assessorato aveva inviato in municipio un preavviso di esito negativo della procedura, visto il mancato riscontro alla nota di un anno prima, per l’assenza di alcuni atti e in particolare della relazione sulla condotta sottomarina di scarico in mare, poi inoltrata a maggio dopo l’incarico affidato a una ditta. Sempre a marzo il Comune di S. Teresa aveva inviato l'analisi in autocontrollo relativa al periodo 2016/2017 ma senza quelle relative al parametro escherichia coli (batterio che indica la presenza di contaminazione fecale), trasmesse per posta elettronica il 12 luglio. Venerdì scorso il responsabile del Servizio 1 del Dipartimento regionale dell’Acqua e dei Rifiuti, Salvatore Anzà, ha quindi concluso con esito positivo il rapporto istruttorio firmando l’autorizzazione allo scarico, concessa al sindaco e valida per quattro anni, subordinata e vincolata al rispetto di 19 prescrizioni.

Le acque reflue possono essere scaricate in mare con una portata nera media non superiore a 137 metri cubi/ora e massima non superiore a 343 metri cubi/ora, corrispondente alla potenzialità dell’impianto di 11.340 abitanti equivalenti (soglia che nei mesi estivi viene ampiamente superata) e nel rispetto di diversi limiti di accettabilità per lo sversamento di grassi, oli ed escherichia coli. Lo scarico non deve produrre alterazioni delle caratteristiche qualitative delle acque marine tali da superare entro 200 metri dalla costa i valori di legge. Il Comune di S. Teresa dovrà adottare standard gestionali adeguati al processo depurativo, fissare i limiti di accettabilità per gli insediamenti produttivi in relazione alle potenzialità depurative dell’impianto, mantenere pozzetti di prelievo in entrata e in uscita, effettuare prelievi e analisi in autocontrollo in ingresso e in uscita con cadenza mensile nell’arco di 24 ore. Il Comune di Savoca, entro 180 giorni, deve invece, qualora non già attivo, realizzare uno scaricatore di piena. I certificati delle analisi dovranno essere inviati ogni tre mesi al Dipartimento regionale Acqua e Rifiuti, all’Arpa Messina e all’Assemblea territoriale idrica di Messina. Tutto attorno all’impianto dovrà essere realizzata una barriera vegetale con alberi di alto fusto a fogliame persistente, sia per limitare la diffusione di microorganismi patogeni che per motivo estetico-paesaggistici. Prescrizione, quest’ultima, già inserita nella prima autorizzazione allo scarico rilasciata nel 1988 ma mai pienamente rispettata.


COMMENTI

GE | il 06/09/2018 alle 13:08:39

A meno male che è acqua nera autorizzata!!!.... pensavo che quella carta macerata in sospensione nelle opache acque Santateresine e quella schiumetta bianca in superfice fosse il risultato di una cartiera abusiva...... Quindi tutto a posto

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