Martedì 16 Aprile 2024
Oggi il rientro in paese della statua dal Kalfa e la chiusura dei festeggiamenti


Roccafiorita celebra la Madonna dell'Aiuto: penultima festa mariana del comprensorio

di Filippo Brianni | 25/08/2019 | ATTUALITÀ

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La statua della Madonna dell'Aiuto

Dopo tre mesi trascorsi nel suggestivo santuario sul monte Kalfa, oggi alle 9.30 la Madonna dell’Aiuto di Roccafiorita inizierà il suo rientro in paese. Sul Kalfa, il simulacro caro ai “fioritani”, era stata portata il 24 maggio, giorno dedicato a Maria Ausiliatrice, appunto la Madonna dell’Aiuto. Sempre oggi si chiuderà anche la festa, che si era aperta giovedì con la messa nella grotta storica del canyon interno al paese ed era proseguita con la processione dello stendardo e la via crucis sul Kalfa di venerdì e la processione “notturna” attorno al santuario del sabato. Stasera avrà luogo la processione solenne in paese. Poi spazio alla musica, con Silvia Mezzanotte (ex cantante dei Matia Bazar) a chiudere con il suo concerto una serata che sarà aperta da una cover band dei Pooh.

Quest’anno la festa della Madonna dell’Aiuto ha coinciso anche con il primo “compleanno” del museo dedicato alla festa, di cui è stato ristampato il libricino esplicativo di padre Isidoro Musumeci. Si tratta del libro che racconta nel dettaglio la storia del culto, “iniziato” con l’acquisto da parte di tre cugini di un’immagine della Madonna della Catena alla fiera di San Pietro e Paolo di Casalvecchio e proseguito con la grazia ricevuta da uno dei tre cugini durante un bombardamento nel corso della Seconda Guerra mondiale. L’immagine venne realizzata a Roma, benedetta da Pio XII nel marzo del 1943 e poi condotta a Roccafiorita. Risalendo la valle del Chiodaro, a causa di un maltempo, i fedeli dovettero fermare l’immagine della Madonna a Gallodoro, il cui parroco la accolse con una grande festa che coinvolse l’intero paese sotto la pioggia battente, prima di riprendere il cammino per Roccafiorita una volta placato il temporale. I “fioritani” realizzarono poi il santuario del Kalfa portando in vetta al monte i materiali a dorso di mulo per un sentiero accidentato. I lavori di costruzione del santuario sono in parte ripercorribili attraverso i video che sono stati collocati all’interno del museo.

Con la festa della Madonna dell’Aiuto si chiude il penultimo degli appuntamenti mariani che annualmente caratterizzano l’agosto nelle valli d’Agrò e del Chiodaro. A dare il via era stata, il 15 agosto, la Madonna delle Preci di Limina, una festa peraltro dall’interessante risvolto storico e culturale, visto che la chiesa dedicata alla Madonna delle Preci risale al 1396 e venne realizzata con lo scopo di convertire la comunità ebraica che abitava il sottostante quartiere Giudecca. Una “funzione” riprodotta anche nella statua della Madonna delle Preci, che rappresenta un bambino nell’atto di affidarsi dalla Madonna e al Bambin Gesù, con un atteggiamento chiarito anche dall’inno:  “un bimbo amabile, a Te prostrato, chiede pietà”. Il 22 agosto ad Antillo ha invece avuto luogo la festa della Madonna della Provvidenza, patrona del paese. Anche qui la festa si interseca con tradizioni secolari che accompagnano la comunità antillese. Dalle invocazioni che avvengono durante la processione (in particolare il “viva, viva la Gran Signura Maria”) alle modalità con cui viene portata e quasi “dondolata” la vara. Una vara che trasporta un simulacro carico di simbolismi, a cominciare dalla spiga tenuta da Gesù Bambino, simbolo – sia cattolico, sia greco e romano, con Persefone e Proserpina – di rinascita, ma un simbolo caratterizzante le comunità rurali contadine perché rappresenta il momento più importante dell’operosità di chi lavora la terra.

Le feste mariane del comprensorio si chiuderanno la prossima settimana con la celebrazione della Madonna della Catena e Mongiuffi Melia, presso il santuario di contrada Fanaca, proprio sotto il monte Kalfa. Anche questa è una festa molto sentita nella zona, che richiama annualmente fiumi di devoti. L’appellativo di “catena” pare risalga al XIV secolo e sia legato ad un evento accaduto a Palermo. Un improvviso temporale impedì l’esecuzione di tre contadini ingiustamente condannati alla Forca in piazza Marina. A quel punto, le guardie portarono i condannati nella vicina chiesa di S. Maria del Porto in attesa che la burrasca finisse. Ma il temporale non cessò e così guardie e condannati rimasero incatenati dentro a doppia catena. I condannati nel frattempo pregarono la Madonna e all’improvviso sentirono spezzarsi le loro catene e la porta della chiesa si aprì. Ripresi dalle guardie furono però difesi dal popolo, che si appellò al re Martino che decise di liberarli proprio in omaggio allo straordinario miracolo testimoniato anche dalle guardie. A Mongiuffi il culto della Madonna della Catena giunse rapidamente, già nei decenni successivi al miracolo di Palermo. Pare che sia stato portato da un messinese sposata con una donna di Mongiuffi, il quale fece edificare la chiesetta. Nel 1597 vennero anche collocate due campane, poi trafugate. Nel secolo scorso il santuario venne ristrutturato.


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