Rifiuti, Bacino Jonico Srr e appalto ad Asm Taormina: Giardini si oppone e va al Tar
di Andrea Rifatto | ieri | ATTUALITÀ
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L'obiettivo è affidare tutto ad Asm Taormina
Finisce nelle aule della giustizia amministrativa la decisione della Srr Messina Area Metropolitana di modificare il Piano d’ambito per la raccolta rifiuti, individuando tre bacini territoriali (Jonico, Messina e Tirrenico) e stabilendo che per quello Jonico (da Giardini Naxos ad Alì Terme) la gestione del servizio debba avvenire con affidamento ad una società in house. L’Amministrazione comunale naxiota, infatti, non condivide questa scelta e adesso ha presentato ricorso al Tar di Catania contro la Srr e nei confronti degli altri 46 Comuni soci, chiedendo l’annullamento (previa sospensione dell’efficacia) del verbale del 10 ottobre scorso con cui l’Assemblea dei soci ha modificato il Piano d’ambito. Una decisione assunta dopo un confronto durato un anno, avviato su input del sindaco di Taormina Cateno De Luca e condivisa da altri 14 colleghi che il 9 dicembre 2024 hanno avanzato la proposta alla Srr Messina Area Metropolitana, discussa nelle assemblee del 23 dicembre 2024 e 20 maggio scorso. In quest’ultima De Luca ha comunicato che l’Azienda servizi municipalizzati di Taormina sarà trasformata in società per azioni e l’ha proposta come società alla quale dare gli affidamenti in house dei servizi di igiene urbana anche negli altri paesi, in particolare quelli del bacino Jonico vista la continuità territoriale. I Comuni hanno così deliberato di aderire a questa proposta e l’1 settembre la giunta taorminese ha incaricato Asm di attivarsi per la costituzione del nuovo soggetto giuridico che dovrà occuparsi del servizio rifiuti in house providing. Ma Palazzo dei Naxioti non ci sta e ha affidato l’incarico all’avvocato Andrea Nicosia di Ragusa di impugnare tutti gli atti al Tar, contestando la decisione di escludere la possibilità di accedere al libero mercato e ritenendo che la determinazione sia palesemente illegittima, nonostante la Srr abbia evidenziato come il Dipartimento regionale Acqua e Rifiuti non abbia sollevato obiezioni. Nel ricorso viene sottolineato che «il quadro normativo impone un modello organizzativo basato sull’unicità della gestione del servizio integrato dei rifiuti» e in tale contesto «la Srr ha il compito di pianificare il servizio attraverso il Piano d’Ambito e di procedere all’affidamento del servizio ad un gestore unico per l’intero territorio di competenza». Invece la stessa Srr «in palese e insanabile contraddizione con i principi normativi cogenti, con la delibera del 10 ottobre ha impresso una svolta radicale e illegittima a tale percorso, optando non per l’unificazione, ma per una nuova e formalizzata frammentazione della gestione». Il Comune di Giardini Naxos ritiene erronea e illegittima la scelta di suddividere il territorio in tre bacini e lesiva quella aprioristica di affidare il servizio di gestione integrata dei rifiuti ad una società in house, senza che la scelta sia supportata e giustificata da ragioni di pubblico interesse, «in assenza di qualsivoglia attività istruttoria e in assenza di ragioni giuridicamente e amministrativamente evidenziate - viene riportato nel ricorso - l’Assemblea ha deciso che il servizio debba essere affidato ad una società in house escludendo, a piè pari, la possibilità di affidamento ad operatore economico privato quand’anche le condizioni economiche o gestionali ovvero l’interesse pubblico dovessero suggerirlo». Sull’affidamento ad Asm il Comune di Giardini Naxos ritiene che tutti i Comuni nel Bacino Jonico «non esercitano alcun controllo analogo non potendosi qualificare l’azienda alla stregua di una società in house di cui alla previsioni dell’articolo 16 del D.Lgs. 175/2016 e appare palese l’illegittimità della determinazione assunta dalla Srr, la quale in assenza di una società propria in house e in assenza, allo stato, di una società su cui tutti i comuni appartenenti al Bacino Ionico esercitino il controllo analogo, ha statuito in questa direzione escludendo, in assenza di alcuna procedura comparativa, la possibilità di procedere all’affidamento del servizio ad un operatore economico individuato mediante procedura di gara». La scelta di frammentare il servizio e di rinunciare a una procedura di gara unitaria, secondo Palazzo dei Naxioti, «lede gravemente i principi di efficienza, efficacia ed economicità dell’azione amministrativa» perchè «una gestione unitaria su larga scala è l’unica in grado di massimizzare le economie di scala e di scopo, riducendo i costi complessivi del servizio, quindi l’impatto della Tari sui cittadini, migliorandone la qualità. La frammentazione in tre gestioni separate, al contrario, moltiplica i costi fissi (strutture, dirigenza, amministrazione), impedisce una logistica realmente ottimizzata sull’intero territorio e riduce l’efficienza complessiva del sistema. La Srr, con una scelta palesemente irragionevole e antieconomica, ha rinunciato a priori a tali benefici, optando per un modello organizzativo che, per sua stessa struttura, è meno efficiente del modello unitario previsto dal legislatore. Ciò si traduce in un danno diretto per i Comuni e per i loro cittadini, che saranno costretti a sostenere i costi di un servizio organizzato in modo inefficiente e illegittimo».










