Rifiuti, ad un passo dall'emergenza nella zona jonica: impianti chiusi e costi alle stelle
di Andrea Rifatto | 07/03/2021 | ATTUALITÀ
di Andrea Rifatto | 07/03/2021 | ATTUALITÀ
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Rifiuto organico raccolto a Santa Teresa
È ad un passo dall’emergenza la gestione del servizio rifiuti nel comprensorio jonico. Alla carenza di impianti per lo smaltimento dell’organico si aggiungerà presto la chiusura della discarica per l’indifferenziato “Sicula Trasporti” di Lentini, che dal 15 aprile non potrà ricevere più conferimenti per aver raggiunto la sua capienza massima, così come c’è forte preoccupazione da parte dei 14 Comuni dove attualmente la raccolta differenziata è gestita dall’Ato Me4, che cesserà la sua gestione in proroga il 31 marzo, visto che non sono ancora stati conclusi gli affidamenti dei nuovi appalti della Srr Messina Area Metropolitana alle società private che gestiranno i cinque lotti in 15 centri tra Giardini Naxos e Scaletta Zanclea. Ma andiamo con ordine, partendo dalla questione umido. La carenza di impianti di compostaggio in Sicilia, la chiusura di diversi siti o la riattivazione di altri ma con capienze ridotte, sta costringendo a trasportare gli scarti fuori regione: a Santa Teresa di Riva questa problematica ha portato il Comune a stanziare già 127mila euro, visto che è stato necessario rivolgersi ad una ditta per le attività di trasporto e smaltimento dell’organico negli impianti di compostaggio. Ai 37mila euro impegnati fino a fine febbraio, se ne sono aggiunti adesso altri 90mila euro per proseguire per altri tre mesi, fino al 30 maggio, con l’affidamento alla “Dusty Srl” di Catania, che svolge anche attività d'intermediazione per conto terzi. Rispetto al primo accordo, che prevedeva un costo di 250 euro/tonnellata (Iva al 10% esclusa) comprensivo del trasporto ma escluso il carico dei rifiuti al Ccr di Catalmo, adesso il Comune spenderà 245 euro/tonnellata per “spedire” i rifiuti in un impianto di Crotone. Cifre notevolmente più alte di quelle solitamente pagate per conferire nei siti siciliani, che si aggirano sui 130 euro/tonnellata, e che dunque rischiano a fine anno di far aumentare notevolmente il piano rifiuti con ricadute in bolletta sui cittadini. L’impianto “Raco” di Belpasso, dove è avvenuto il conferimento dell’umido fino a dicembre, ha riaperto ma con capienze ridotte ma evidentemente per Santa Teresa non c’è ancora possibilità di conferire. Resta altrettanto critica la situazione nei 14 comuni dell’Ato Me4, dove adesso la Srr deve attivarsi anche per trovare una soluzione per l’indifferenziato. Il servizio di raccolta differenziata rischia lo stop a prescindere perchè gli unici comuni dove la nuova ditta sarà pronta a partire dall’1 aprile sono Pagliara e Mandanici (Lotto 3), mentre in tutti gli altri regna l’incertezza e l’iter di aggiudicazione è ancora in corso. Non tutti i sindaci sono convinti che alla scadenza della gestione commissariale sia possibile emanare ordinanze contingibili e urgenti per affidare il servizio, visto che si tratta di una emergenza preannunciata e per assurdo bisognerebbe attendere che i rifiuti si accumulino per strada per diversi giorni prima di emanare provvedimenti di emergenza, così come diverse amministrazioni ritengono non sia possibile bandire procedure per selezionare le imprese in quanto vi sono già delle gare in corso. L’unica soluzione per tenere ancora in vita l’Ato Me4 per il tempo strettamente necessario alla conclusione delle gare d’appalto della Srr è l’estensione del regime emergenziale con un’intesa tra il presidente della Regione con il ministro dell’Ambiente, ma la Regione non sembra intenzionata a percorrere questa strada. I sindaci ne discuteranno giovedì in un incontro previsto alla Città metropolitana, quando si valuteranno tutte le strade percorribili per evitare che esploda l’emergenza.