Rampe A18 a Itala, comitato e cittadini ribadiscono il no: "Serve un'inchiesta pubblica"
di Andrea Rifatto | 01/06/2025 | ATTUALITÀ
di Andrea Rifatto | 01/06/2025 | ATTUALITÀ
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La rampa in entrata sorgerebbe su proprietà privata
Un coro di no contro la costruzione delle rampe provvisorie di cantiere sull’autostrada Messina-Catania a Itala, previste a servizio dei cantieri del raddoppio ferroviario anche a Taormina, Sant’Alessio Siculo, Nizza di Sicilia per ridurre il transito dei mezzi pesanti sulle strade cittadine. Dopo la pubblicazione delle integrazioni progettuali depositate al Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, dove è in corso la procedura per il rilascio della valutazione di impatto ambientale, sono giunte numerose osservazioni che contestano gli allacci autostradali a Itala, previsti sulla carreggiata in direzione Messina, inviate dal Comitato “Difendiamo Itala: la verità sempre”, dal Condominio “Rocca”, dai coniugi Francesco Freni e Birgit Ellen Ude, da Rossella Maria Freni (responsabile sicurezza della scuola dell’infanzia e primaria “Pietro Cuppari”) e da medici e personale di Guardia medica e Postazione 118 di Itala Marina. Nella documentazione si contestano duramente le rappresentazioni, giudicate fuorvianti, contenute negli elaborati redatti dalle imprese Rocksoil SpA, Proger SpA, Pini Group Srl, prodotti al Ministero dall’appaltatore Consorzio Messina-Catania, e si chiede in particolare, limitatamente alle rampe provvisorie di Itala, di «stralciarle dalla valutazione cumulativa di impatto ambientale, visto che lo stesso proponente (Rfi-Italferr) le aveva escluse in sede di approvazione del progetto definitivo del raddoppio ferroviario», di valutare «l’opportunità di un'inchiesta pubblica» e di «esprimere parere negativo agli svincoli di Itala». Il Testo unico ambiente prevede infatti che l’autorità competente può disporre che la consultazione del pubblico si svolga nelle forme dell’inchiesta pubblica, con oneri a carico del proponente, nel rispetto del termine massimo di 90 giorni: inchiesta che si conclude con una relazione sui lavori svolti ed un giudizio sui risultati emersi, predisposti dall’autorità competente. Nelle osservazioni sono state ribadite le contestazioni mosse in prima istanza sugli impatti nelle aree limitrofe all’A18, in particolare vicolo San Giacomo e la Sp 29, con la distruzione del patrimonio arboreo della scarpata autostradale dove è prevista la rampa in uscita, polmone verde per Itala Marina con alberi di alto fusto con un’età superiore ai 50 anni, così come per realizzare la rampa in entrata si avrebbe la distruzione dell’immobile dei coniugi Freni, della piscina interrata in cemento armato e del giardino circostante. Comitati e cittadini hanno evidenziato nuovamente come le rampe siano previste «a ridosso di una zona abitata e con servizi importanti come scuola, chiesa, guardia medica, biblioteca» e hanno rilevato «incongruenze tra quanto indicato planimetricamente in progetto e quanto restituito con i fotoinserimenti presentati nelle integrazioni: gli artefatti fotografici restituiscono una realtà difforme da quanto presente in progetto durante la fase di realizzazione e di ripristino in quanto vicolo San Giacomo verrà chiuso al traffico veicolare, permanendo uno stretto passaggio pedonale a ridosso dei recettori con minime distanze a livello di scuola e di chiesa (di circa un metro); al contrario dalle foto sembrerebbe conservata anche durante la fase di cantierizzazione la percorrenza veicolare del vicolo». «Se le immagini distorcono le proporzioni o omettono elementi fondamentali, così come se le descrizioni introducono elementi chiaramente non corrispondenti al vero, tutte le integrazioni sono da considerare fuorvianti - è stato evidenziato - e l’errata rappresentazione della situazione dei luoghi, che inevitabilmente determina un’errata valutazione degli impatti che il Ministero ha chiesto di chiarire, potrebbe svalutare le osservazioni della comunità locale, costretta a subire impatti devastanti per la salute pubblica e per la vivibilità dei luoghi che il parere del Ministero ed i presidi normativi mirano a garantire». L’alternativa proposta dal Comitato e dai cittadini è la realizzazione delle rampe a monte (carreggiata verso Catania) oppure un collegamento sul torrente Itala tra la Sp 29 (strada per Itala superiore) e la Sp 31 (strada per Guidomandri superiore-lato Scaletta Zanclea). Medici e personale di Guardia medica e 118 di Itala Marina hanno ribadito le criticità derivanti dell'opera «verso la quale le integrazioni non hanno portato alcuna modifica eccetto che una serie di false informazioni - scrivono nelle osservazioni inviate al Mase - dall'analisi del progetto è infatti facile evincere che la realizzazione della rampa in ingresso in autostrada direzione Messina determinerà l'effettiva chiusura del presidio durante tutta la fase di cantierizzazione e di ripristino senza che sia stata proposta una sede alternativa. Inoltre in tutte le fasi di cantierizzazione, esercizio e ripristino, le distanze tra la proposta rampa ed il presidio sanitario sono così esigue da rendere improponibile la possibilità di lavorare in sicurezza sia per l'inquinamento atmosferico che per quello acustico e per quello vibrazionale. A conferma di ciò si sottolinea come nelle integrazioni presentate al Mase da Rfi, l'edificio destinato a 118, Punto Territoriale di Emergenza e Guardia medica viene riportato come "fabbricato commerciale-industriale”. Ribadiamo, pertanto, le nostre preoccupazioni già esternate nelle osservazioni inviate il 18 febbraio - concludono gli operatori sanitari - nella speranza che si vogliano prendere in considerazione queste nostre segnalazioni per evitare l'interruzione dello storico servizio di continuità assistenziale e la devastazione del territorio italese, con elevati rischi sulla salute pubblica»