Mercoledì 11 Dicembre 2024
I due costituzionalisti, ospiti a Giardini, hanno evidenziato i rischi per le istituzioni


Premierato e regionalismo differenziato, Silvestri e Saitta bocciano la riforma Meloni

di Redazione | 21/03/2024 | ATTUALITÀ

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Barbagallo, Silvestri e Saitta

Grande partecipazione al convegno “Premierato e regionalismo differenziato: cosa resta della Costituzione?”, organizzato a Giardini Naxos dal Partito democratico sul progetto di riforma della Costituzione del governo di Centrodestra, con ospiti il professor Gaetano Silvestri, presidente emerito della Corte costituzionale, già rettore dell'Università di Messina e uno dei più autorevoli studiosi italiani di diritto costituzionale, e il professor Antonio Saitta, docente di Diritto costituzionale. Ad introdurre l’incontro l’avvocato Giuseppe Valentino, che ha ricordato la professoressa Francesca Gullotta, recentemente scomparsa, militante del Pd e a lungo assessora a Taormina, sottolineandone l'intelligenza, la cultura, la passione civile, l'impegno politico e sociale. I due insigni costituzionalisti, con interventi puntuali ed articolati, hanno evidenziato i limiti e le contraddizioni di quella che hanno definito una pessima idea di riforma della Costituzione, rilevando come essa da una parte comprometta l'equilibrio delle istituzioni repubblicane e dall'altra sovverta l'elemento solidaristico della Carta che ha ispirato la nascita e lo sviluppo dello stato sociale. In particolare il professor Silvestri ha ricostruito il momento straordinario della storia del nostro Paese, che seguì alla lunga notte di tenebre del ventennio fascista, che vide insieme liberali, cattolici, azionisti, socialisti e comunisti che insieme diedero vita alla Carta costituzionale in una prosecuzione ideale della lotta antifascista e della Resistenza, affermando come bisogna impedire lo stravolgimento della Costituzione riaffermando i valori di democrazia, uguaglianza, libertà che ispirarono i padri e le madri costituenti e che ci hanno guidato in tutti questi anni.

Il presidente emerito ha rilevato come l'obiettivo che si proporrebbe il Governo, quello della stabilità, non verrebbe in alcuno modo raggiunto dalla paventata riforma che consentirebbe solo una stabile occupazione del potere, con una sorta di dittatura della maggioranza, una democratura priva di contrappesi e controlli istituzionali e democratici che garantiscono lo stato di diritto. Tutto ciò con l'oggettivo e grave svuotamento dei poteri del Capo dello Stato e la negazione della funzione di indirizzo politico del Parlamento e del suo ruolo decisivo. Non a caso è stato evidenziato come il premierato puro, con elezione diretta da parte del corpo elettorale del capo del governo di uno stato (la proposta del Centrodestra) non esiste in alcuna nazione al mondo. Sbagliato e pregiudizievole per il Paese è stato definito l’altro aspetto della riforma, il regionalismo a doppia velocità, che rischia di creare un divario profondo e non più colmabile tra Nord e Sud del Paese, che sarà abbandonato alle sue storiche difficoltà, aggravando la questione meridionale, mai risolta nemmeno negli 80 anni di storia repubblicana e democratica, in quanto non sarà più possibile garantire alle regioni più povere un livello adeguato di servizi per quanto riguarda sanità, istruzione, trasporti, sicurezza, assistenza sociale e lavoro. A poco o a nulla - è stato evidenziato durante l’incontro - varrà la prevista definizione dei livelli essenziali di prestazioni che dovrebbero delineare le soglie minime di rispetto dei diritti civili e sociali, quindi lo standard dei servizi da garantire in tutto il paese. Presente a Giardini Naxos anche il segretario regionale del Pd, l’onorevole Antony Barbagallo, che ha portato il suo saluto e ha tratteggiato – con un breve ma efficace intervento - la posizione critica dei democratici nei confronti della riforma costituzionale proposta dal Centrodestra, ribadendo l'impegno del partito per contrastarla in parlamento e nel Paese anche qualora si arrivasse al referendum.


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