Martedì 25 Novembre 2025
Chiesto un tavolo tecnico urgente dopo l'approvazione in giunta della "variante Taormina"


"No al mantenimento dell'attuale linea ferroviaria": nove sindaci scrivono a Schifani

di Redazione | oggi | ATTUALITÀ

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I sindaci ieri sera a Scaletta

Arriva un netto no dai sindaci della zona jonica al mantenimento in esercizio dell’attuale linea ferroviaria Fiumefreddo-Giampilieri, previsto all’interno della “variante Taormina” al progetto del raddoppio ferroviario, approvata dal governo regionale con la delibera di giunta 355 del 20 novembre, con la quale sono state apprezzate le soluzioni proposte il 7 novembre dal capo di gabinetto vicario Bartolomeo Corallo dell’assessore regionale per le Infrastrutture e la mobilità, Alessandro Aricò, tra le quali la realizzazione del collegamento tra la linea ferroviaria nazionale e quella turistica Alcantara-Randazzo alla stazione di Alcantara con il mantenimento in esercizio dell'attuale tracciato Fiumefreddo-Giampilieri e la trasformazione delle attuali stazioni di Fiumefreddo e Giampilieri in stazioni di bivio. Un iter avviato dopo le richieste dell’Amministrazione comunale di Taormina e che ha portato la Regione ad inserire nella proposta di modifica anche un intervento che il territorio non aveva richiesto, ossia lasciare in piedi l’attuale binario unico. Rete Ferroviaria Italiana ha fatto presente che le modifiche potranno essere avviate in termini progettuali, autorizzativi e realizzativi dopo formale atto di indirizzo da parte della Regione siciliana, da trasmettere per l’assenso al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti e al Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, così giovedì scorso la giunta Schifani ha deliberato apprezzare le soluzioni proposte. La decisione di non dismettere il tracciato esistente, neanche nel tratto tra Letojanni e Scaletta Zanclea come stabilito inizialmente, ha però sorpreso gli amministratori locali, in particolare i sindaci di Itala e Scaletta Zanclea che da sempre hanno chiesto la dismissione dei binari per poter realizzare un percorso green con pista ciclabile o comunque un affaccio sul mare, visto che le due comunità sono “strette” tra l’A18 e la ferrovia, senza un lungomare e una strada alternativa alla Statale 114. 

Ieri sera a Scaletta Zanclea si è tenuta una riunione alla quale hanno preso parte il sindaco Gianfranco Moschella e i colleghi Daniele Laudini (Itala), Giuseppe Lombardo (Roccalumera), Matteo Francilia (Furci Siculo), Danilo Lo Giudice (Santa Teresa di Riva), Massimo Stracuzzi (Savoca), Domenico Aliberti (Sant’Alessio Siculo) e Alessandro Costa (Letojanni), che hanno ribadito la valenza alternativa del tracciato ferroviario dismesso, anche come presidio di protezione civile da utilizzare come via di fuga in caso di emergenza,  anche alla luce delle notorie fragilità territoriali. Al termine dell’incontro è stata sottoscritta una lettera, inviata dai Comuni di Scaletta e Itala e sottoscritta da tutti gli altri sindaci, compreso il primo cittadino di Nizza di Sicilia, Natale briguglio, assente ieri sera, da inviare al presidente della Regione, Renato Schifani, nella quale si fa presente che l’indirizzo dato con la delibera di giunta del 20 novembre «sovvertendo quanto fin qui ipotizzato in ordine allo sviluppo territoriale dei comuni di Scaletta Zanclea ed Itala, non asseconda le richieste formulate nei precedenti tavoli tecnici all'uopo destinati giusta Ordinanza n. 49 del Commissario straordinario di approvazione del progetto definitivo» e pertanto è stata chiesta la convocazione di un tavolo tecnico urgente, con invito esteso a tutte le parti interessate, «per individuare una soluzione che non alteri assolutamente quanto precedentemente concordato e condiviso con le amministrazioni locali interessate, salvaguardando lo sviluppo e la sicurezza di tutte le comunità coinvolte». Oltre Itala e Scaletta Zanclea, quasi tutti i comuni hanno ipotizzato già in passato di creare una greenway con percorso ciclabile e pedonale, mentre l’Amministrazione comunale di Sant’Alessio Siculo preferirebbe ricavare una strada o parcheggi, per poter contare su un’alternativa alla Statale 114 e al lungomare, sul quale creare la pista ciclabile.

Anche le minoranze consiliari si sono mobilitate: a Itala il consigliere Salvatore Cacciola ha presentato un’interrogazione che verrà discussa giovedì in Consiglio comunale, ritenendo che mantenere la linea a binario unico «sarebbe una condanna a morte, bloccherebbe la rinascita del territorio e farebbe perdere la possibilità di riqualificare il waterfront», così come a Scaletta Zanclea i consiglieri Mario Briguglio e Tindaro Briguglio puntano a chiedere un Consiglio comunale aperto a tutta la cittadinanza al quale invitare con il presidente Schifani e l’assessore Aricò, ritenendo che la variante proposta sia «uno scippo inaccettabile per le due comunità, che vedrebbero sfumare la possibilità di avere un lungomare, una strada, una pista ciclabile o altro». Per l’italese Giovanni Currò, già vicepresidente della Commissione Finanze della Camera dei deputati, «il via libera alla variante rappresenta una pietra tombale sulle speranze di sviluppo turistico e sostenibile dell'intera riviera jonica messinese, una scelta miope che condanna territori già fragili all'isolamento definitivo. È sconcertante constatare come una storica opportunità di rilancio, finanziata anche con le risorse del Pnrr, venga trasformata in un danno per le comunità locali - prosegue Currò - invece di replicare modelli virtuosi di rigenerazione urbana, come avvenuto in Liguria con la trasformazione delle vecchie linee ferrate in spettacolari vie ciclopedonali sul mare (come Varazze), si sceglie di negare questa prospettiva. Comuni come Itala e Scaletta Zanclea, che ancora portano le cicatrici della tragica alluvione del 2009, vengono così relegati al ruolo di 'periferia delle periferie', semplici punti di passaggio privi di connessioni vitali e di necessarie vie di fuga in un territorio morfologicamente complesso. Queste comunità meritano rispetto e una visione di futuro che valorizzi le loro straordinarie bellezze naturalistiche, dal mare alla montagna, non progetti calati dall'alto che ne mortificano le potenzialità per meri calcoli politici».


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