Nizza, il Tar sospende la restituzione del finanziamento per Palazzo Interdonato
di Andrea Rifatto | 04/12/2020 | ATTUALITÀ
di Andrea Rifatto | 04/12/2020 | ATTUALITÀ
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Palazzo Interdonato sul corso Umberto I
Può tirare un sospiro di sollievo l’Amministrazione comunale di Nizza di Sicilia. Il Tar di Catania ha infatti accolto oggi la richiesta di sospensiva del decreto di revoca del finanziamento da 357mila 400 euro concesso nel 2012 dalla Regione per il restauro e la ristrutturazione edilizia di Palazzo Interdonato, allo scopo di destinarlo ad attività assistenziale. L’Assessorato regionale della Famiglia, delle Politiche Sociali e del Lavoro ha infatti firmato nei mesi scorsi un provvedimento con il quale ha imposto al Comune di restituire i 330mila euro già erogati a titolo di anticipazione, mentre per i restanti 27mila è stata avviata la procedura di disimpegno dal bilancio regionale. Una brutta tegola per l’Amministrazione del sindaco Piero Briguglio, che ha immediatamente presentato ricorso al Tar incaricando l’avvocato Nunziato Antonio Medina con l’obiettivo di far innanzitutto sospendere il decreto di revoca del finanziamento puntando poi a farlo annullare. I giudici amministrativi della Quarta Sezione hanno parzialmente accolto il ricorso cautelare sospendendo il provvedimento impugnato limitatamente alla parte in cui impone al Comune ricorrente la restituzione delle somme pretese dalla Regione. Nell’ordinanza il Tar specifica come “le dimensioni del Comune ricorrente giustificano la richiesta cautelare in ragione del pregiudizio che patirebbe dall’esecuzione dell’impugnato provvedimento di revoca del finanziamento concessogli dalla Regione siciliana”, decidendo pertanto “di dover sospendere l’esecutività del provvedimento impugnato limitatamente all’obbligo di ripetizione delle somme pretese dall’Amministrazione regionale, impregiudicato l’esito del ricorso nel merito e dell’eventuale istruttoria”. Disposta inoltre la compensazione delle spese processuali tenuto conto del limitato accoglimento dell’istanza cautelare. Si tornerà in aula il 13 maggio 2021 per l’udienza pubblica per la discussione del ricorso nel merito. La Regione contesta il mancato completamento dell’operazione entro il 31 gennaio 2017, termine ultimo fissato per avviare le attività finanziate con i fondi comunitari: a quella data, invece, secondo gli uffici palermitani, la struttura situata sul corso Umberto I non era “né funzionante né posta in uso né fruibile dai destinatari”. I lavori di ristrutturazione dell’edificio sul corso Umberto I erano stati consegnati il 10 marzo 2015 e ultimati il successivo 30 settembre, ma è stato necessario affidare un altro appalto per i lavori di finitura, consegnati il 4 novembre e completati il 15 dicembre 2017, dunque quasi un anno dopo il termine fissato dalla Regione.