Lunedì 01 Dicembre 2025
Incontro a Scaletta: ora un documento unitario su dismissione e restituzione del tracciato


Mantenimento binario unico, De Luca: “Colpa dei sindaci che non si sono messi d’accordo”

di Andea Rifatto | ieri | ATTUALITÀ

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De Luca, Moschella e Laudini

«Rinviare il problema non lo risolve da solo, adesso serve un accordo unitario per chiedere la dismissione dell’attuale linea ferroviaria una volta attivato il doppio binario, la bonifica delle aree e la riconsegna delle stesse ai singoli Comuni». È l’appello lanciato oggi dal sindaco di Taormina, Cateno De Luca, nell’assemblea pubblica svoltasi nell’auditorium di Scaletta Zanclea, convocata dopo le discussioni sorte in seguito alla delibera di indirizzo approvata il 20 novembre dalla giunta regionale con la quale viene espresso apprezzamento alla “variante Taormina” al progetto del raddoppio ferroviario e viene citato il mantenimento in esercizio dell'attuale tracciato Fiumefreddo-Giampilieri con la trasformazione delle attuali stazioni di Fiumefreddo e Giampilieri in stazioni di bivio, nonostante nel progetto originario sia prevista la soppressione dell’attuale linea. «La delibera di apprezzamento approvata dalla giunta regionale non ha alcun valore giuridico ma è una presa d’atto di un procedimento ancora alle battute iniziali - ha spiegato De Luca - e non è pensabile che chi come me ha sempre dimostrato di lavorare per il territorio, ad un certo punto si veda attaccato anche con azioni di sciacallaggio che nulla hanno a che vedere con atti, retroscena e prospettive. Abbiamo lasciato aperto il tema del mancato accordo sul destino dell’attuale binario come se i lavori del doppio binario non sarebbero mai iniziati - ha rimproverato ai colleghi - ma rinviare il problema non lo risolve da solo. Abbiamo convocato una riunione con tutti i sindaci lo scorso 24 marzo e già in quella sede i Comuni di Scaletta Zanclea e Itala hanno ribadito di non voler mantenere la linea, ma non si è trovato l’accordo sulla greeway nel resto del territorio perchè alcuni sindaci vogliono fare altro. Nel frattempo dovevo andare avanti con il procedimento per le modifiche riguardanti il comprensorio taorminese e il 29 maggio ho formulato la richiesta di aprire il tavolo tecnico, ma non avendo ricevuto mandato da nessuno per rappresentare il territorio in qualità di deputato, sono andato avanti da sindaco di Taormina e per conto di Letojanni, Giardini Naxos e Castelmola». Il 29 luglio è stato aperto il tavolo tecnico e la prima seduta è stata fissata per il 10 settembre, ma nel frattempo il 7 agosto si è tenuta una seconda riunione con i sindaci a Santa Teresa di Riva, ma neanche in quella occasione è stato raggiunto un accordo sul futuro dell’attuale linea ferroviaria. «Alcuni sindaci, per evitare imbarazzi, non si neanche sono presentati - ha rimarcato De Luca - non è stato possibile avere una proposta unitaria e quindi al tavolo tecnico non è stato possibile chiedere modifiche, perchè non ho avuto questo mandato».

L’invito alla sottoscrizione di un documento unitario
Il tavolo alla Regione si è riunito tre volte a settembre stabilendo le modifiche progettuali per il territorio taorminese: «Mi è stato chiesto cosa si doveva fare dell’attuale linea - ha proseguito il primo cittadino di Taormina - ma ho detto che non avevo mandato a discuterne e non mi potevo permettere di dire nulla per poi magari essere smentito dal territorio, perchè non c’è stato nessun accordo nonostante lo avessi chiesto due volte. Così si è chiuso il tavolo tecnico con Rfi, che ha annunciato di dover verificare se le modifiche fossero condivisibili, quale sarebbe stata la strategia da seguire per la nuova linea a doppio binario e se fosse necessario lasciare attivo anche quello attuale per assorbire il traffico. Il tema definitivo lo dobbiamo affrontare una volta per tutte dal territorio - ha sottolineato richiamando i colleghi all’unità - condivido la linea dei sindaci di Scaletta Zanclea e Itala che hanno la necessità di avere un lungomare, per il resto secondo me la greenway non è realizzabile. Siete in condizioni di fare un documento unitario da Scaletta Zanclea a Giardini Naxos - ha detto rivolgendosi alle amministrazioni locali - dove chiedete chiaramente la dismissione della linea e anche quello che deve succedere dopo? Non si può andare a rate ai tavoli, si va con le idee chiare e con la responsabilità di quello che si sottoscrive». Dunque la linea indicata da Cateno De Luca è quella di chiedere la dismissione del binario unico, la demolizione delle strutture con smaltimento e bonifica e la consegna delle aree ai comuni: «Demolire e smaltire la tratta ferroviaria costa circa 100 milioni di euro, soldi che non ci sono nel progetto ed è il momento giusto per costringere Rfi a stanziarli - l’invito di De Luca - e dobbiamo muoverci adesso anche per bloccare le risorse che stanno sparendo per le opere compensative, una delle quali può essere la demolizione del binario, sennò rischiamo che lo lasciano ai Comuni che poi devono sobbarcarsi l’onere di dismetterlo. Ho già scritto a Schifani chiedendo che tutto il traffico possa trovare spazio sulla nuova linea del raddoppio ferroviario e sappiamo che non è indispensabile il mantenimento del binario, ma coscienti del fatto che non tutti ci vogliono bene e per smontare certe situazioni serve una strategia. A me devono farla pagare perchè li ho messi con le spalle al muro per la variante di Taormina». Gli aspetti tecnici sono stati illustrati da Salvo Puccio, componente dell’Osservatorio ambientale del raddoppio ferroviario, che ha ribadito come non esista un motivo tecnico nè economico per mantenere la vecchia linea e nessuno lo ha mai chiesto. Tra i suggerimenti accolti quello del vicesindaco di Sant'Alessio Siculo, Giovanni Foti, che ha chiesto di inserire nel documento l'eliminazione dei vincoli di inedificabilità attualmente previsti per 30 metri a valle e monte dei binari. 

Moschella: "Non possiamo rubare il futuro alle prossime generazioni"
«Abbiamo dormito sonni tranquilli dopo la conferenza di servizi del 2018 e l’ordinanza di approvazione del progetto definitivo, dove è prevista la dismissione della linea ferrata - ha detto il sindaco di Scaletta, Gianfranco Moschella - e sono state rimandate ad un successivo tavolo tecnico le modalità di riuso del tracciato. Tavolo tecnico che si è riunito solo una volta nel 2023 alla Regione con i sindaci. Successivamente ci siamo incontrati a Santa Teresa di Riva lo scorso marzo e ci siamo lasciati con diversità di opinioni, ma con l’intento che Scaletta e Itala, in ogni caso, avevano la necessità di dismissione del binario, mentre altri comuni avevano individuato altre idee. Il piano B sarebbe stata la richiesta di consegnare ad ogni comune le aree dismesse per utilizzarle a piacimento, ma non possiamo consentire ciò che prevede la delibera di giunta regionale, l’11 dicembre l'incontro con il commissario di Governo Filippo Palazzo sarà il vero momento verità. In ogni caso non c’è destino diverso se non quello della dismissione della linea ferrata. Non possiamo rubare il futuro alle prossime generazioni di Scaletta Zanclea e Itala, siamo una sorta di striscia di Gaza e se si vuole che queste comunità muoiono, ci mettano subito la cannula del gas in bocca e non ci facciano soffrire». Tra gli intervenuti all’incontro i sindaci di Fiumefreddo e Itala, il vicesindaco di Sant’Alessio Siculo, Giovanni Garufi, Angela Trimarchi, Tindaro Briguglio, Domenico Crisafulli, Attilio Pavone, Nino Cucinotta, Francesco Freni, Lorenzo Grasso e Giosuè Malaponti. Tutti d'accordo all'eliminazione dell'attuale linea ad eccezione di alcuni cittadini pendolari, che hanno illustrato l'importanza di mantenere collegamenti capillari in tutti i comuni, mentre la linea a doppio binario è ottimale per spostamenti di lunga percorrenza.


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