Le ruspe devastano le spiagge in spregio alle regole: così aumenta l'erosione della costa
di Andrea Rifatto | 13/05/2025 | ATTUALITÀ
di Andrea Rifatto | 13/05/2025 | ATTUALITÀ
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Ruspe in azione per le rampe di accesso e i lidi
Iniziano le consuete operazioni per la stagione balneare sulle spiagge della zona jonica. Comuni e privati si stanno attivando per rendere fruibili gli arenili, realizzando gli accessi e montando le strutture stagionali, ossia lidi e stabilimenti. A Santa Teresa di Riva, ad esempio, è già in azione la ditta incaricata dal Comune per realizzare rampe e scivole e anche gli imprenditori del settore sono all’opera per realizzare le piattaforme sulle quali posizionare le loro strutture. Ma quasi mai tutto avviene nel rispetto delle regole. Abbiamo constatato, infatti, come alcune delle prescrizioni della Regione vengano sistematicamente violate sia dalle amministrazioni pubbliche che dai privati. Regole messe nere su bianco nella circolare numero 32657/2021 emanata dal Demanio Marittimo dell’Assessorato regionale del Territorio e dell’Ambiente, ma che evidentemente nessuno ha cura di rispettare. La nota riguarda il rilascio delle autorizzazioni per la pulizia delle spiagge e delle indicazioni su montaggio e smontaggio delle strutture e una parte è dedicata alla pulizia straordinaria e all’utilizzo dei mezzi meccanici. La Regione specifica che «tali interventi dovranno essere eseguiti utilizzando esclusivamente mezzi gommati e prestando la massima attenzione a non modificare la profondità dell’arenile e la linea di costa, nonché le quote altrimetriche, nel rispetto delle formazioni dunali eventualmente presenti” (e nel caso di Santa Teresa queste disposizioni sono state rispettate in occasione della pulizia straordinaria eseguita dalla ditta “Dusty”), ma soprattutto che «è vietato eseguire interventi di scavo, sbancamento o di modifica dell’area e delle relative quote altimetriche, se non limitatamente all’esecuzione degli scavi strettamente necessari alla realizzazione degli interventi per l’ancoraggio delle strutture (pali, plinti) e per la realizzazione degli eventuali impianti interrati». Guardando a quanto sta accadendo, però, emerge subito come queste norme non siano seguite: sugli arenili, infatti, scorrazzano mezzi cingolati (pale e ruspe) e non gommati per realizzare le rampe di accesso dai lungomari, livellare la superficie e rimuovere depressioni e fossati. Nel caso di Santa Teresa di Riva, dove la spiaggia è soggetta ad erosione costiera ormai da molti anni, gli interventi devono risultare compatibili con le norme di attuazione del Piano per l’assetto idrogeologico, ma le ruspe hanno già operato anche fino alla battigia, prelevando sabbia da ammassare fin sotto il muro di cinta del lungomare e cercando poi di riempire le zone modificate, con il rischio che la linea di costa possa arretrare. Pale e ruspe cingolate vengono utilizzate anche nell’allestimento di stabilimenti balneari privati. Ma nessuno interviene e si continuano ad utilizzare sistemi dannosi per realizzare gli accessi alle spiagge, anzichè studiare soluzioni alternative che evitino attività di scavo e sbancamento che modificano la conformazione degli arenili e accentuano l’erosione, che continua ad avanzare dove non trova ostacoli.