Le Bandiere blu affondano nel mare sporco: senza soluzioni sarà fuga dalla costa jonica
di Andrea Rifatto | 25/08/2025 | ATTUALITÀ
di Andrea Rifatto | 25/08/2025 | ATTUALITÀ
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Scie di sporcizia e controlli della Guardia costiera
Sulla carta saranno anche acque da Bandiera blu, ma è un riconoscimento che sparisce tra i reflui fognari che ogni giorno solcano il mare. Un’altra estate da dimenticare per la riviera jonica, dove le scie di sporcizia continuano a stridere con le certificazioni di qualità ambientale assegnate da diversi anni ad alcune località costiere. Della serie: le spiagge saranno anche insignite delle Bandiere blu, ma al colore del vessillo non corrisponde quello del mare. Nelle ultime settimane sono state tantissime le lamentele a causa di scie oleose, sporcizia o spazzatura che attraversano la costa e rendono impraticabile il mare, solcato da chiazze di rifiuti o reflui fognari la cui origine rimane ancora sconosciuta, provenienti forse dal largo, da Messina o da fuori provincia. I sindaci assicurano che i depuratori fognari sono perfettamente funzionanti e scaricano in mare acque limpide, mentre dopo numerose segnalazioni la Guardia costiera ha avviato controlli e ha scattato fotografie alle scie e prelevato campioni d’acqua per capire da quali sostanze sia inquinata e la possibile provenienza. «È uno spettacolo indecoroso - commenta Giovanni, messinese che vive a Taranto e frequenta la spiaggia di Santa Teresa di Riva - la riviera non merita questo schifo, la gente continua a fare il bagno ma qui si rischiano infezioni. Qualcuno dovrebbe vietare la balneazione»; per Giusy «noi cittadini anche oggi siamo relegati sotto gli ombrelloni senza poterci fare un bagno ristoratore - racconta - perché già da una settimana il mare è praticamente una fogna a cielo aperto. È inutile lamentarsi, ma bisogna cercare di smuovere le coscienze di tutti i responsabili di questo scempio». Un fenomeno che colpisce tutti i comuni: «Non si è mai visto un mare così sporco - evidenzia Emilia da Roccalumera - non è una questione di correnti ma un problema costante ormai da diversi giorni. Un appello agli amministratori: dovete urgentemente intervenire, non è possibile rimanere inerti di fronte a tutto questo. È importante per la salute di tutti, è inutile dire che i depuratori funzionano, si deve provvedere ad individuare la causa e porre subito un rimedio». Per Flavia, catanese che frequenta la spiaggia roccalumerese, «sarebbe opportuno togliere la bandiera blu, non ha senso». Le analisi effettuate dall’Asp (gli ultimi prelievi risalgono a luglio su tutta la costa) e rese note dal Portale acque di balneazione del Ministero della Salute escludono il superamento dei limiti per i parametri Escherichia coli ed Enterococchi intestinali e la qualità dell’acqua viene definita eccellente. Di fatto, però, non è così. Le soluzioni? L’impiego di un battello spazzamare “Pelikan” per la raccolta dei rifiuti galleggianti solidi e liquidi, ipotizzato nel 2020 anche se già dal 2015 la Guardia costiera ha evidenziato come non sia utilizzabile nelle fascia di balneazione 9-19, in quanto mezzo a motore, oppure la posa di barriere galleggianti antinquinamento, suggerite già in passato dai progettisti dei Pudm, piazzate magari entro i 200 metri dalla costa per circoscrivere la macchia di sporcizia e proteggere la fascia più a ridosso della spiaggia, poiché ogni località bandiera blu deve avere l’interesse a mantenere pulito il proprio specchio di mare, non trincerandosi dietro la scusa che il mare è grande ed è di tutti. Altrimenti è inutile vantarsi a maggio di aver ottenuto le Bandiere blu e avere ad agosto la fogna che scorre: mentre si tenta di cercare le fonti di inquinamento è trascorsa un’altra estate senza colpevoli né soluzioni e di questo passo i turisti non ci cascheranno più e sceglieranno altre mete.