La riviera jonica si mobilita contro il genocidio: iniziative a Santa Teresa e Letojanni
di Redazione | 03/10/2025 | ATTUALITÀ
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Il presidio di Letojanni
Rispondendo all’appello del Global Movement to Gaza, ieri in piazza Municipio a Santa Teresa di Riva si è tenuto un partecipato flash mob a sostegno dalla Global Sumud Flotilla, intercettata e bloccata dagli assalitori israeliani poco prima di portare a compimento la sua missione di rompere, via mare, il criminale assedio di Gaza. Oggi la mobilitazione dei cittadini della riviera si è spostata a Letojanni, dove in concomitanza con lo sciopero generale indetto da Cgil e sindacati di base, si è svolto un significativo presidio. Sabato 4 ottobre, in connessione con la grande e unitaria manifestazione nazionale che si svolgerà a Roma, l’appuntamento è ancora a Santa Teresa di Riva, in piazza Sacra Famiglia alle ore 17, dove è previsto un sit in con la partecipazione di cittadini, studenti, associazioni del territorio che hanno raccolto l’appello del Comitato riviera jonica messinese per il sostegno al popolo palestinese. «La manifestazione nazionale di sabato a Roma segna un momento importantissimo - ricordano gli attivisti jonici - la Comunità palestinese presente in Italia, articolata in varie associazioni, ha scelto la via dell’unità del messaggio che forte e chiaro vuole lanciare: stop al genocidio, libertà per la Palestina, autodeterminazione del popolo palestinese. Sarà una manifestazione veramente unitaria, sulla quale partiti, sindacati, associazioni italiane convergeranno, sotto la bandiera della Palestina, con la consapevolezza che unire le proprie voci in un unico grido è la chiave di volta per la salvezza del popolo palestinese». «Con il cuore e con la mente noi saremo a Roma, ma non potendo tutti esserci “fisicamente” abbiamo deciso di organizzare qui da noi un momento di incontro in concomitanza con la manifestazione – prosegue il Comitato - incontri, quelli che si stanno moltiplicando nel nostro comprensorio jonico, che marcano la necessità sempre maggiore dei cittadini di uscire dalla propria individualità e, confrontandosi, sentirsi parte di una comunità. La dimensione della partecipazione collettiva è stata perlopiù assente, come sappiamo, negli ultimi decenni della nostra storia civile, sociale e politica, ed è significativo notare che l’indignazione nei confronti del genocidio in Palestina, muovendo le coscienze individuali, abbia contributo a risvegliare il bisogno di unirsi insieme nella lotta e nella speranza. Ma questo è un punto di partenza, non certo di arrivo! Perché la pace non è il semplice ‘cessate il fuoco’ non è la mera assenza di guerra, la pace si costruisce con la giustizia, perché le guerre tutte, traggono la loro origine proprio dalle condizioni di ingiustizia a livello globale. Iniqua distribuzione della ricchezza, ingiustizia climatica e ambientale, assenza di diritti umani: questo è ciò che dobbiamo imparare a riconoscere e a contrastare se crediamo veramente che la guerra sia il crimine più aberrante per l’umanità».












