La marcia silenziosa per Lorena: “De Pace è solo un mostro, ci affidiamo ai giudici” -FOTO
di Andrea Rifatto | 29/07/2024 | ATTUALITÀ
di Andrea Rifatto | 29/07/2024 | ATTUALITÀ
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La partenza davanti la casa del femminicidio
Mamma Cinzia non riesce a trattenere le lacrime quando arriva al primo piano, davanti al portone dell’appartamento in cui ha perso sua figlia, ed esplode nel pianto. “Essere qui spezza il cuore - ci dice poco prima papà Enzo - abbiamo passato momenti bellissimi con Lorena, poi quando hanno dissequestrato la casa abbiamo trovato dentro qualcosa che solo un mostro poteva fare, sangue ovunque, era solo una bestia”. C’è una folla silenziosa di un centinaio di persone davanti al civico 12 di via Delle Mimose a Furci Siculo, la palazzina dove il 31 marzo del 2020 è stata uccisa Lorena Quaranta, la studentessa 27enne di Favara che studiava Medicina a Messina e aveva scelto quell’alloggio all’estremità nord della cittadina furcese per convivere con il fidanzato, divenuto il suo assassino. A riunirla è stata l’associazione-centro antiviolenza “Al Tuo Fianco”, che ha organizzato una marcia silenziosa per fare rumore e contestare le motivazioni della sentenza della Cassazione che ha annullato con rinvio, limitatamente all’applicabilità delle attenuanti generiche, la condanna all’ergastolo di Antonio De Pace, sostenendo come non sia stato valutato in primo grado e in appello se lo stato di stress e angoscia legato al Covid possa aver inciso sulla sua responsabilità penale. “Motivazioni che abbiamo accolto con sdegno e rabbia - commenta Enzo Quaranta - lo stress da Covid non c’entra nulla, le carte processuali lo dimostrano, non era affatto stressato, la sera usciva con gli amici e andava a divertirsi, ci affidiamo ai giudici di Reggio Calabria affinché valutino bene gli atti. Se parliamo di stress, allora io dovrei fare una strage visto il mio stato”. I genitori, insieme alla sorella Danila e al fratello Giuseppe, sfilano in silenzio da via Delle Mimose fino a piazza Sacro Cuore e poi al lungomare, davanti la panchina rossa dedicata a Lorena: insieme a loro i sindaci Matteo Francilia (Furci Siculo) e Antonio Palumbo (Favara), i parlamentari nazionali Dafne Musolino, Antonio Nicita, Stefania Marino, Ella Bucalo, Nino Germanà, Annalisa Tardino, il deputato regionale Giuseppe Lombardo, i sindaci del comprensorio jonico, le associazioni antiviolenza “Evaluna Onlus”, “Non una di meno”, “Athena”. “ "Una marcia silenziosa perchè di fronte a sentenze che ci sconvolgono non abbiamo parole - commenta la presidente di “Al tuo fianco”, Concetta La Torre - nei femminicidi non possono esserci attenuanti o giustificazioni. Parlare di stato emotivo e stress da Covid per rideterminare la condanna ci lascia sconvolte. Nessuna pena potrà ridare Lorena alla famiglia, ma una pena giusta potrà dare dignità al loro dolore. Oggi dobbiamo chiedere scusa a Lorena”. Per Francilia “quanto accaduto è inaccettabile, disarmante e triste, suscita incredulità e senso di ingiustizia - dice in piazza - vogliamo sensibilizzare l’opinione pubblica e quanti dovranno giudicare. Forse esiste un vuoto normativo? Oggi noi tutti siamo Lorena”. Per il collega Palumbo “quella di Lorena è una ferita che non può chiudersi e sanguina, non troverà sollievo neanche con l’ergastolo ma può lenire sapere che la giustizia c’è e funziona. Ora la nostra ferita è stata riaperta in modo violento e non riusciamo ad accettarlo”.