La "Carmen" inguardabile a Taormina, una pagina nera per la città e per la cultura
di Andrea Rifatto | oggi | ATTUALITÀ
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Lo spettacolo andato in scena il 13 settembre
Il giudizio dei giudici è stato favorevole e ha permesso di mettere in scena lo spettacolo, ma quello degli spettatori è di tutt’altro segno. Piovono critiche sulla “Carmen” di Bizet organizzata sabato scorso al Teatro Antico di Taormina dall’associazione Sicilia Classica Festival, al quale il Parco archeologico Naxos-Taormina aveva revocato la concessione dopo il caos dell’”Aida” del 24 agosto, provvedimento sospeso dal Tar di Catania il 9 settembre. Tanti spettatori, giunti da ogni parte della Sicilia e anche da fuori regione, sono rimasti profondamente delusi per quanto andato in scena e hanno manifestato il loro disappunto. «Una pagina nera per la città e la per la cultura - la definisce Domenico, giunto da Marina di Gioiosa Ionica (Reggio Calabria) - sul cartellone figurava una delle opere più celebri, amate e rappresentate al mondo, ma sul palco, purtroppo, è andata in scena una caricatura maldestra, indecorosa, che nulla aveva a che fare con l’opera che il pubblico aveva pagato, profumatamente, per vedere. I cantanti hanno mostrato coraggio, professionalità e talento e meritano rispetto - sottolinea - hanno cercato fino all’ultimo di salvare il salvabile, ma il contesto li tradiva a ogni passo. Senza orchestra – sostituita da un unico pianista, pur bravissimo, ma inevitabilmente lasciato solo a reggere il peso di una partitura monumentale – l’opera è stata privata della sua colonna vertebrale. La musica ridotta a scheletro, priva di colore, priva di respiro». In programma, infatti, era prevista la presenza della Catania Philharmonic Orchestra, ma a esibirsi è stato solo il maestro Alistair Sorley al pianoforte. «Il resto non è stato da meno - aggiunge lo spettatore - costumi improvvisati, più simili a un saggio scolastico che a una produzione internazionale; luci mal dirette, incapaci di costruire atmosfere; un audio pessimo, che in alcuni momenti rendeva persino difficile seguire le voci; i tagli arbitrari alla partitura, mutilazioni che hanno snaturato l’opera di Bizet, ridotta a un’ombra lontana dell’originale. La reazione del pubblico non si è fatta attendere. All’inizio la pazienza, poi il disagio, infine la decisione: abbandonare il teatro. File di spettatori che, uno dopo l’altro, lasciavano le poltrone, trasformando la platea in un semideserto. Un esodo che racconta meglio di qualsiasi recensione la misura del fallimento. Ma il punto più grave è un altro: la totale assenza di assunzione di responsabilità: in qualsiasi contesto serio, di fronte a un simile disastro - afferma lo spettatore - il direttore artistico avrebbe avuto il dovere di salire sul palco, chiedere scusa al pubblico, assumersi la responsabilità dell’accaduto. Non lo ha fatto. Non ha sentito nemmeno la necessità di un gesto minimo di rispetto, rifugiandosi in un silenzio che urla più di qualunque parola. Questo comportamento non è solo una mancanza di educazione: è la prova lampante di una evidente inadeguatezza al ruolo. La serata del 13 settembre non può passare sotto silenzio. È necessaria una riflessione seria e un’azione immediata. Chi gestisce il Teatro Antico e il Comune di Taormina hanno il dovere morale e istituzionale di intervenire, in maniera ferma, decisa e risolutiva, a tutela dell’immagine della città e della sua tradizione culturale. Non è accettabile che un patrimonio mondiale venga infangato da improvvisazioni dilettantesche e da una gestione che ha mostrato di non essere all’altezza. Perché la Carmen di Taormina, il 13 settembre 2025, resterà negli occhi e nella memoria di chi c’era non come un trionfo della cultura, ma come uno sfregio al pubblico, all’arte e alla città stessa» La difesa dell’organizzazione La reazione del sindaco
«L’opera era stata confermata a giugno in maniera integrale con l’orchestra, scene, costumi e allestimenti maestosi, disegnati su misura per il palco di Taormina, un progetto stupendo - spiega Francesco Ciprì, presidente di Sicilia Classica Festival - ma dopo la revoca della concessione e il ricorso al Tar abbiamo avuto il responso solo tre giorni prima dello spettacolo e non era possibile montare tutto in due giorni. Quindi non è stata proposta in forma integrale ma da concerto, semiscenica. Avevamo versato cospicui acconti ma sapendo che il Comune aveva revocato la concessione le persone hanno preso altri impegni - aggiunge - abbiamo avuto un danno di immagine e perso soldi e credibilità. Ma non potevamo annullare l’evento dopo l’esito del Tar, sarebbe stata un’ulteriore perdita». Rimane un tema: “vendendo” uno spettacolo al Teatro Antico non si può non garantire la qualità dell’offerta, a tutela dell’immagine della città e della sua tradizione culturale.
La “Carmen” era programmata nell’ambito delle giornate concesse al Comune: «Basta con i dilettanti allo sbaraglio - ha commentato il sindaco Cateno De Luca - dopo il casino che si era verificato con l’Aida andata in scena il 24 agosto avevamo revocato la concessione per la serata destinata alla Carmen. Il Tar di Catania ha annullato il nostro provvedimento consentendo a questa associazione di profanare il Teatro Antico di Taormina con questa messa in scena che malamente scimmiottava la Carmen di Bizet. Ho letto le farneticanti dichiarazioni di questa associazione e procederemo ad avviare una azione legale per danno di immagine e diffamazione. Una cosa comunque è certa: fino a quando io sarò il sindaco questi personaggi non metteranno più piedi a Taormina». Nel ricorso amministrativo al Tar, che ha sospeso il provvedimento di revoca emanato dal Parco archeologico di Naxos-Taormina in attesa dell’udienza fissata per l’1 ottobre, nè il Parco nè il Comune si sono costituiti in giudizio.