La beffa per il Ccpm di Taormina: "Così si rischia che vada via il Bambino Gesù di Roma"
di Andrea Rifatto | 03/10/2025 | ATTUALITÀ
di Andrea Rifatto | 03/10/2025 | ATTUALITÀ
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Attualmente si va avanti in proroga
«Siamo fortemente preoccupati, così si rischia di spingere l’Irccs “Bambino Gesù “Bambin Gesù” ad andare via dalla Sicilia e questo significherebbe la fine per la Cardiochirurgia pediatrica di Taormina». A lanciare l’allarme è il segretario generale della Cisl Messina, Antonino Alibrandi, dopo aver preso visione del Piano operativo della rete di Cardiochirurgia pediatrica siciliana contenuto all’interno della delibera con la quale la Giunta regionale ha approvato la revisione della Rete ospedaliera per sottoporla al Ministero della Salute. «Il documento prevede l’accorpamento funzionale del Centro di Cardiochirurgia pediatrica di Taormina con il reparto di Cardiochirurgia per adulti dell’Azienda ospedaliera Papardo di Messina, confermando l’attività sanitaria con 8 posti letto all’interno dell’ospedale “San Vincenzo” - ricorda Alibrandi - ma il Centro di Taormina sarà funzionalmente collegato con il Centro di Palermo, secondo il modello Hub e Spoke, con l’Arnas Civico di Palermo che ha la funzione di Hub, ossia struttura centrale principale e centro decisionale, mentre il Papardo quella di Spoke, cioè struttura periferica. Tutto ciò ci fa preoccupare, è come se si tenda a dichiarare che il “Bambino Gesù” sia una struttura minimale e di troppo: così si rischia che vada via dalla Sicilia, nonostante il Ministero abbia chiarito che si possa superare il decreto Balduzzi con due Cardiochirurgie nell’isola». Il governo regionale ha scelto come hub il Civico di Palermo evidenziando come operi «in partnership pubblico-privata con l’Irccs Policlinico San Donato, tra i migliori ospedali al mondo in Cardiologia e primo centro in Italia per il trattamento delle cardiopatie congenite e per l’avanguardia delle cure e per l’importante ricerca scientifica condotta» e che «la Sicilia è una terra che, per la sua posizione al centro del Mediterraneo, può essere riferimento anche sanitario per molte tipologie di interventi ed in tal senso molti piccoli pazienti stranieri potrebbero trovare assistenza sanitaria alla Cardiochirurgia di Palermo attraverso le attività già poste in essere dal Policlinico San Donato verso i paesi come l’Egitto, il Senegal, la Tunisia, il Camerun, grazie al supporto di associazioni umanitarie o accordi di cooperazione internazionale, mentre l’Azienda ospedaliera Papardo di Messina (operante fisicamente al “San Vincenzo” di Taormina la cui attività è svolta in convenzione con l’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù, Istituzione della Santa Sede, il più grande Policlinico e Centro di ricerca pediatrico in 3 Europa sede di grandi laboratori di ricerca e di Orphanet, il più grande database mondiale per le malattie rare) ha la funzione di Spoke. Dal report allegato al documento, da 2023 a luglio 2025 risultano trattati 277 casi a Taormina e 148 a Palermo, mentre dal 2024 al 30 giugno 2025 emergono 145 ricoveri a Taormina e 299 a Palermo: «Numeri opinabili, noi abbiamo dati diversi - afferma il segretario Alibrandi - Palermo di fatto è stato un fallimento, viene fatta una narrazione come se la Cardiochirurgia pediatrica del Civico fosse l’ombelico del mondo, mentre Taormina diventa quasi minimale. Serve chiarezza, tutto ciò è un’offesa al territorio, ai pazienti e ai professionisti e deve intervenire la deputazione regionale, perchè tutti erano d’accordo a salvare il Ccpm di Taormina nell’attuale condizione e faremo le barricate per non farlo chiudere. Se togliamo il personale da Taormina avremo una scatola vuota - conclude il segretario generale della Cisl Messina - facendo ripiombare le famiglie nell’incubo dell’incertezze e nei viaggi della speranza». Lo scorso 16 luglio, in Commissione Salute all’Ars, era emersa una posizione unanime a favore del mantenimento del Centro a Taormina ed era stato annunciato che la Regione avrebbe cercato le soluzioni migliori per ottenere la deroga ministeriale. L’Asp di Messina aveva inoltre indicato nella proposta di nuova Rete ospedaliera il mantenimento del reparto in maniera strutturale e in deroga al decreto Balduzzi. Adesso servono chiarezza e certezze.