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Jonica Trasporti in crisi, a rischio 18 posti e servizio pubblico: sos dei sindacati
di Redazione | 24/04/2019 | ATTUALITÀ
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Un bus a una fermata di S. Teresa
La vertenza dei lavoratori della Jonica Trasporti & Turismo rischia di trascendere nel dramma del fallimento e della disoccupazione per cause estranee al mondo del lavoro. A dirlo sono stati ieri i segretari provinciali di Filt Cgil (Carmelo Garufi), Fit Cisl (Letterio D’Amico), Uil Trasporti (Giovanni Giordano), Faisa Cisal (Letterio Sturiale), Fast Confsal (Giovanni Lo Schiavo), Orsa (Giovanni Burgio) e Ugl (Antonino Sciotto). “Le note vicende giudiziarie che vedono coinvolto un socio privato di minoranza dovrebbero restare confinate entro l’inchiesta della magistratura – scrivono – nell’attesa che la giustizia faccia il suo corso, senza intaccare la stabilità economica dell’azienda e il futuro dei lavoratori”. La Jonica, fondata nel 1999, è un’azienda di trasporto pubblico e privato controllata al 51% da Ast SpA, occupa 18 unità lavorative ed è attivamente inserita nel trasporto extraurbano, a mezzo bus, nel comprensorio jonico messinese e in città. All’incontro con i sindacati l’Azienda ha denunciato la “precaria e gravissima condizione societaria che determinerebbe il venir meno della continuità della società, con la necessità di salvaguardare sia le 18 unità lavorative che l’espletamento del pubblico servizio”. Sembra che le difficoltà denunciate dall’azienda, costretta a pagare solo acconti degli stipendi, coincidano con l’inchiesta giudiziaria ove compare il nome di un socio di minoranza ma non ha nulla a che vedere col servizio. Le complicazioni burocratiche stanno mettendo in ginocchio una realtà produttiva che funzionava, la Jonica denuncia ritardi nel rilascio del certificato antimafia e di conseguenza si mettono in discussione l’erogazione dei corrispettivi regionali, l’accesso ai finanziamenti per l’acquisto di nuovi bus e si rischia la revoca della concessione delle linee che scade a dicembre. Intanto il socio di maggioranza Ast aveva espresso la volontà di procedere alla dismissione della partecipazione nella Jonica, indicendo un’asta per la cessione della quota del 51% del capitale sociale. Asta che è andata deserta. Il fronte sindacale agirà compatto per la tutela dei livelli occupazionali e le organizzazioni ritengono che vicende estranee al ciclo produttivo non debbano ricadere sui lavoratori che oltre a doversi accontentare di acconti dello stipendio, rischiano di arricchire la long-list dei disoccupati siciliani. Le procedure obbligatorie di conciliazione e raffreddamento della vertenza nella sede della società, davanti l'amministratore unico Gianfilippo Ceccio, si sono concluse con esito negativo e lo fasi successive si terranno davanti al prefetto di Messina, al quale ieri è stato chiesto un intervento per convocare tutte le parti al fine di trovare soluzioni adeguate a tutela dei lavoratori. “Rivendichiamo l’attivazione di tavoli istituzionali capaci di individuare soluzioni credibili che non possono prescindere dal coinvolgimento dei livelli regionali – concludono i sindacati – la politica regionale non può assumere il ruolo di spettatore passivo mentre si consuma il dramma di 18 famiglie e si annuncia il ‘fallimento’ di un’azienda che espleta un servizio pubblico. Il presidente della Regione e l’Assessorato competente hanno il dovere d’intervenire prima che sia troppo tardi”.