Giovedì 01 Maggio 2025
La cerimonia le autorità e i familiari della giovane uccisa nel 2020 dal fidanzato


Il palasport di Furci intitolato a Lorena Quaranta: "Vivrà per sempre nei nostri cuori"

di Andrea Rifatto | oggi | ATTUALITÀ

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Familiari e autorità davanti al palazzetto dello sport

Non riesce a trattenere la lacrime mamma Cinzia al termine della cerimonia. Il sindaco Matteo Francilia le porge un mazzo di fiori e il pensiero va subito alla figlia: «Lorena sarebbe orgogliosa di tutto questo» dice mentre tutti applaudono in piedi. Un abbraccio collettivo con il quale la comunità furcese si è stretta ieri attorno alla famiglia Quaranta, giunta nella cittadina jonica per l’intitolazione del palazzetto dello sport alla studentessa 27enne di Favara, uccisa il 31 marzo 2020 dal fidanzato con il quale conviveva in un villetta di via Delle Mimose. L’Amministrazione comunale ha deciso nei mesi scorsi di dedicare a lei l’impianto sportivo rimesso a nuovo e riaperto dopo tanti anni, un gesto che imprime nella memoria collettiva il nome della giovane. PalaLorenaQuaranta è la scritta nera sul fondo giallo, impressa in modo dirompente sul prospetto della palestra. «Lorena vivrà sempre nei nostri cuori e attraverso il palazzetto, luogo di aggregazione sportiva e sociale, il suo nome risuonerà in eterno - evidenzia il sindaco Matteo Francilia - dobbiamo ricordarla in qualsiasi istante, questo edificio deve essere simbolo di vita e l’intitolazione serve a far sì che anche le future generazioni sappiano chi sia Lorena e riflettano su quanto le sia accaduto, affinché non avvenga più». Chi entrerà dall’ingresso, dove è stata scoperta anche una targa, si chiederà chi sia Lorena Quaranta e perchè abbia perso la vita a Furci Siculo. Papà Enzo non trattiene la commozione: «Un gesto importante per il quale ringraziamo la comunità di Furci Siculo - dice - qui, dove è scomparsa Lorena, ci sentiamo a casa nostra. Un forte messaggio per i giovani affinché sia sconfitta la piaga del femminicidio, al primo campanello di allarme bisogna sempre parlare e denunciare». 


Tante le autorità presenti alla cerimonia: la prefetta Cosima Di Stani, il questore Annino Gargano, la rettrice dell’Università di Messina Giovanna Spatari, il sindaco metropolitano Federico Basile, il sindaco di Favara Antonio Palumbo, il colonnello Francesco Falcone del Comando provinciale Carabinieri, il comandante della Compagnia Carabinieri di Taormina cap. Domenico Tota, il comandante della Stazione Cc di Santa Teresa di Riva luog. Maurizio Zinna, il comandante provinciale della Guardia di Finanza col. Girolamo Franchetti, il comandante della Compagnia Guardia di Finanza di Taormina magg. Francesco Borbone, l’ispettrice superiore Palmira Tropeano del Commissariato Ps di Taormina, il direttore regionale dei Vigili del Fuoco Agatino Carrolo, il comandante della Polizia locale Salvatore Campagna, rappresentanti di Polizia metropolitana, Corpo Forestale, Protezione civile e Croce Rossa. Presenti anche la senatrice Dafne Musolino (Iv), la deputata Stefania Marino (Pd), la presidente del Centro antiviolenza “Al tuo fianco” Cettina La Torre, i sindaci del comprensorio, studenti, insegnanti e dirigenti degli Istituti comprensivi di Roccalumera e Santa Teresa di Riva e dell’Istituto Superiore “Salvatore Pugliatti” di Furci Siculo, le atlete dell’Amando Volley di Serie B1 femminile con l’allenatore Gianpietro Rigano e i dirigenti. 

«Lo sport insegna il rispetto verso gli altri ed è questo il messaggio da lanciare da questo luogo - ha detto la prefetta - ogni ragazza deve essere consapevole che potrebbe succedere anche a lei e tenere sempre tra la guardia, manca ancora la consapevolezza individuale di pensare “a me non accadrà”, ma le istituzioni sono vicine e ci sono tanti strumenti. È importante confrontarsi con centri antiviolenza e associazioni anche solo per informarsi e ai ragazzi dico di agire in nome dell’amore e non dell’egoismo e di riflettere, perchè che vita è quella trascorsa in carcere?”». Il questore ha sottolineato l’importanza di seguire le regole alla base del vivere civile e del rispetto e di segnalare e denunciare ogni minimo fenomeno di sopruso: «Metteteci nelle condizioni di poter intervenire». La presidente La Torre ha manifestato soddisfazione per l’accoglimento della proposta di intitolare un luogo a Lorena, «perchè è importante un luogo dove ricordarla in maniera permanente, spunto di riflessione per attuali e future generazioni. Il lavoro di prevenzione che facciamo non basta - ha sottolineato - e abbiamo ancora strada da fare insieme ai giovani, iniziando nelle scuole per infondere la cultura del rispetto e dove servono percorsi di educazione affettiva e sessuale». «Lorena era una di quelle studentesse che tutti vorrebbero in aula - ha detto la rettrice Spatari - e vivrà in eterno nel ricordo di tutti». Per il sindaco di Favara «la tragedia ha unito le due città, comunità che si è stretta attorno al dolore ma il coraggio e la determinazione dei genitori ci spinge ad andare avanti». Intervenuti alla cerimonia anche le parlamentari Musolino e Marino, i dirigenti scolastici Lanzafame, Napoli e Interdonato.


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